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Principio dell'incertezza (Il) - Princípio da incerteza (O)


Regia:De Oliveira Manoel

Cast e credits:
Sceneggiatura:
Manoel de Oliveira; fotografia: Renato Berta; musiche: Niccolo Paganini; scenografia: Maria José Branco; montaggio: Manoel de Oliveira Catherine Krassovsky; interpreti: Ivo Canelas (Antonio Clara), Ricardo Trêpa (José "Il Toro Blu"), Leonor Baldaque (Camila), Leonor Silveira (Vanessa), Jose' Manuel Mendes (Torcato Roper), Isabel Ruth (Celsa), Luís Miguel Cintra (Daniel Roper), Antonio Costa (Tiago), Diogo Dória (Gendarme), Duarte de Almeida (Signor Ferreira), Júlia Buisel (zia Tofi), David Cardoso (Colono), Cecilia Guimaraes (Rute), Angela Marques (Adoracao), Joao Marques (Prete), António Fonseca (Gendarme), Carmen Santos (Joana); produzione: Madragoa Filmes; distribuzione: Mikado; origine: Portogallo - Francia, 2002; durata: 133'.

Trama:Il ricco Antonio e José, detto "Toro blu", figli della serva di famiglia, hanno sempre diviso tutto, fin dalla loro infanzia. Una volta cresciuti i due ragazzi si scoprono innamorati della stessa ragazza: Camilla.

Critica (1):Sin dal suo inizio, il pensiero greco ammise l'idea di una Natura conforme a leggi. L'atomismo di Democrito, secondo il quale "da tempo infinito tutte le cose passate, presenti e future sono governate dalla necessità", fu la più importante e conseguente concezione del mondo improntata all'ideale deterministico. La teoria atomistica del '900, detta meccanica quantistica, ha messo in discussione molti principi, tra cui il determinismo, pilastro rimasto saldo per millenni. Essa ha proposto una scienza che si occupa di corpi che non sembrano essere soggetti al determinismo e non sembrano obbedire a leggi rigorose. Il promotore di questa nuova teoria "anti-deterministica" viene identificato con la figura del famoso fisico tedesco Werner Heisenberg. L'opera di Heisenberg pone un limite teorico alla nostra capacità di indagare la natura. Mentre la meccanica classica volge lo sguardo solo alla realtà macroscopica ritenendo possibile prevedere il futuro di un corpo conoscendo due informazioni canoniche sul suo stato, Heisenberg affermò che per un oggetto atomico ciò non risultava possibile: "i modelli che vengono dal mondo visibile, trasportati nell'interpretazione della fisica macroscopica, appaiono sfuggenti e ambigui e non riescono più a spiegare la realtà".
Il grande vecchio del cinema portoghese Manoel De Oliveira ha applicato il suo personale principio dell'incertezza attingendo dal romanzo omonimo della sua scrittrice più amata, Agustina Bessa-Luìs: la storia di Antonio, membro di una ricca famiglia, e del suo amico José, figlio di una cameriera. Antonio sposerà Camilla, la ragazza di cui José è sempre stato innamorato, tradendola con la pericolosa Vanessa (l'attrice feticcio Leonor Silveira), che a sua volta è coinvolta in loschi affari con José. Destini incrociati, dunque, per una vicenda che finirà per 'bruciare' tutti i protagonisti. Costruendo una metafora sul potere e le convenzioni sociali, De Oliveira mette in campo la sua usuale raffinatezza narrativa, fatta di ricchezza e asciuttezza. "Sono stata convinta, non sedotta", dice Camilla del suo matrimonio, "la seduzione dura meno della convinzione". Il grande vecchio ci seduce per convincerci, e noi gli crediamo.
Camillo De Marco, Kwcinema

Critica (2):Riflessione filosoficamente allegorica sull’eterna debolezza maschile, eterna vittima della superstizione, dell’intelligenza e della scaltrezza femminile, Il principio dell’incertezza imperdibile appuntamento annuale con le speculazioni ironiche ed i graffianti consigli del maestro lusitano, aggiunge una nuova appendice all’enciclopedia De Oliveira sulla vacuità dei rapporti di coppia, nelle sue analisi della selezione politica nelle decisioni affettive. Ma se la "rilegatura", continua ad essere di pelle pregiata con decorazioni dipinte a mano, il nuovo volume, presentato a Cannes 2002, è insolitamente leggero e scanzonato, scritto con caratteri decifrabili e con il distacco senile dalle passioni che impedisce ogni sorpresa e determina una secolare insofferenza per le riunioni di famiglia, i pranzi ufficiali organizzati per convenienza, gli idoli da conservare contro il malocchio, le amicizie da coltivare, le unioni indispensabili per non indebolire la tradizione meridionale della casata.
Letterario e distaccato, il film è un minuetto a quattro mani in cui caso e fato complottano elidendosi a vicenda e nel quale non c’è mai innocenza ma curiosità per il lato luciferino della vita, per l’infedeltà delle promesse, in un cinema in cui l’elogio della noia e del tedio è solo il pretesto per rielaborare il proprio stile con sequenze in bianco e nero, disarticolando la struttura classica del racconto ed arricchendola di ragionamenti laici sul significato religioso e cristiano della sofferenza.
Nel mondo di De Oliveira l’esistenza continua ad essere una sorprendente illusione che spiazza la cattiveria dell’uomo sempre più disorientato a cui non resta, apparentemente, che governare la disciplina dei sentimenti e della ragione, restando sopraffatto dalle contorte perversioni delle passioni. Con la solita grazia il racconto ha uno svolgimento d’altri tempi con letture a vari livelli ma sempre fedele ad uno stile ricco di ellissi, sguardi perduti, frasi risolutorie, minacciosi silenzi con gli attori che senza mai guardarsi negli occhi dilatano il senso di disorientamento ed estraneità. Il regista, dopotutto, è un umorista sarcastico e raffinato che trasforma il romanzo in un’aristocratica soap-opera, usando i demoni come figure che complottano per l’infelicità dei rapporti in cui la doppiezza dei comportamenti è segno distintivo, e si diverte a distruggere l’ambiguo fascino consolatorio della civetteria e del pettegolezzo come rimedio al lento incedere dell’oblio.
Il principio dell’incertezza, lettura infedele del romanzo di Agustina Bessa Luis, è il trionfo dello statico teatro dell’assurdo, alternato a lunghe sequenze di paesaggio del fiume Douro riprese dal treno, per un passatempo colto ed alto-borghese sugli enigmatici equilibri della schiavitù matrimoniale.
Domenico Barone, Supereva cinema .it

Critica (3):

Critica (4):
Manoel De Oliveira
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