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Dilettanti (I) - I went down


Regia:Breathnach Paddy

Cast e credits:
Sceneggiatura
: Conor McPerson; fotografia: Cian De Buitlear; montaggio: Emer Reynolds; musica: Dario Mariannelli; interpreti: Brendon Gleeson (Bunny Kelly), Peter McDonald (Git Hynes), Peter Caffrey (Frank Grogan), Tony Doyle (Tom French); produzione: Treasure Films; distribuzione: Mikado; origine: Irlanda, 1997; durata: 107’.

Trama:Girano su un'auto rubata in un paesaggio irlandese piatto, a perdita d'occhio, talvolta quasi paludoso. Girano su se stessi, quasi circolarmente, con un gangster rapito, per consegnarlo a un altro gangster che vuole farlo fuori. Sono due piccoli malviventi: Git, giovane e alle primissime armi, trascinato in questo brutto affare per aver tentato di salvare un amico, e il più vecchio Bunny, che all'apparenza ha la pelle dura del criminale incallito, ma, sotto sotto, è anche lui un povero diavolo coinvolto in una vita che non gli si adatta.

Critica (1):La giovane vita di Git Hynes non gira proprio al massimo : appena uscito di galera (dove, scopriremo, ha scontato una pena per un reato non commesso), si ritrova scaricato dalla ragazza, che gli ha preferito il suo migliore amico. Non solo, lei lo prega di dare loro la sua benedizione e confortare l’amico, che si sente in colpa. Tempi duri, per i troppo buoni ! Git, infatti, va per confortarlo e finisce invischiato con la malavita locale, per tirarlo fuori dai guai. E così, il buon samaritano deve, suo malgrado, fare un “lavoretto facile, facile” per Tom French, gangster cui l’altro deve i soldi di alcune scommesse. Il “lavoro” consiste nell’andare al sud a prendere un socio di French, un certo Frank Grogan. Ma, come i carabinieri (esisterà un corrispettivo irlandese ?), anche la manovalanza del crimine va sempre in coppia ed è così che Git, ragazzo tranquillo e con principi morali, si ritrova a lavorare con Bunny Kelly, malvivente di mezza tacca, con un brutto carattere, respinto dalla moglie, con una certa difficoltà ad esprimersi, convinto di sapere cosa bisogna fare e... pasticcione. Il viaggio al sud, con un’auto rubata, dove ovviamente mancano le chiavi del serbatoio, inizia sotto l’auspicio di una rapina alla prima stazione di servizio e continua con una seconda auto rubata, così scalcinata da lasciarli a piedi in mezzo alla campagna ! Le cose non migliorano, certo, quando finalmente trovano Grogan, decisamente riluttante a seguirli dal socio, e così logorroico da ricordare le performances di Quentin Tarantino. In fondo, Grogan parla per salvare la pelle e far leva sugli scrupoli ed il senso di responsabilità del malleabile Git. Il quale, ovviamente, per far la cosa giusta, si mette sempre nei guai, fino alla resa dei conti finale, nella penombra di un bosco, dove molti segreti, sepolti da tempo, vengono alla luce ed altri segreti verranno sepolti per sempre (o no ?). In fondo, per far fede al titolo italiano, da dei dilettanti c’è d’aspettarsi di tutto, anche che siano bravi. Come lo sono realmente tutti gli interpreti de I dilettanti, rispettivamente l’esordiente Peter McDonald (Git), giovane con alcune esperienze teatrali e televisive, Brendan Gleeson (Bunny), originario di Dublino e già visto in Braveheart (dove era Hamish), in Michael Collins e in The Snapper e Peter Caffrey (Frank), attore soprattutto di serial televisivi e di teatro, scelto dal regista oltreché per l’esperienza per la sua particolare voce, piccolo dettaglio che ovviamente va perduto nel doppiaggio. Come si perde il modo di parlare e cioè il linguaggio tipico di Dublino, scelto da Breathnach che per far respirare al suo lavoro un’atmosfera “profondamente irlandese”. Nonostante queste mutilazioni, I dilettanti, film rivelazione all’ultimo Festival di San Sebastian, dove ha vinto ben quattro premi, ed accolto favorevolmente a Torino Giovani ’97 ed al recente Sundance ’98, è la dimostrazione che il gangster movie virato al comico e senza troppe influenze tarantinesche, anche se non completamente originale (questi rapinatori-rapitori goffi, imbranati, questi tipici loser di periferia, richiamano subito alla mente i tre amici squinternati, altrettanto imbranati con le donne e con le rapine, di Palookaville), si può far bene anche in Europa. Restiamo in attesa del terzo film di Breathnach. I dilettanti è stato, infatti, prodotto anche con il premio in denaro vinto a San Sebastian per la sua opera prima, Ailsa. Con questo ha vinto di nuovo... come dilettante non c’è male !
Giovanni Arrighi, Vivi il cinema n. 64 genn.-febb. 1998

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
Paddy Breathnach
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