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Viaggetto nella pianura


Regia:Conversano Francesco, Grignaffini Nene

Cast e credits:
Soggetto e sceneggiatura: Francesco Conversano, Nene Grignaffini; interpreti: Ivano Marescotti, Paolo Nori, Andrea Mingardi, Luciano Ligabue; produzione: Movie Movie; in collaborazione con Rai TV; distribuzione: Doc in Tour FICE; origine: Italia, 2012; durata: 100’.

Trama:Ivano Marescotti, partendo dal suo luogo natale, Villanova di Bagnacavallo, in provincia di Ravenna, si mette in viaggio in lungo e in largo nella pianura per riscoprire e narrare i luoghi della bassa emiliano-romagnola. Ogni luogo diventa così il pretesto per rievocare i narratori di questa terra, nella musica e nel cinema, nella letteratura e nella poesia.

Critica (1):C’è un po’ di Ghirri, un po’ di Celati e un po’ di Guccini in Viaggetto nella pianura di Francesco Conversano e Nene Grignaffini, curioso racconto di personaggi legati all’immaginario di Fellini, Tonino Guerra e Ligabue, grandi emiliani, artisti influenzati dal paesaggio e da una specie di saudade dove tutto sa di ragù.
Il documentario è stato girato poco prima del terremoto del maggio 2012 e attraversa quasi tutte le province dell’Emilia-Romagna utilizzando quasi tutti i mezzi di trasporto disponibili, piedi, treno, barche e bicicletta.
C’è l’elogio della lentezza di una regione "slow" che ha eletto la bicicletta come mezzo principale per lo spostamento dei cittadini. Dalla Ferrara di Antonioni e di Deserto Rosso ai narratori delle pianure di Cavazzoni, dagli immaginari della Ferrari a Maranello alla Bologna della musica e della poesia nelle osterie con Mingardi. Viene voglia di vistarla tutta questa regione, divisa da dialetti e da usanze e da quel trattino tra le due parole, che sembra confine, muro, ma in realtà diventa gioco e scherzo da campanile.
Oltre a Marescotti , c’è spazio anche per Luciano Ligabue, vero e proprio cantore dei personaggi delle pianure, tra il Bar Mario e Certe Notti di Correggio. Il documentario passa un po’ troppo velocemente su Fellini e Tonino Guerra anche se il momento su Rimini riesce a ben rievocare le atmosfere felliniane.
Il viaggio di Marescotti è interessante ma confusionario nella struttura del racconto, procedendo a balzi, con accelerazioni e ritorni, quasi si voglia far rientrare in un'ora e quaranta di film tutto il territorio, creando però un effetto a volte controproducente.
Il documentario di Conversano e Grignaffini funziona ottimamente come carrellata sui gioielli e i geni della regione, ma non si prende il tempo sufficiente per entrare nel dettaglio delle storie e per approfondirle.
Duccio Ricciardelli, cinemaitaliano.it

Critica (2):Cesare Zavattini amava dire che “per descrivere il paesaggio della bassa era sufficiente tracciare su un foglio bianco, con una matita, una riga orizzontale”. Viaggetto nella pianura, di Francesco Conversano e Nené Grignaffini, (…) grazie al protagonista, novello Chatwin, Ivano Marescotti, la ‘riga orizzontale’ seguirà l’andamento Est – Ovest, dalla sua Bagnacavallo a Parma e a Busseto, per poi tornare in Romagna, passando per le città, i centri balneari e paesi come Luzzara, Maranello e Novellara.
Viaggetto nella pianura è il sequel di Viaggetto sull’Appennino, un viaggio e un film in cui con Ivano Marescotti si raccontava – percorrendolo a piedi – l’Appennino emiliano-romagnolo da Piacenza a Rimini.
“Come per il precedente viaggetto”, spiegano gli autori, “questa è l’occasione per ri-scoprire e narrare i luoghi della bassa emiliano-romagnola, per riappropriarsi di una serie di valori propri di questa terra quali l’accoglienza, la disponibilità allo scambio tra le culture e la solidarietà, il senso di appartenenza, l’etica del lavoro, la vocazione alla creatività e all’invenzione, l’attenzione e la sensibilità alla cultura e alla conoscenza”.
Il viaggiatore Marescotti, partendo dal suo luogo natale, Villanova di Bagnacavallo, si mette in viaggio in lungo e in largo nella pianura. A piedi, in auto, in bici, in corriera, in treno, in moto, portandosi con sè, libri, canzoni, pezzi di film girati in passato nella pianura. Ogni luogo diventa per il viaggiatore momento per rievocare i narratori di questa terra, dalla musica alla cinema, dalla letteratura alla poesia.
I luoghi sono quelli verdiani del melodramma, dello splendore dei teatri seicenteschi e settecenteschi, i paesaggi della bassa che hanno ispirato la musica italiana della seconda metà del XX secolo (quella di Guccini, Nomadi, fino a Ligabue); i luoghi rievocati da poeti (Tonino Guerra e Raffaello Baldini) e scrittori della pianura (Celati, Cavazzoni, Tondelli e Nori); le campagne, le piazze, gli argini dei fiumi raccontati dai grandi registi del cinema di questa terra, primi fra tutti Antonioni e Bertolucci; i luoghi, infine, della memoria, quelli reali e quelli fantastici, la materia dei film di Fellini.
Il viaggetto diventa così il racconto di luoghi, paesaggi, parole, scritte e parlate, di testimonianze e di incontri (Paolo Nori, Andrea Mingardi, Luciano Ligabue, e vecchi e nuovi abitanti di questa terra), un block-notes ironico e autoironico su chi siamo e chi eravamo, un diario minimo di un viaggiatore curioso, attento e a volte stralunato che si incanta ancora davanti al paesaggio quotidiano che scopre, che si appassiona alle storie delle donne e degli uomini che lo abitano, un atto d’amore per la propria terra che non smette mai di osservare con occhi di stupore e meraviglia.
ilfattoquotidiano.it, 22/1/2013

Critica (3):

Critica (4):
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