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Transfert pericoloso - Passage à l'acte


Regia:Girod Francis

Cast e credits:
Soggetto: da un romanzo di Jean-Pierre Gattegno; sceneggiatura: Francis Girod, Michel Grisolia, Gérard Miller; fotografia: Charlie van Damme; montaggio: Géneviève Winding; musica: Alexandre Desplat; scenografia: Bernard Vezat; costumi: Jackie Budin; interpreti: Daniel Auteuil (Antoine Rivière), Patrick Timsit (Edouard Berg), Anne Parillaud (Isabelle D'Archambault), Michele Laroque (Florence Rivière), Marianne Denicourt (Nathalie), Clotilde de Bayser, Jean-Michel Noirey, Mare Berman, Anne-Marie Philippe, Anne Le Ny, Romain Legrand; produzione: Bruno Pesery, Michel Seydoux per Arena Films/Camera One/DA Films/France 2 Cinéma; paese d'origine: Francia, 1996; durata: 105'.

Trama:Dal romanzo Neutralité malveillante di Jean-Pierre Gattegno. A uno psicanalista parigino un paziente confida di aver assassinato la moglie, e vuole essere creduto: è un mitomane o dice il vero? Presto lo psicanalista scopre che il quesito è un altro: come sbarazzarsene?

Critica (1):Lo psicanalista, l'etica professionale, i dubbi, il crimine. Il dottor Antoine Rivière, a dispetto dei suoi debiti, è un uomo affermato. Ha clienti facoltosi, come ad esempio la ricchissima Isabelle d'Archambault, un'aspirante suicida con tendenze alla ninfomania, che gli permettono una vita dispendiosa. Vive separato dalla moglie e dal figlio e circondato dall'invidia e dal sospetto dei colleghi. Insomma un tipico rappresentante del ceto dominante di un paese industrializzato. Ma sul lettino del suo studio un giorno si corica il disordine e la sua vita non sarà più la stessa. Chi è infatti Edouard Berg, un semplice mitomane millantatore oppure l'assassino psicopatico e geniale che dice di essere? Il dottor Rivière scoprirà a sue spese che questa non è forse la più assillante delle domande. Ce n'è un'altra ancora più urgente: come liberarsi di lui? Tratto dal noir di Jean-Pierre Gattegno Neutralitè malveillante (è stato di recente tradotto e pubblicato dalla Garzanti), un professore di letteratura francese e giallista di vaglia, Passage à l'acte (così in originale) è stato presentato con un ottimo successo all'ultimo "Noir in festival" di Courmayeur. In effetti il solido (si dice così) Francis Girod (nel suo curriculum Trio infernale, 1974, La banchiera, 1980, Discesa all'inferno, 1986) ha potuto contare su almeno tre grandi assi per questo «ironico e crudele ritratto della corruzione di alcune élite intellettuali». L'asso di denari è Daniel Auteuil, semplicemente straordinario in questo ruolo ambiguo di psicanalista antipatico e attraversato da pulsioni interiori sempre più scoperte. L'asso di cuori non può che essere Anne Parillaud (Nikita, Amore all'ultimo morso), sempre a suo agio quando può esibire la nevrosi al lavoro. L'asso di picche infine - ed è per noi italiani la vera scoperta del film è Patrick Timsit, impagabile gay in Di giorno, di notte, un attore dalla personalità multiforme e straripante a cui molti in patria pronosticano una carriera eccezionale. Ricorda l'attore: «Per la parte mi sono serviti i sei mesi in cui sono andato da uno psicanalista per farmi riformare dal servizio militare. Sono entrato dal medico e ce l'ho messa tutta. Ho recitato e lui mi ha detto: " E soltanto una crisi adolescenziale ". Dopo tutto quello che gli ho inventato in sei mesi di terapia, voleva rinchiudermi!"»
C'è da dire che i dialoghi sono stati curati da Gerard Miller, noto psicanalista freudiano e saggista, qui utilizzato per la prima volta dall'industria cinematografica: «Era ora che la psicanalisi avesse un ruolo diverso da quello abituale di prestanome! perché quando il cinema americano parla di "Freud ", parla di tutto tranne che di Freud. Ho cercato di dare ai personaggi principali, implicati in una storia di omicidio che ha a che fare con l'inconscio, un loro inconscio. E freudiano per giunta!» Tra le curiosità di una recitazione che Girod ha curato particolarmente, impedendo ad esempio ad Auteuil e Timsit di conoscersi prima delle riprese e girando le sedute psicanalitiche in ordine cronologico, anche quella di far recitare Auteuil senza mai fargli guardare in faccia Timsit o la Parillaud. Una cosa forse non avvertibile immediatamente, che ha dato un'atmosfera particolare a un film che ci riporta alle epoche in cui il cinema francese sapeva inventare raffinate storie criminali.
Massimo Lastrucci, Ciak, n. 6, giugno 1997

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
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