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Signora di mezzanotte (La) - Midnight


Regia:Leisen Mitchell

Cast e credits:
Soggetto: Edwin Justus Mayer, Franz Schulz; sceneggiatura: Charles Brackett, Billy Wilder; fotografia: Charles Lang; musiche: Frederick Hollander; montaggio: Doane Harrison; scenografia: Robert Usher, Hans Dreier; effetti: Farciot Edouart; interpreti: Claudette Colbert (Eve Peabody), Don Ameche (Tibor Czerny), John Barrymore (Georges Flammarion), Francis Lederer (Jacques Picot), Mary Astor (Helene Flammarion), Monty Woolley (il giudice), Elaine Barrie (Simone), Rex O'Malley (Marcel Renaud), Hedda Hopper (Stephanie), Armand Kaliz (Lebon); produzione: Paramount; distribuzione: Lab80; origine: Usa, 1939; durata: 94’.

Trama:Eve Peabody è una ballerina squattrinata che, persi tutti i suoi soldi sulla Costa Azzurra, arriva a Parigi. Riesce a infilarsi in un ricevimento dell’alta società, dove viene avvicinata da Georges Flammarion, un ricchissimo nobile che la incarica di una delicata missione: sedurre Jacques Picot, bellimbusto rampollo di una schiatta di produttori di champagne che gli sta insidiando la moglie Hélène. Per Eve è un compito relativamente facile, ma a complicare il suo lavoro provvede tale Tibor Czerny, un tassista che per primo le aveva dato una mano e che adesso è ben determinato a far breccia nel cuore della ragazza.

Critica (1):Rimasta a Parigi senza soldi, una ballerina americana (C. Colbert) che si fa passare per contessa ungherese, è ingaggiata da un ricco aristocratico (J. Barrymore) perché seduca il mondano corteggiatore di sua moglie (M. Astor). S'intromette un tassista (D. Ameche), già conte russo, innamorato della ballerina che si spaccia per suo marito. Scritta da Billy Wilder e Charles Brackett, passa per una delle migliori commedie hollywoodiane degli anni '30: un perfetto meccanismo da orologeria con una leggera brezza di follia, un fondo di cinismo amaro e una conclusione un po' deludente. Recitata benissimo. È, forse, il miglior film di M. Leisen, ex disegnatore e scenografo.
mymovies.it

Critica (2):A Montecarlo, una ballerina americana, avendo sperperato tutti i suoi averi al tavolo da gioco, è costretta a impegnare il suo guardaroba. Giunta a Parigi, la donna viene assoldata da un ricco signore allo scopo di sedurre un giovanotto che da tempo gli insidia la moglie. Una commedia sofisticata, divertente e spumeggiante, soprattutto per merito della strepitosa sceneggiatura di Billy Wilder e Charles Brackett (in quello stesso anno i due, assieme a Walter Reisch, avevano realizzato il copione di Ninotchka di Ernst Lubitsch). La regia di Mitchell Leisen - in origine uno scenografo - è raffinata, ma priva dell‘efficacia di un maestro come Lubitsch.
Andrea Tagliacozzo,
del cinema.it

Critica (3):

Critica (4):
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet; Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema; Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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