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Mulheres


Regia:Bucchi Elisa, Bogo Nicola

Cast e credits:
Soggetto, sceneggiatura, fotografia, montaggio: Elisa Bucchi, Nicola Bogo; musiche: Nicola Bogo; suono: Nicola Bogo; produttori: Elisa Bucchi, Nicola Bogo- ISCOS Emilia Romagna; distribuzione: Fice; origine: Italia, 2014; durata: 24’.

Trama:Helena e Jenita, sfilano verso i loro campi di riso. Due donne mozambicane che lottano quotidianamente contro una societa' che le discrimina. Come vivono, cosa pensano e nascondono, cosa sognano e inventano ogni giorno per sopravvivere.

Critica (1):I documentaristi Elisa Bucchi e Nicola Bogo viaggiano in Zambezia per riprendere la storia di due contadine, rappresentative della situazione delle donne in una delle province più povere del mondo.
L’egida sotto cui hanno lavorato è la loro stessa ProduzioniYPico, finanziamenti emiliani e più che tanta buona volontà, l’elemento fondamentale per riuscire in un paio d’anni a produrre ben quattro documentari. Gli autori di questa piccola impresa sono Elisa Bucchi e Nicola Bogo, lui anche abile compositore delle musiche dei film, e ora sono in concorso all’edizione 2014 del Via Emilia Doc Fest (...).
Il documentario con cui partecipano Bucchi e Bogo quest’anno è Mulheres, un ritratto fedele e sincero della situazione delle donne in Zambezia, la provincia centrale del Mozambico, una delle nazioni più povere al mondo causata da decenni di guerra ininterrotta: il conflitto interno per l'indipendenza dal Portogallo dal 1964 al 1974 e la guerra civile dal 1981 al 1994. La fatica della povertà negli ultimi vent’anni ha trasformato la società mozambicana, l’80% del lavoro è sostenuto dalle donne e gran parte di questa stessa percentuale riguarda il lavoro nella machamba, i campi coltivati dove le due protagoniste intervistate dai registi lavorano sin dall’infanzia.
I loro nomi sono Helena Francisco Terra e Jenita Armando Rogerio, donne sole con un marito seppellito da molti anni e un mare di figli a cui badare sia insegnando il mestiere nei campi di riso, l’unico di cui sono certe, sia cercando di spinger loro a scuola, per aver maggior fortuna e sperare un giorno di poter ottenere un lavoro che dia maggior soddisfazione e un guadagno dignitoso. Quest’ultima parola è quanto descrive alla perfezione anche la regia di Bucchi e Bogo, rispettosa della dignità di chi sta osservando, entrando con delicatezza nelle loro vite.
Non viene forzato alcunché fuori dalle loro bocche, la rivelazione del loro nome avviene alla conclusione del breve documentario – meno di 25 minuti –, così come la loro provenienza e posto nella microsocietà in cui vivono. La pietà è ben lontana grazie alle delicate immagini del duo, la ricerca avvia lo spettatore a farsi avvolgere da un sentimento più vicino alla comprensione rimanendo sempre con la mente lucida. Un dettaglio da non abbandonare in secondo piano se teniamo in considerazione lo scopo di tanti altri documentari ambientati in Africa, volti a commuovere e non a far pensare. (...)
Fausto Vernazzani, iscosemilaromagna.org

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
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