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Zero - inchiesta sull'11 settembre


Regia:Fracassi Franco, Trento Francesco , Baldi Dario

Cast e credits:
Sceneggiatura: Franco Fracassi, Francesco Trento, Paolo Jormi Bianchi, Giulietto Chiesa, Claudio Fracassi; fotografia: Marco Ricchello, Christian Di Prinzio; musiche: Alessandro Molinari; montaggio: Thomas Torelli; scenografia: Giuseppe Reggio; interpreti: Lella Costa, Dario Fo, Moni Ovadia, Francesco Pannolino; produzione: Tpf Telemaco Srl-Megachip-"Democrazia Nella Comunicazione"-Xtend Srl; distribuzione: A. Conte; origine: Italia, 2006; durata: 110'.

Trama:Zero - Inchiesta sull'11 settembre è un documentario prodotto da Giulietto Chiesa e realizzato da Franco Fracassi e Francesco Trento, che racconta tutti gli elementi contraddittori emergenti in quella che è ancora oggi considerata la versione ufficiale riguardo agli attentati dell'11 settembre, redatta da una speciale Commissione d'Indagine e diffusa dagli uffici stampa della Casa Bianca. Svelando retroscena inquietanti, ma senza mai giungere ad affrettate quanto compromettenti conclusioni, Zero mostra di essere un'opera seria, oggettiva e coinvolgente, che al suo interno vede anche la piacevole collaborazione, in veste di commentatori, di Lella Costa, Moni Ovadia e del premio Nobel Dario Fo. Il film è stato presentato all'ultima Festa del Cinema di Roma dagli stessi autori ed è stato salutato dai lunghissimi e calorosi applausi di una sala gremita di persone.

Critica (1):R@: A che punto siamo nella ricerca di questa terza verità?
Franco Fracassi: Credo che la nostra sia l'inchiesta più approfondita sull'argomento, sia per documenti trovati che per quantità di dati raccolti. Si stanno scoprendo molte cose, ma allo stesso tempo si sta scremando anche tutto quello che è leggenda metropolitana e ci si sta incanalando su una strada giusta. Certo, non dovrebbe essere nostro compito fare questo, sono le autorità americane che dovrebbero occuparsene, ma non lo fanno. Per questo credo che ci vorrà ancora molto tempo per poter giungere ad una verità, basti pensare all'assassinio di Kennedy, che è ancora senza colpevole.
Giulietto Chiesa: L'ultimo sondaggio d'opinione ha decretato che il 50,7% degli americani non crede alla versione ufficiale e chiede la riapertura dell'inchiesta. A questo punto, noi che siamo stati sempre definiti come anti-americani possiamo finalmente dire di stare dalla parte della maggioranza. Lo stato in cui si trova l'opinione pubblica è comunque qualcosa di deplorevole, perché se è vero che sono molti i diffidenti nei confronti della versione ufficiale, è anche innegabile che nessuno ha una chiara idea di quello che è successo e questo è grave. Abbiamo cercato dei punti in cui la versione ufficiale non sussisteva di fronte alla verità dei fatti: ci siamo accorti che i fatti cosiddetti "ufficiali" non convergevano o comunque contrastavano l'evidenza materiale delle cose. È ormai innegabile, e non ho paura di dirlo, che l'amministrazione Bush ha mentito a tutto il mondo quando ha scatenato la guerra in Iraq.

R@: Dario Fo, come è nata la collaborazione a questo documentario?
Dario Fo: Chiesa mi ha offerto di partecipare o come voce narrante o come commentatore, solo che all'inizio sentivo voci di perplessità sul progetto, ho chiesto io stesso di supervisionare i risultati che mano a mano si raggiungevano, e poi ho girato una specie di bozzetto per vedere di inserirmi all'interno del discorso. Anche quello però non funzionava un granché bene, e così il tutto slittò ad una terza versione del lavoro, con molte variazioni e alcune scene che furono tagliate perché non esisteva la possibilità di sostenerle con delle prove; noterete infatti che nel film non si fa nemmeno un cenno al quarto aereo schiantatosi in Pennsylvania. Quello che io vorrei è che il documentario fosse guardato con attenzione, anche solo per constatare come si sono venute a creare delle situazioni che sono al limite del paradosso.

R@: Quali sono state le difficoltà nel realizzare questo documentario?
Francesco Trento: Le difficoltà sono state soprattutto a livello produttivo, ma fortunatamente c'è venuto incontro il lavoro di oltre 400 persone, che hanno partecipato anche acquistando una piccola quota del film. La mia personale difficoltà invece è stata inserire tutto il materiale in un'ora e quarantacinque. Per fortuna, molti dei dati raccolti li abbiamo eliminati perché non eravamo sicuri al 100% della loro validità.
F. F.: A me invece la cosa che paradossalmente ha stupito di più è stata la facilità nel trovare le testimonianze. È stato incredibile: una volta eravamo a Chicago in occasione di un convegno e in una stanza dell'albergo avevamo allestito una sorta di set per intervistare le persone; ebbene, nell'atrio c'era una folla incredibile, cui noi non avevamo chiesto niente; erano lì perché era loro desiderio quello di essere intervistate. Avevano vissuto in prima persona questa cosa e ogni volta è successa lo stesso, la maggior parte degli intervistati ci è caduta in braccio. Poi è vero, ci sono le testimonianze più importanti che sono state difficili da ottenere, soprattutto perché inizialmente queste persone non volevano parlare. Certo è incredibile come la gente continui a preferire e a giudicare attendibile la verità impersonale raccontataci dagli uffici stampa della Casa Biance piuttosto che la verità di coloro che questa tragica vicenda l'hanno realmente vissuta.

R@: L'Associazione dei familiari delle vittime dell'11 settembre cosa ne pensa di questo film?
Presidente di "Peaceful Tomorrows": Io alla storia ufficiale non ho mai creduto, ma gli Stati Uniti hanno paura, e non vogliono sentirne parlare perché non possono accettare una cosa simile. Ci sono centinaia di domande poste dai parenti delle vittime che non hanno mai avuto risposta e questa è una cosa frustrante. Molti spesso mi guardano e mi voltano le spalle, altri mi insultano, mi danno dell'irresponsabile. Io non parlo solo dell'11 settembre, ma anche della guerra in Afghanistan, che era già stato programmata prima dell'attentato, tanto che subito dopo quel tragico giorno hanno immediatamente bloccato l'indagine. Se almeno un giornalista facesse queste domande si aprirebbe forse un dibattito. Bisogna analizzarli questi fatti, perché la Commissione d'indagine sull'11 settembre è un libro di fantasia. Hanno coperto l'assassinio di mio figlio. Io trovo che questo film sia fantastico e la mia speranza è che possa arrivare negli Stati Uniti, magari essere proiettato all'interno delle scuole. (...)
Diego Scerrati, rivistaonline.com

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