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Vie dei farmaci (Le)


Regia:Mellara Michele, Rossi Alessandro

Cast e credits:
Soggetto: Michele Cogo in collaborazione con Michele Mellara e Alessandro Rossi; montaggio: Fabio Bianchini Pepegna; fotografia: Michele Mellara; musiche: Nicola Bagnoli, Alessandra Reggiani; suono: Alessandro Rossi; produzione: Coop Voli e Mammut Film con il contributo della Regione Toscana; distribuzione: Mammuth Film; origine: Italia, 2007; durata: 52'.

Trama:Perché quasi quindici milioni di persone nei paesi in via di sviluppo muoiono di malattie facilmente curabili? Sono circa quarantamila persone al giorno: uno stadio di calcio gremito durante una finale di coppa. Un massacro quotidiano che potrebbe facilmente essere evitato. Perché tutto ciò accade? Le vie dei farmaci è un documentario che cerca di rispondere, dal punto di vista economico, politico, medico e sociale a questa domanda. L’accesso ai farmaci essenziali e salvavita dovrebbe infatti essere garantito a tutti. Il documentario cerca di indagare il problema su scala mondiale raccogliendo materiale filmato dai quattro angoli del pianeta ed utilizzando un linguaggio filmico articolato e senza compromessi.

Critica (1):Nel Sud del mondo ci sono ogni anno quindici milioni di persone che muoiono a causa di malattie che sarebbero facilmente curabili. Significa quarantamila persone al giorno! Come uno stadio di serie A durante un derby di alta classifica. Una strage quotidiana assolutamente evitabile. Perché?
Per tentare di rispondere a questa domanda, Le vie dei farmaci si pone l'obbiettivo d'indagare il problema dell'accesso ai farmaci essenziali nei paesi in via di sviluppo dal punto di vista economico, politico, medico e sociale.
Attraverso un percorso narrativo che fa uso di diversi materiali e fonti, dalle immagini d'archivio dell'Istituto Luce, del fondo Corona della Cineteca di Bologna e del progetto africano Steps for the Future, agli inserti grafici che riassumono e mostrano in modo diretto le cifre impressionanti di questo problema e dai materiali originali raccolti duranti soggiorni in Africa e in Asia, abbiamo cercato di tracciare un lungo viaggio per capire in profondità i motivi di un problema che riguarda centinaia di milioni di persone.
In Africa e India abbiamo potuto vedere direttamente gli effetti della difficoltà di accesso ai medicinali salvavita.
Il Mozambico è una delle realtà più rappresentative dell'Africa Australe. In questo caso il problema della distribuzione dei farmaci si scontra con dati di macro analisi (tasso di povertà al 60%, alfabetizzazione al 45%, vita media inferiore ai 42 anni, mortalità infantile dovuta alla malaria e all'HIV che tocca vette del 30%). È in questi contesti politico geografici che bisogna misurare la portata del problema. L'abbiamo fatto intervistando chi opera sul posto (Medici senza Frontiere), seguendoli nella loro attività ospedaliera a Maputo, documentando tutto il processo di sensibilizzazione volta ad informare sul pericolo della malaria e dell'HIV. Abbiamo ripreso l'interno degli ospedali, la distribuzione dei farmaci, la cura dei pazienti, abbiamo intervistato donne affette da HIV che ci hanno raccontato la loro esperienza in diretta, siamo stati a trovare i pazienti più poveri (la stragrande maggioranza della popolazione) là dove vivono, nei barrios, abbiamo toccato con mano il contesto sociale e culturale, siamo stati negli Health Centre (centri di salute) nella provincia, abbiamo visto come funzionano, le mille difficoltà giornaliere, gli affanni e le speranze.
I brevetti internazionali sui farmaci (TRIPS) giocano un ruolo determinante nello scacchiere politico internazionale. I famigerati Trips voluti dal WTO, (l'Organizzazione Mondiale del Commercio, fondata nel 1995 e che come primo atto fece proprio i Trips) sono oggetto di una disputa intellettuale accesissima e il documentario la investiga senza reticenze.
Ma il problema dell'accesso ai farmaci, partendo dai paesi in via di sviluppo, sbarca fino a casa nostra, in Occidente, dimostrando quanto fragile sia oggi il concetto di Salute Pubblica in relazione allo strapotere delle grandi multinazionali farmaceutiche.
(Gli autori, da flashvideo.it)

Critica (2):È difficile scovare all'interno del panorama documentaristico italiano film che sappiano condurre un'inchiesta spinosa su importanti tematiche internazionali. Allo stesso modo, risulta complicato ultimamente riuscire a vedere sugli schermi, opere nostrane che riescano a fondere sapientemente e con la giusta dose di ironia, un'accurata ricerca di informazioni con un'alta qualità cinematografica.
Probabilmente si tratta anche di un limite della cultura italiana attuale, purtroppo caratterizzata da un forte timore che frena la volontà di trattare argomenti rischiosi. Ma guardando Le vie dei farmaci, presentato in Concorso Documentari Italiani al festival Cinemambiente, è necessario affermare che ci troviamo di fronte ad un'eccezione. Il film di Michele Mellara e Alessandro Rossi, già autori dei fortunati e convincenti Domà - Case a San Pietroburgo e Un metro sotto i pesci, oltre a confermare le capacità documentaristiche dei due autori e la loro sensibilità verso le problematiche sociali, dimostra come sia possibile anche nel nostro Paese progettare e costruire pellicole che trattino temi scottanti.
Rossi e Mellara conducono un'indagine che ha come obiettivo quello di svelare le dinamiche celate dietro alle azioni economiche del monopolio internazionale di Big Pharma, cartello che include le maggiori multinazionali farmaceutiche. L'inchiesta, nel suo procedere in maniera estremamente accurata, arriva a mostrare i legami tra WTO, le grandi case farmaceutiche e i governi dei Paesi sviluppati.
Ciò che risulta immediatamente evidente è il coraggio dimostrato nella realizzazione del film, ma soprattutto il minuzioso lavoro di ricerca che trova il suo perfetto contraltare nelle originali scelte registiche dei due autori. Le vie dei farmaci, infatti, rivela il suo più pregevole punto di forza nell'equilibrio tra contenuto e forma, che lo rende un'opera interessante per l'argomento trattato e piacevole grazie al ritmo veloce e le trovate visive.
L'alternanza tra interviste, immagini documentaristiche delle parti meno sviluppate del mondo, vecchi servizi dell'Istituto Luce e schermate che indicizzano i dati raccolti nelle notevoli ricerche effettuate, rappresenta una scelta narrativa intrigante che dimostra le notevoli capacità tecniche degli autori e che lascia anche trapelare un sentito amore per il cinema.
closeup.it

Critica (3):

Critica (4):
Alessandro Rossi
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet; Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema; Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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