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Amants (Les) - Amants (Les)


Regia:Malle Louis

Cast e credits:
Sceneggiatura
: Louis Malle, Louise de Vilmorin da "Point de lendemain" di Dominique Vivant barone di Denon; fotografia: Henri Decaè; scenografia: Bernard Evein, Jacques Saulnier; costumi: Renée Pellemoine; musica: Sestetto n. 1 in si bemolle maggiore op. 18 di Johannes Brahms (estratti dal primo e secondo movimento); suono: Pierre Bertrand; montaggio: Léonide Azar; interpreti: Jeanne Moreau (Jeanne Tournier), Jean-Marc Bory (Bernard Dubois-Lambert), Alain Cuny (Henri Tournier), José-Luis Villalonga (Raoul Florès), Judith Magre (Maggy ThiébautLeroy); produzione: Nouvelles Editions du Film; origine: Francia, 1958; durata: 88'.

Trama:Il grigiore della provincia e la mediocrità degli affetti familiari spingono Jeanne Tournier ad evadere. Attraverso una sua amica d'infanzia ha conosciuto a Parigi un esponente della buona società borghese Raoul Florès e ne è divenuta l'amante. Irritato per le sempre più frequenti assenze, Henri Tournier esige che siano una volta tanto gli amici della moglie a spostarsi per il weekend. Jeanne è costretta a fare buon viso a cattiva sorte. Nel tornare dalla capitale, ha un guasto alla macchina e deve accettare un passaggio da un giovane archeologo, Bernard Dubois-Lambert. Raggiungono insieme la villa, quando i due ospiti parigini sono arrivati da un pezzo. Henri invita Bernard a restare. Dopo la cena, ognuno si ritira nella propria camera. Attirata dalla musica di un giradischi rimasto acceso, Jeanne scende nel salotto ed esce poi in terrazza. È in camicia da notte. Anche Bernard è fuori.

Critica (1):I titoli di testa de Les Amants si svolgono su un fondale che riproduce 13 "carte du pays du tendre" disegnata nel 1659 con dedica a Mme de Rambouillet. Nella parte superiore sono riportate le "terre sconosciute"; tra queste e il "territorio dei sentimenti" c'è il "mare del pericolo"; al centro un "lago dell'indifferenza". L'inclinazione a una letterarietà di maniera si sbriciola però già nel corso della prima sequenza. Siamo su un campo da polo, si sente il rumore di una galoppata che va aumentando via via che ad esso si aggiunge il brusio della folla. In primo piano il pubblico, elegante e ciarliero, e poi atleti che s'accostano alla tribuna. La macchina da presa li segue sul terreno di gioco. Dal fondo qualcuno colpisce e manda a segno la palla; poi avanza verso la camera. Immediatamente dopo, un primo piano di due donne: Jeanne Tournier, la borghese arrivata dalla provincia per compiere nella capitale il suo apprendistato sentimentale; e una sua amica, l'eccentrica e sofisticata Maggy Thiébaut-Leroy. Si è già nel vivo de Les Amants, grazie anche alla puntualità di una descrizione lontana da ogni eleganza esteriore. L'azione si svolge sotto una luce fredda, adamantina; il punto di vista pare estraniato e il distacco - che è il distacco dell'osservatore e del moralista - registra una realtà sentita come indifferente. Si può intendere la relativa impassibilità del punto d'osservazione principalmente in quanto cifra stilistica già conseguita e poi come ripensamento formale, non partecipato emozionalmente, di situazioni per larga parte presenti alla mente del regista. E non pertanto la freddezza della visualizzazione - che appartiene a ripresa filmica assai più che alla sceneggiatura - sottolinea una differenza e un distanziamento che sono il segno di una assenza di partecipazione. In altri termini il punto di vista filmico introduce sin dalle prime battute il filo critico che percorre il film. Rispetto all'Ascenseur, qui prendono vistoso rilievo l'oggetto e i destinatari della polemica di Malle. La vacuità morale e ideale di una borghesia incapace di autenticità, e parigina nella più corriva accezione, porta naturalmente alla commedia mondana, nella quale è coinvolta e dalla quale riuscirà a liberarsi per improvvisa illuminazione la protagonista. Che però - a differenza degli amici, a differenza dello stesso marito, l'altro idolo polemico dell'opera - è privilegiata dal fatto che fin dall'inizio una voce off fa da tramite tra l'autore e gli spettatori per sottolinearne pensieri e sensazioni. Lo stilema, in realtà un po'
romanzesco e appesantito dal sentimentalismo dei dialoghi, è una curiosa didascalia in terza persona, ma l'avere usato la voce della Moreau riporta a un soggettivismo che da un lato si risolve in ulteriore possibilità di intervento e di giudizio da parte degli autori, e per l'altro verso permette di correggere l'eccessiva assimilazione della figura femminile al conformismo dominante. Come si vede di seguito, Jeanne Tournier è una ingenua provinciale che crede ancora nell'amour fou. È ad ogni modo la distanza dalla materia descritta - e al tempo stesso l'esattezza dell'osservazione - a definire una delle modalità espressive de Les Amants: quella che è stata ricondotta alla cosiddetta "pars critica" del film. Con una precisione e insieme una libertà di soluzioni assai insolite, Malle costruisce le sequenze della prima parte affidandosi alla chiarezza e all'analisi. Abbandonate le variazioni stilistiche del film precedente, l'attenzione è fissata sul taglio e sulla consistenza semantica dell'inquadratura. Sobri i movimenti di macchina e, comunque necessaria mai però tali da affascinare col dinamismo dell'obiettivo. Il senso della continuità e della durata è consegnato a piani-sequenza e a un montaggio sicuro. Il quadro è accurato, rinvia a una idea di classicità non ignara del presente, frequente, infatti l'impiego dell'ellissi. La lontananza dei personaggi (l'autore si vuol mantenere distante da una loro possibile qualità interiore) non viene meno neppure in quei momenti nei quali il crescere delle tensioni avrebbe anche occasionato una diversa attitudine. [...] Gualtiero De Santi, Louis Malle, Il Castoro cinema, 1977

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
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