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Quella sera dorata - City of your Final Destination (The)


Regia:Ivory James

Cast e credits:
Soggetto: tratto dal romanzo di Peter Cameron; sceneggiatura: Ruth Prawer Jhabvala; fotografia: Javier Aguirresarobe; musiche: Jorge Drexler, Richard Robbins; montaggio: John David Allen; scenografia: Andrew Sanders; costumi: Carol Ramsey; interpreti: Anthony Hopkins (Adam Gund), Laura Linney (Caroline Gund), Charlotte Gainsbourg (Arden Langdon), Omar Metwally (Omar Razaghi), Hiroyuki Sanada (Pete), Alexandra Maria Lara (Deirdre), Norma Aleandro (Sig.ra Van Euwen), Kate Burton (Lucy), Norma Argentina (Alma), Ambar Mallman (Portia), Luciano Suardi (Dottor Pereira); produzione: Merchant Ivory Productions; distribuzione: Teodora Film; origine: Gran Bretagna, 2009; durata: 118’.

Trama:Omar Rezaghi, 28enne dottorando iraniano dell'Università del Kansas, ha finalmente ottenuto un incarico prestigioso: scrivere la biografia dello scrittore uruguayano Jules Gund, autore di un unico libro, ma di grande successo, e morto suicida con un colpo di arma da fuoco. Tuttavia, la vedova, il fratello e l'ultima amante di Gund, che vivono tutti insieme nella tenuta di Ochos Rìos, non hanno alcun desiderio di veder arrivare un intruso a ficcanasare nei loro fatti privati. Omar dovrà quindi trovare il modo di farsi accettare dalla bizzarra famiglia Gund, e allo stesso tempo, venendo a conoscenza dei fatti della vita del protagonista della biografia e del suo entourage, imparerà a capire molte cose anche di se stesso.

Critica (1):L'eleganza rara, l'atmosfera dolce e nostalgica della memoria, esotismo umano singolare, bella sceneggiatura, interpreti magnifici: ci sono in 'Quella sera dorata' molte virtù dei film di Ivory. (...) Tratto dal romanzo di Peter Cameron (Adelphi), il film è pervaso d'una malinconia lieve e ironica, raffinata. L'assenza del defunto produttore fisso e amico del regista, Merchant, non è troppo avvertibile, o almeno non è avvertibile superficialmente. Gli attori scelti con intelligenza non potrebbero essere più bravi (Laura Linney, la vedova ufficiale, è ammirevole); il paesaggio esuberante fornisce uno sfondo bello alle passioni umane; il sentimento del protagonista la cui futura carriera e futuro successo dipende soprattutto dalla famiglia, è un sottile mix di ingenuità e arrivismo. Tutto molto ben fatto.
Lietta Tornabuoni, La Stampa, 8/10/2010

Critica (2):Dopo aver perso il produttore e compagno di una vita Ismail Merchant, il venerabile James Ivory torna ormai 82 enne con un film che sembra un distillato (un poco sfiatato) del suo cinema: The City of Your Final Destination, in italiano Quella sera dorata, come il romanzo di Peter Cameron da cui è tratto (...). Personaggi eleganti, dunque, cast impeccabile benché un poco diseguale, ambientazione esotica quanto fastosa, dialoghi cesellati alla virgola. E un languore di fondo da 'cinema del nonno' ma con tutti gli ingredienti e i sentimenti al posto giusto. (...) Trattandosi di un film in costume, benché contemporaneo (o quasi: siamo nel 1995), le donne si chiamano Arden o Deirdre. E tutto – luci, abiti, arredi, dialoghi, sguardi, sottintesi – è impeccabile, squisito, un poco affettato. Secondo il gusto sempre un poco antiquariale di Ivory. A meno che non sia la spasmodica ricerca di un passato (di una identità) che oggi ormai sembra monopolio dei registi americani. Dopo molti incidenti e quiproquo; comunque, ognuno affronta e scioglie i suoi nodi interiori, la verità si impone (verità dei sentimenti, non dei fatti), l'amore trionfa, il buon gusto pure. Dopotutto, perché no?
Fabio Ferzetti, Il Messaggero, 8/10/ 2010)

Critica (3):Curioso di vita, di affetti e di contraddizioni, a 82 anni James Ivory è partito per l'Argentina alla conquista delle nuove sensazioni prodotte dal bel romanzo di Peter Cameron Quella sera dorata. (...) Facile ma anche inesatto dire che è un cinema da salotto per signore: Ivory ha una forza cinica, un gusto del dialogo, una voglia di stupire coi meccanismi narrativi, un viril coraggio di guardarci in faccia che lo rendono un sempre attuale rabdomante di sentimenti pur all'interno di una struttura di cinema in cui gli effetti speciali sono un tributo alla sofferenza appena annacquata col buon whisky. (...) Anche questa sulle pampas e gli alveari è una camera con vista su figure lacerate e piene di dubbi, le cui difficili relazioni sono il nucleo di un romanzo introspettivo che diventa, tradizionalmente recitato ed impaginato, un classico film di Ivory.
Maurizio Porro, Corriere della Sera, 8 /10/2010

Critica (4):
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