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Nessuno mi troverà


Regia:Eronico Egidio

Cast e credits:
Soggetto: Egidio Eronico; sceneggiatura: Egidio Eronico; fotografia: Carlo Rinaldi; musiche: Riccardo Giagni; montaggio: Antonio Canestri; suono: Alessandro Bianchi, Iacopo Pineschi, Andrea Sileo; interpreti: Francesco Guerra, Nadia Robotti, Ettore Majorana Jr., Etienne Klein, Wolfgang Fabio Schultze, Jordi Bonells, Roberto Finzi, Massimo Onofri, Marco Foschi (narratore), Alessandro Messina (voce di Ettore Majorana; produzione: Andrea Stucovitz per Partner Media Investement, in coproduzione con Cut& Editing & More, in collaborazione con Istituto Luce Cinecittà, Fondazione Csc Centro Sperimentale di Cinematografia-Dipartimento di Animazione-Sede Del Piemonte; distribuzione: Istituto Luce-Cinecittà, in collaborazione con Cnr-Dipartimento Scienze Fisiche e Tecnologie Della Materia; origine: Italia, 2016; durata: 75'.

Trama:Attraverso documenti, immagini d'archivio, animazioni da graphic novel, testimonianze, documentario e congetture, il racconto della sparizione in circostanze misteriose di Ettore Majorana, uno dei più grandi fisici teorici del Novecento, e forse il più noto scomparso della storia dell'Italia contemporanea. La sua sparizione, quasi ottant'anni fa, non smette di produrre quesiti, dubbi, ricerche; le sue intuizioni e i suoi lavori scientifici sono oggi più attuali di quando furono pubblicati. Il suo enigma, lungi dall'essere risolto, è diventato un paradigma di questioni scientifiche, politiche, morali, che agitano ancora la nostra società.

Critica (1):Potrebbe essere una tendenza: nel giro di pochi giorni due film italiani scavano nel passato, rievocando storie di intellettuali "spariti" in modo misterioso; e lo fanno usando strumenti eterogenei, mescolando la ricerca d'archivio con la ricostruzione immaginaria, facendo parlare i testimoni ma senza paura di articolare ipotesi scomode. Di La macchinazione, il film di David Grieco, abbiamo molto parlato su queste pagine: e di Pasolini, in realtà, sappiamo benissimo come è "sparito", anche se è sempre doveroso indagare sulle cause e sui possibili colpevoli – dando per scontato, come per noi è, che la verità ufficiale non incanta nessuno. Diversa la storia di Nessuno mi troverà di Egidio Eronico (…): qui si parla del grande fisico Ettore Majorana, lui sì "sparito" senza lasciare tracce nel 1938, e in questo caso siamo di fronte al mistero più fitto. Eppure le storie di Majorana e di Pasolini hanno qualcosa in comune: l'assenza di una verità condivisa, il sospetto che dietro le loro morti e/o sparizioni si nascondano congiure di potere ineffabili. Come aveva capito Sciascia, il cui libro La scomparsa di Majorana rimane imprescindibile. Il film di Eronico è un documentario “quasi” classico, con inserti di animazione che ricostruiscono in modo volutamente fantastico le ultime ore di Majorana (scelta saggia, il non aver preso un attore). Si analizzano tutte le ipotesi sulla scomparsa, compresa quella – ampiamente demolita dagli esperti – che fosse emigrato in Germania e avesse lavorato per i nazisti (la celebre foto in cui lo si vedrebbe accanto a Eichmann, nel 1950, viene analizzata e sbugiardata). Nel repertorio raccolto da Eronico ci ha emozionati un ritaglio della "Tribuna", giornale del 17 luglio 1938, il cui titolo recita: "Perdura il mitsero del prof. Ettore Maiorana". Due errori in sette parole, il cognome scritto sbagliato e la parola "mistero" con duè lettere invertite. Sì, il "mitsero" è ancora fitto, ma Nessuno mi troverà lo ricostruisce in modo affascinante.
Alberto Crespi, l'Unità. 14/4/2016

Critica (2):Di sicuro c'è solo che e scomparso. Tutto il resto sono teorie, ipotesi, investigazioni. Letteratura, anzi mitologia. Ma possiamo fare a meno della mitologia? No naturalmente, soprattutto se al centro di questo vortice di congetture c'è una figura fuori da qualsiasi schema come quella di Ettore Majorana, il geniale fisico teorico siciliano che il 26 marzo del 1938, a soli 31 anni, fece perdere per sempre le sue tracce. Dando il via a una leggenda che 78 anni più tardi non ha ancora smesso di crescere generando forme sempre più bizzarre ma mai casuali, come certe specie vegetali che continuano a variare nel tempo. E come ogni leggenda che si rispetti.
Ultima, ma certo non definitiva, la versione di Egidio Eronico, che essendo un regista a Majorana ha dedicato un film volutamente ibrido, Nessuno mi troverà - Majorana memorandum (…).Una ricognizione affascinantr proprio perché "aperta" che contamina film d'archivio, inchiesta, documentario, cartoon (belli i disegni di Leomacs, intonatissime e mai invadenti una volta tanto le musiche di Riccardo Giagni).
Con un debito esibito verso i labirinti e gli eroi inafferrabili di Orson Welles. Coniugato a un poderoso apparato investigativo in cui svettano gli storici della fisica Francesco Guerra e Nadia Rebotti, anche consulenti scientifici dell'impresa. Accanto a cui sfilano tra gli altri i fisici Etienne Klein e Ettore Majorana Jr., nipote dello scienziato, e storici e scrittori come Roberto Finzi, Jordi Bonells e Massimo Onofri.
Nessuno dice l'ultima parola, ci mancherebbe. Ma tutti spingono il film verso alcune certezze provvisorie che rendono ancora più fluide le zone d'ombra. Certo, il genio irrequieto di Majorana dovette soffrire il confronto con Fermi, il "papa'" dei Ragazzi di via Panisperna (come si intitolava anche il film di Gianni Amelio centrato in buona parte sul loro rapporto). Majorana incontrollabile, mercuriale, intellettuale curioso di tutto. Fermi più accademico, rispettoso del potere, grande organizzatore, ma privo di interesse per letteratura, musica e ancor peggio, filosofia: «un ingegnere quantistico» dice un collega, e non è un complimento. Da questa distanza incolmabile,e da una serie di piccole e grandi scorrettezze di Fermi nei confronti di quell'allievo troppo geniale per non intimidirlo, nascerebbe la prima leggenda. Majorana, ex bambino prodigio, era nevrotico, irrequieto, intrattabile, in breve destinato al suicidio, ipotesi che in un certo senso fa comodo a tutti.
Ma una serie di proiezioni ideali costruite a posteriori, in particolare da Sciascia, antinuclearista convinto, col suo saggio su Majorana, alimentano l'altra leggenda del genio che avrebbe intuito prima di tutti il potenziale distruttivo della fisica nucleare e sarebbe scomparso per lanciare un messaggio ai colleghi. Per questo Eronico non cerca un'impossibile verità ma solo il modo migliore di raccontare la leggenda. Tenendo sempre ben presente che «anche se scoprissimo con certezza cosa fece, non sapremmo mai perché lo fece, cosa di gran lunga più importante».
Fabio Ferzetti, Il Messggero, 13/4/2016

Critica (3):

Critica (4):
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