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Condominio


Regia:Farina Felice

Cast e credits:
Soggetto: Felice Farina e Paolo Virzì; sceneggiatura: Paolo Virzi e Felice Farina con la collaborazione di Francesco Bruni e Gianluca Greco; fotografia: Carlo Cerchio; montaggio: Roberto Schiavone; scenografia: Tonno Zera; musica: Lamberto Macchi; costumi: Cinzia Lucchetti; interpreti: Carlo Delle Piane (Michele Marrone), Ottavia Piccolo (Adelaide), Ciccio Ingrassia (Gaetano Scarfì), Roberto Citran (Roberto Sgorlon), Nicoletta Boris (Lia Conticelli), Riccardo Pangallo (Pasquale Sciarretta), Paola Tiziana Cruciani (Luciana Sciarretta), Leda Lojodice (Irene Marrone), Anna Lelio (Rosetta Scarfi) Renato d'Amore (Cruciani), Antonio Lubrano; produzione: Laura Cafiero e Giannandrea Pecorelli per Cooperativa Immaginazione in collaborazione con RAI 1; distribuzione: Italian International Film; origine: Italia, 1991; durata: 100'.

Trama:Trasferitosi con la famiglia dal Sud in un palazzone della Magliana, alla periferia di Roma, puntiglioso ragioniere è nominato amministratore del condominio. Aiutato da un ex poliziotto, cerca di risanare la situazione in nome della solidarietà e degli interessi comuni.

Critica (1):La periferia di Roma. Un casermone popolare con una cinquantina di condomini. La vita d'ogni giorno, scontri, litigi, egoismi, sempre con molte pretese e sempre con una sola meta, quella di fare unicamente il proprio interesse. Il condominio, perciò va alla malora, un amministratore se ne è andato con la cassa, nessuno paga i conti, c'è il rischio che l'acqua e la luce vengano tagliate. Ma un giorno arriva un onesto e mite ragioniere, Michele Marrone, con moglie e figli. Ha anche lui acquistato un piccolo appartamento nel casermone e, date le sue capacità dichiarate da quel titolo di ragioniere, viene incaricato subito dell'amministrazione. Poveraccio. All'inizio sono dolori, perché nessuno gli vuol dar retta (come sempre ciascuno pensa solo a se stesso e ai suoi piccoli profitti), più in là, però, le cose cambiano, un minimo di solidarietà si fa strada in molti, in vista di un bene comune, e qualche mese dopo, quando il ragioniere se ne andrà perché trasferito altrove, il condominio sarà riuscito a mettersi su una strada abbastanza costruttiva: con molti attorno finalmente consci delle proprie responsabilità. Una conclusione un po' troppo rosea, secondo gli schemi consueti al facile ottimismo hollywoodiano. Felice Farina, però, arrivandoci con la collaborazione per il testo di Paolo Firzi, Francesco Bruni e Gianluca Greca, dopo le due prove convincenti di Sembra morto ... ma è solo svenuto e di Affetti speciali, è riuscito a dar vita egualmente a un racconto tutto dal vero in cui la cronaca, i caratteri, gli atteggiamenti e le atmosfere hanno più importanza delle conclusioni un po' scontate cui si fanno arrivare.
Non solo quel personaggio al centro, un borghesuccio timido che quando si presenta non dice mai "sono" ma "sarei", anche molti altri attorno: famiglie scombinate, figure tenute in secondo e anche in terzo piano, ma tutte con una loro vivacità colorita, storie che si intrecciano, sentimenti che affiorano, scontri prima esacerbati e poi placati; sorretti sempre da una piglio scorrevole di regia che, per la sua asciuttezza, pur muovendosi sempre tra cose minime, non sfiora mai il bozzetto, intento a far risaltare solo l'autentico: con sensibilità quieta e raccolta. Qualche carattere, forse, è più riuscito di altri, alcune vicende potranno sembrare solo sbozzate e non concluse, per certi contrasti si potrebbero desiderare approfondimenti maggiori o colori più precisi, nel suo insieme, tuttavia, il film non fatica troppo a convincere perché, tenendo soprattutto ad essere il classico "spaccato di vita ", vi approda poi, con mezzi semplici ma, nella loro immediatezza, anche fini e concreti. Con il gusto della verità.
Concorre al risultato uno stuolo di interpreti ciascuno al suo posto e sempre con gli effetti giusti. Da Carlo Delle Piane, l'umile eppur entusiasta protagonista, con i segni di uno scoramento interiore che realmente coinvolge, a Ciccio Ingrassia, con gli anni sempre più sensibile, intenso ed essenziale, a Ottavia Piccolo, a Roberto Citran e a un folto gruppo di attori teatrali e televisivi di fama ancora modesta ma tutti saldi e precisi, con il sapore della cronaca diretta. Un piccolo film, insomma, ma con molti meriti.
Tempo, 29 marzo, 1991

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