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Giorno speciale (Un)


Regia:Comencini Francesca

Cast e credits:
Soggetto: dal romanzo “Il cielo con un dito” di Claudio Bigagli; sceneggiatura: Giulia Calenda, Francesca Comencini, Davide Lantieri; fotografia: Luca Bigazzi; musiche: Ratchev & Carratello; montaggio: Massimo Fiocchi, Chiara Vullo; scenografia: Paola Comencini; costumi: Ursula Patzak; suono: Alessandro Zanon, Alessandro Palmerini; interpreti: Filippo Scicchitano (Marco), Giulia Valentini (Gina), Roberto Infascelli (autista deposito), Antonio Giancarlo Zavatteri (onorevole Balestra), Daniela Del Priore (Marta), Rocco Miglionico (Rocco); produzione: Carlo Degli Esposti per Palomar; distribuzione: Lucky Red; origine: Italia, 2012; durata: ’90.

Trama:Gina sta per incontrare un uomo politico che dovrebbe aiutarla a entrare nel mondo dello spettacolo. Marco è al suo primo giorno di lavoro come autista, ed è lui che la accompagnerà. A causa dei continui rinvii dell'appuntamento, Gina e Marco - tanto diversi ma con una gran voglia di farcela a tutti i costi - si troveranno a trascorrere insieme un 'giorno speciale'...

Critica (1):(...) È il terzo film italiano in concorso in questa Mostra e racconta, ispirandosi al romanzo Il cielo con un dito di Claudio Bigagli, la giornata particolare di due ragazzi: Gina (Giulia Valentini, appunto: esordiente assoluta) è figlia di una manicure, vive nella periferia romana di Ponte di Nona e sogna di sfondare nel mondo dello spettacolo; Marco (il Filippo Scicchitano di Scialla) è l'autista che la preleva una mattina sotto casa per portarla da un «onorevole» che ha messo una buona parola per lei e ora va ringraziato nei modi dovuti. Il politico in questione passa di riunione in riunione e l'appuntamento viene continuamente rinviato. Gina e Marco passano così la giornata in giro per Roma, prima annoiandosi e poi divertendosi, infine addirittura piacendosi fino al punto da fingersi, in alcune delle loro «zingarate», fidanzati. Ma a tarda sera la convocazione dell'onorevole arriva davvero e Gina, nonostante tutto, deve fare quel che sapeva di dover fare fin dal mattino. «Mi dicono tutti che il palazzo in cui entra la macchina in cui Marco trasporta Gina pare Palazzo Grazioli. Non lo è – assicura Francesca Comencini – ma capisco che lo sembri. Tutti, vedendo quella scena, abbiamo talmente scolpite nella testa le immagini di Palazzo Grazioli e di altri luoghi di potere, che immediatamente le richiamiamo alla memoria. Quando Gina, dopo aver ringraziato l'onorevole, va in bagno e si guarda allo specchio è la stessa cosa: tutti ripensiamo alle famose foto scattate dalle ragazze nei bagni di quel palazzo. Del resto, se per anni non fossimo stati ossessionati dalle notizie sul bunga-bunga e da tutte queste storie, probabilmente Claudio Bigagli non avrebbe scritto il romanzo e io non avrei girato il film. Ho seguito con angoscia tutte quelle notizie anche in quanto madre di figlie adolescenti. Quando è venuta fuori la storia di Noemi Letizia, non ho potuto fare a meno di notare che lei e mia figlia avevano la stessa data di nascita. Noi madri dovremmo interrogarci sui modelli di vita che inculchiamo nelle nostre figlie. Per questo il personaggio della mamma di Gina, nel film, è dipinta come una complice: l'onorevole è un suo lontano parente e lei sa benissimo cosa deve fare la figlia. La preparazione al giorno speciale – il vestito, le scarpe, il trucco – è una sorta di rituale, di rito iniziatico in cui la madre pensa in buona fede di lanciare la propria figlia nel mondo, di darle opportunità che lei non ha avuto. Di fatto, la sta vendendo». L'onorevole, quando alla fine compare, non è nemmeno così laido. È giovane, non brutto, certo antipatico ma molto diverso da Berlusconi. Scelta voluta? «Sì. Non volevamo costruire una scena su un vecchio bavoso che mette le mani addosso a una fanciulla indifesa. Mi sembra che la visione della politica che emerge dal film sia ancora più dura: alcuni vecchi (non tutti!) sono schifosi, ma se anche i più giovani applicano le stesse regole, siamo finiti». Già, la visione della politica. Per fare il film hai provinato molti ragazzi e ragazze, che cosa pensano di quel mondo? «Pensano tutti, e sottolineo TUTTI, la stessa cosa: chi se ne frega, si scannassero fra di loro. Avevo persino messo questa battuta nel film, poi l'ho tolta, mi sembrava troppo ma era vera». Filippo Scicchitano conferma ma opera un piccolo distinguo: «Penso così di QUESTA classe politica. Spero in un ringiovanimento, e spero che i giovani non siano come quello del film». In realtà il problema non è solo della politica, ma di un modello culturale assai pervasivo nella nostra società. Un giorno speciale può idealmente collegarsi a Bella addormentata di Bellocchio per disegnare il ritratto di un'Italia antropologicamente decaduta. E se Bellocchio si interroga sul concetto di sacrificio, Francesca Comencini compie un'indagine merceologica, quasi marxista (speriamo che l'aggettivo non la disturbi): racconta il mercato dei corpi che si compie quotidianamente nel nostro Paese, analizza cosa significa «vendersi», fisicamente e moralmente. Non è un'esclusiva della classe politica: il problema è semmai come la politica sia stata «contaminata» da queste pratiche, grazie al suo asservimento a un sistema mediatico-televisivo che equipara il corteggiamento e il desiderio sessuale (legittimi, nella vita) alla compravendita di spot pubblicitari. (...)
Alberto Crespi, L’Unità, 8/9/2012

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