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Exotica - Exotica


Regia:Egoyan Atom

Cast e credits:
Soggetto e sceneggiatura:
Atom Egoyan; fotografia: Paul Sarossy; musica: Michael Danna; montaggio: Susan Shipton; scenografia: Linda Del Rosario, Richard Paris; costumi: Linda Muir; suono: Steven Munro; interpreti: Bruce Greenwood (Francis), Mia Kirshner (Christina), Don McKeller (Thomas), Arsinée Khanjian (Zoe), Elias Koteas (Eric), Sarah Polley (Tracey), Victor Garber (Harold), Calvin Green (il poliziotto di frontiera), David Hembler (l’ispettore); produzione: Atom Egoyan, Camelia Frieberg e David Webb, per Ego film Artis / Téléfilm Canada / The Ontario Film Development Corp.; distribuzione: Lucky Red; origine: Canada, 1994; durata: 104’.

Trama:Gli itinerari di cinque personaggi s'intrecciano in uno strip-club (dove vige la regola "guardare ma non toccare"), filmato come un acquario esotico dove nuotano i fantasmi dei più perversi desideri maschili.

Critica (1):Il primo lungometraggio di Atom Egoyan, Next of Kin (1984), si apre sull’inquadratura di una valigia abbandonata sul nastro che trasporta i bagagli in arrivo all’aeroporto. Da dove viene? A chi appartiene? Che cosa contiene? Exotica - il miglior frutto di questa stagione, accanto a Naked di Mike Leigh - esplora quest’enigmatica concezione della realtà fino a trasformarla in un complesso e irrisolto mosaico di verità incomplete, nascoste alla ragione e ai sensi. Il punto di partenza è anche qui un aeroporto, il falso specchio di fronte all’area in cui si ritirano i bagagli. Thomas nasconde le uova di un animale tropicale; i suoi gesti misurati e circospetti sono osservati da due ispettori di polizia, protetti da un falso specchio. “Devi sempre chiederti”, dice il più esperto, “che cosa può aver spinto quest’uomo a compiere un’azione del genere. Devi convincerti che egli sta nascondendo qualcosa, e tu devi sapere di che cosa si tratta”. Eric invita i visitatori di Exotica a pagare cinque dollari per lo striptease di una ragazza che “rivelerà i misteri del suo mondo”. Con un gesto tipico del film noir, Egoyan fa deviare il racconto su un binario in apparenza estraneo al precedente. Thomas divide il proprio taxi con uno sconosciuto che gli offre due biglietti per uno spettacolo di balletto, scende dall’auto e penetra nel locale notturno. Donne seminude si agitano sfiorando i clienti al ritmo di una musica techno-trance indiana. Una di loro è in uniforme da collegio, ma non è chiaro se il suo cliente ne sia eccitato o sconvolto. Perché? La direttrice di Exotica è una donna che ha deciso di avere un bambino e ha pagato il disc jockey Eric per farsi mettere incinta. Christina scopre l’accordo, e ne è furiosa. Perché ? Lontano da Exotica, Francis si porta a casa la giovanissima Tracey pagandola per il disturbo. Quando lui la restituisce a un padre condannato alla sedia a rotelle, lei gli chiede: “Ti sembra normale quello che stiamo facendo?”, ma fra i due non c’è alcun rapporto sessuale; Francis si limita a farle suonare Schubert nel proprio appartamento. Perché? Eric e Christina attraversano un campo, insieme ad altre persone che rastrellano la campagna. Perché? La storia procede così per accumulazione di interrogativi. Nulla è chiaro, tutto rimanda a qualcosa. Le ballerine al teatro dell’opera dove Thomas cerca un uomo da portarsi a letto, le danzatrici al servizio degli avventori di Exotica. La pedofilia latente nel rapporto fra Thomas e Tracey, fra Thomas e Christina. Thomas guarda Christina, ma non deve toccarla. Thomas osserva Tracey a casa propria, e non la molesta. Ci sono fotografie di due donne afro-americane, c’è un’immagine video che le mostra sorridenti, a distanza ravvicinata. Il padre di Tracey vive in un quartiere povero, abitato da gente di colore. Thomas cerca uomini di colore. Eric spinge Francis a toccare Christina durante il ballo, rompendo così le regole del gioco, ma poi si accanisce su di lui con una violenza sproporzionata all’infrazione. Francis frequenta la casa del padre di Tracey; è mai possibile che egli acconsenta a un rapporto mercenario con la figlia? A quanto pare i due si conoscono bene. Tutte domande sufficienti a soffiare sul fuoco della curiosità. Ci si rende conto che il nostro atteggiamento non è dissimile da quello del pubblico di Exotica. Corpi femminili raccontano vicende immaginarie di studentesse innocenti e perverse, di sirene che incurvano i fianchi per il sultano voyeur. Mitologie del desiderio, da guardare e non toccare. Che cosa c’è di attraente in un corpo che si spoglia davanti ai nostri occhi? La promessa di una bellezza definitiva, di una voluttà infinita, interminabile. Quel che non si vede. Immaginare lo splendore di quel che si intravede sotto il vestito. Lo striptease perfetto è quello che non ha mai fine. Caduto l’ultimo velo, la passione precipita nell’abisso della curiosità appagata. Avremmo voluto un altro velo da strappare, un altro mistero da rimpiangere. Il corpo della trama: innumerevoli verità, tutte plausibili e inespresse; comportamenti senza spiegazione; la tensione del possibile. Quando l’ipotesi diventa risposta, la delusione è così profonda che si tende ad attribuirla a un vizio di sceneggiatura, all’aver tessuto una rete di relazioni talmente intricate da far pensare che qualsiasi sforzo di tirarne le fila sia destinato a un artificioso fallimento. La risposta: Francis, sposato a una donna di colore, ha avuto da lei una figlia, scomparsa e poi trovata morta in un prato. Eric ne aveva trovato il cadavere, Christina era con lui. Il padre di Tracey è anche il fratello di Francis. La moglie di Francis era scappata con lui. Pochi mesi dopo, lo scontro d’auto: lei muore, lui rimane paralizzato. Devastato dalla doppia tragedia, Francis fa rivivere la figlia nell’immagine di Tracey, a sua volta figlia dell’uomo che ha distrutto il suo amore. Christina era anche amica della figlia di Francis; eccola alla fine del film, adolescente e sgraziata, in un flashback necessario e deludente come una Venere senz’abiti. La frustrazione, voluta e senz’altro coltivata da Egoyan in un film programmaticamente anti-erotico, è anche frutto dell’impressione che tutta la vita parallela di Thomas non sia stata che un espediente di scrittura, una falsa pista senza scopo. Ma è un espediente che serve a riportare l’esplorazione dell’enigma al suo stadio iniziale. Francis cerca conforto al proprio dolore riportando in vita l’oggetto della perdita in forma di feticcio erotico, e rendendolo perciò ancora più straziante. L’uomo che lo ha percosso perché Christina è stata toccata è anche colui che ha visto il corpo senza vita della figlia. La mano di Thomas sfiora Christina, e questa volta lei si limita a staccarsene con grazia. Tutto si spiega, ma adesso noi vorremmo tornare indietro. Rivestire il corpo per vederlo spogliarsi di nuovo. Ripetere il percorso per piangerne l’ambiguità perduta. Rivedere Exotica.
Paolo Cherchi Usai, Segno Cinema n. 74, luglio-agosto 1995

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
Atom Egoyan
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