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Po d'India (Un)


Regia:Casini Stefania

Cast e credits:
Soggetto e sceneggiatura
: Stefania Casini; fotografia: Mauro Bazzani; montaggio: Paolo Albanesi; produzione: Intesa & Comunicazione Produzione - Roma / Rai Tre; origine: Italia, 2006; durata: 62'.

Trama:La pianura padana come il Punjab. Nebbie mattutine col sole che esce a fatica dall'orizzonte, impronte sulla terra ancora impregnata di brina, stivali di gomma e turbante, il sikh apre la stalla della fattoria modello e inizia il rito della mungitura. Sono più di 2000 i sikh nella provincia di Reggio, i temibili uomini dal turbante descritti da Salgari come spietati guerrieri, in realtà uomini gentili che, per il tradizionale rispetto che hanno delle mucche, fanno i mandriani e si occupano di loro nelle grandi stalle della pianura padana. Hanno una comunità molto forte, perfino un tempio, il più grande d'Europa, un giornale digitale e un gran numero di siti per restare in contatto con tutte le comunità sparse nel mondo. C'è perfino un'agenzia matrimoniale con timidi annunci di giovani maestre indiane che cercano marito e viceversa. Tra i segni particolari degli uomini c'è la specifica "porta o no il turbante". Quel turbante che è segno di continuità della tradizione, ma che diventa scomodo per le nuovissime generazioni di sikh nati e cresciuti in Europa

Critica (1):Nebbie mattutine con il sole che sale a fatica dall'orizzonte, impronte sulla terra ancora impregnata di brina, stivali di gomma e turbante, il sikh apre la stalla della fattoria modello e inizia il rito della mungitura.
Sono più di 3000 i sikh nella provincia di Reggio, i temibili uomini dal turbante descritti da Salgari come spietati guerrieri, sono in realtà persone gentili che, per il tradizionale rispetto che hanno delle mucche, fanno i mandriani e si occupano di loro nelle grandi stalle della pianura padana. Hanno una comunità molto forte, perfino un tempio, il più grande d'Europa che nel 2000 è stato inaugurato da Prodi, un giornale on-line e un gran numero di siti web per tenersi in contatto con le numerose comunità sikh sparse nel mondo. C'è perfino un'agenzia matrimoniale con timidi annunci, senza foto, di giovani che cercano marito.
Tra i segni particolari degli uomini c'è la specifica " porta o no il turbante." Quel turbante che è segno di continuità della tradizione, ma che diventa scomodo per le nuovissime generazioni di sikh nati e cresciuti in Europa.Tutti a Novellara sono d'accordo sui sikh: sono gran lavoratori, non creano problemi, sono onesti. Le famiglie sono venute qui dal Punjab con la volontà di crearsi un futuro, di fare soldi e poi chissà un giorno tornare in India. Sono arrivati con le loro spezie, le loro preghiere, i loro canti, le mogli silenziose e sorridenti.
Sapevo che esisteva questa comunita` e ho deciso di raccontare la storia di due gruppi di giovani. Sono andata molte volte al Tempio a Luzzara, ho incontrato diversi ragazzi e individuato i due gruppi che volevo raccontare .
Sono poco piu che adolescenti, un gruppo, molto legato alle tradizioni che pratica le antiche arti marziali del Gatka, e l'altro che ha deciso di formare un corpo di Bhangra, le danze tradizionali.
Ho passato molte ore con loro e mi sono fatta raccontare la loro vita, come sono arrivati in Italia dal Punjab e soprattutto quali sono i loro sogni, le loro ansie, le giornate nella routine quotidiana.
Sony ha 22 anni e' arrivato in Italia con un viaggio rocambolesco, come sempre senza permesso di soggiorno, inseguendo come tanti il sogno di una futuro migliore. E' riuscito ad inserirsi e regolarizzare la sua posizione proprio qui in Emilia dove le istituzioni hanno la grande capacita di trovare la via per aiutarli ad integrarsi senza perdere le loro radici e la loro cultura. Sonny ora lavora in fabbrica ma e` molto legato alla religione sikh e alle sue tradizioni, e' un po' l'anima del gruppo di arti marziali.
Attorno a lui gravitano Sing Hira, che studia in una scuola tecnica e ama le arti marziali in cui eccelle e Jot che studia a Reggio Emilia in un Istituto professionale. Jot ha 16 anni i suoi genitori entrambi insegnanti hanno lasciato il Punjab, come molti, per dargli delle opportunita.
Riconoscente e studioso Jot, che ormai parla italiano con un accento emiliano e` combattuto fra le due culture, non sa ancora come comportarsi, resta molto legato alla sua, e d'altra parte si scontra col quotidiano dei suoi compagni di scuola, abituati a liberta' per lui ancora indecifrabili.
Questo gruppo che gravita intorno al tempio, segue l'etica sikh e i suoi principi. Azad, che ha formato il gruppo di ballo di Bhangra, e' in Italia da molti anni, i suoi sono arrivati circa 20 anni fa e sono un po`la famiglia di riferimento per la comunita`di Luzzara. Non e`ancora battezzato, secondo il rito Sikh, non porta turbante o capelli lunghi, frequenta sia amici italiani che sikh e ha una sorella, Alessandra, nata in Italia, croce e delizia della famiglia. Iperprotettivo Azad, che pure capisce in qualche modo le esigenze di Alessandra, vorrebbe come i genitori, che lei seguisse rigorosamente i dictat della tradizione sikh.Ovviamente e`impensabile, Alessandra, che nel documentario confessa la sua difficolta di vivere tra due culture, frequenta le sue compagne di scuola, parla e pensa ormai italiano con tutte le contraddizioni del caso.
Azad ha formato con molte difficolta il gruppo di Bhangra, sia lui che Alessandra sono un esempio del conflitto e delle contraddizioni che vivono questi ragazzi dell' utima generazione di immigrati.
Cosi' ho raccontao la storia di questi giovani fra le cascine di Novellara e Luzzara, il lavoro nelle stalle e la voglia di inseguire sogni e riprendersi le proprie radici culturali, divisi come sono fra il Tempio e le megadiscoteche emiliane, la scuola, e la famiglia.
Una storia di adolescenti di questa nuova generazione in bilico fra due culture, che rispecchia una nuova realtà e una modello di integrazione positivo e riuscito. Storie allegre, sentimentali, di solitudine, di gelosie, storie anche buffe, storie di ogni giorno fra padri e figli in un documentario narrativo, che coniuga fiction col rigore della realta'.
Stefania Casini, ilmestieredivivere.rai.it

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
Stefania Casini
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