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Buon giorno - Ohayō


Regia:Yasujirō Ozu

Cast e credits:
Sceneggiatura: Noda Kōgo, Yasujirō Ozu; fotografia: Atsuta Yūharu; montaggio: Hamamura Yoshiyasu; scenografia: Hamada Tatsuo; musica: Mayuzumi Toshirō; interpreti: Shigaraki Kōji (Minoru), Shimazu Masahiko (Isamu), Ryū Chishtū (Hayashi Keitarō), Miyake Kuniko (signora Hayashi), Sata Keiji (Fukui Eichiro), Kuga Yoshiko (Setsuko), Sugimura Haruko (signora Haraguchi), Miyoshi Eiko (vecchia signora Haraguchi), Tōno Eijirō (Tomizawa), Nagaoka Teruko (signora Tomizawa), Takahashi Toyo (signora Okubo), Shirata Hajime (Kozō), Fujiki Matsu (Zen); produzione: Shōchiku; distribuzione: Tucker Film; origine: Giappone, 1959; durata: 95’.

Trama:Questa brillante commedia corale descrive la vita in un quartiere di periferia con tutta una serie di personaggi divertenti e di buffi accadimenti: scoppia un mini-scandalo per le quote del club femminile che pare non siano state consegnate, con la presidentessa e la tesoriera che si rimpallano la responsabilità; un uomo si preoccupata per la miseria della pensione, beve troppo e cerca un nuovo lavoro; un venditore ambulante troppo insistente gira per le case, e viene messo a posto dalla terribile madre della presidentessa; un giovane insegnante timido è innamorato di una ragazza ma non osa dichiararsi... Soprattutto, il film presenta la vita dal punto di vista dei bambini. Lo sport dei ragazzini del quartiere è di imparare a scorreggiare a comando quando gli si preme la fronte. I bambini poi sono affascinati da quella nuova diavoleria che è la televisione, con la quale si può seguire il campionato nazionale di sumo. Due fratellini si infuriano col padre che non vuole comprare un televisore (ha sentito dire, confida a un amico al bar, che la televisione rende stupidi). I due dapprima fanno lo sciopero della fame, poi passano allo sciopero del silenzio: i grandi, dichiarano, parlano molto ma senza dire nulla, con formule prive di significato come "Buongiorno "(Ohayō). Scappano persino di casa, facendo preoccupare genitori e amici. Alla fine però tutto si risolve: quando i fratelli vengono riportati a casa, scoprono con gioia che il padre ha comprato il televisore.

Critica (1):Buon giorno è particolare nella filmografia di Ozu per la sua dimensione collettiva, in cui la vicenda dei fratellini è solo la più importante in una serie di storie interconnesse sulla vita del quartiere. Si vedono certi esterni di periferia molto simili a quelli di Viaggio a Tokyo. Da notare che, circa il tema dei bambini, quel bizzarro e affascinante film che è Early Summer appare quasi una prova generale di Buon giorno: anche là si trovano i fratellini Minoru e Isamu, la fuga da casa, perfino la visita a casa di una signora che chiede al figlio di aiutare a cercarli. Il concetto base risale però al capolavoro degli anni Trenta I Was Born, But... Ad esso Buon giorno si riallaccia riprendendo l'argomento dello sciopero della fame dei due fratelli – ma in un'ottica più divertita e distesa, senza i sottintesi drammatici di quel film.
L’interesse di Ozu per la vita privata dei bambini emerge nella descrizione dei loro giochi, attraverso i quali il tema della scorreggia (tutt'altro che inusuale nella cultura giapponese) entra nel film a vele spiegate. Si può osservare che, nel gioco dei bambini di scorreggiare a comando quando gli si preme la fronte, questo comportamento "robotico" è collegabile alla mania degli elettrodomestici che cominciava allora a diffondersi in Giappone, sulla quale scherza il film.
Buon giorno inoltre contiene al suo centro una riflessione sul linguaggio: di che cosa parliamo quando parliamo? I due fratelli contestano i genitori dicendo che le espressioni usate degli adulti (da quelle di saluto ai discorsi sul tempo, così frequenti in Ozu) sono solo formule vuote. Gli adulti rispondono che queste formule sono un "lubrificante sociale" insostituibile. Però noi spettatori ci accorgiamo che a volte, come nel caso dei due timidi innamorati del film, è difficile andare al di là.

Mollare una scorreggia - Questo non ti fa ridere
Quando vivi da solo.
Poesia senryu. [...]
La scorreggia (onara, o ) è un caposaldo dell'arte e della letteratura giapponese, celebrata in rotoli dipinti che descrivono gare di scorregge e in poesie senryu come quella citata sopra. [...] Ma in Buon giorno le gag sulle scorregge sono indirizzate a una trattazione satirica del linguaggio umano. Fin dall'inizio il film esamina due delle dimensioni del linguaggio, quella pragmatica e quella semantica. Gli studenti usano l'inglese per ingannare i genitori: Zen lo declama perché sembri che stia studiando; Minoru ci scivola per confondere sua madre; Isamu dice "I love you" in ogni occasione. L'equivalenza cruciale tra scorreggia e linguaggio appare nella seconda scena, quando Fukui tocca la fronte di Kozo chiedendo una traduzione; il bambino scorreggia automaticamente. Spiega che il signor Okubo è molto bravo a farlo. Stacco a lui in casa, che scorreggia. Appare sua moglie: "Mi hai chiamato?" – lei va via – lui scorreggia di nuovo – di nuovo lei ritorna chiedendo cosa vuole; stavolta lui fa una richiesta. Di già, il contenuto semantico del linguaggio è equiparato a un suono volgare e privo di significato, e il contesto pragmatico umano tratta ogni suono casuale come un tentativo di comunicazione deliberata.
David Bordwell, Ozu and the Poetics of Cinema, British Film Institute, Princeton University Press, London-Princeton, 1988

Critica (2):Non è casuale che uno dei film più emblematici di Ozu sull'argomento dell'infanzia si intitoli precisamente Buon giorno, titolo che si riferisce a quella moltitudine di norme di cortesia che rendono possibile le relazioni nel mondo degli adulti e che dal punto di vista dei bambini non sono che mere manifestazioni di ipocrisia. I bambini, da quei quasi-animali che sono, non sono abituati a reprimere i loro istinti, a regolare il loro comportamento secondo norme. Ricordiamo che uno dei tratti più caratteristici della società giapponese è quello di reprimere le emozioni e non esprimerle esteriormente, come segno di forza morale. [...] L'infanzia in Giappone è quasi l'unico momento in cui le parole e le emozioni vanno di pari passo, per cui quest'ultime si esprimono liberamente.
Luis Irureta, Niños de primavera. Los niños de Ozu, in "Nosferatu", n° 25-26, diciembre 1997

Critica (3):Proprio come un personaggio non è mai del tutto buono o del tutto cattivo in un film di Ozu, così un'idea non è mai del tutto giusta o del tutto sbagliata. Non ci sono cose assolute in questi film, solo cose immutabili. Uno nasce, ma... il resto della vita non ha minimamente certezze. Tutti i personaggi di Ozu devono costruirsi da soli il senso della loro esistenza. Così in Buon giorno né i bambini né gli adulti hanno interamente ragione. Nei film di Ozu raramente (se non mai) sperimentiamo la feroce gioia della certezza. Il mondo di Ozu è un mondo che scorre, in cui ben poco è predeterminato.
Donald Richie, Ozu, University of California Press, Berkeley­Los Angeles-London, 1974

Critica (4):
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