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Strada provinciale delle anime


Regia:Celati Gianni

Cast e credits:
Origine: Italia,1991; durata: 58'.

Trama:In Strada provinciale delle anime, Celati percorre il delta del Po, lo stesso paesaggio della raccolta Verso la foce, su una corriera azzurra insieme ad amici e parenti. Li segue, in auto, l'amico e fotografo Luigi Ghirri. "Sembra quasi che l'autore voglia scavalcare il caos visivo del presente e l'ammassarsi di false immagini per recuperare una tradizione che si colloca tra Zavattini e il neorealismo, tra Antonioni e Fellini.
Marco Antonio Bazzocchi, cinetecadibologna.it

Critica (1):Quando ha cominciato a trafficare col cinema Gianni Celati? A parte la passione di cinefilo, spettatore indefesso, di cui restano vistose tracce nei suoi libri, nei testi come nelle copertine, è negli anni Settanta, quando Memé Perlini gli scrive perché pensa di trarre un lungometraggio dal suo libro d’esordio, Comiche (1971), vera e propria sarabanda slapstik. Poi dopo aver consegnato Lunario del paradiso, alla fine di quel decennio, libro germinale del romanzo giovanile degli anni Ottanta, lo scrittore emiliano se ne va in America per darsi al cinema, come annuncia ai suoi interlocutori dell’Einaudi. Di quel viaggio a Los Angeles resta una vaga traccia in Storia di un apprendistato, racconto che è compreso in Narratori delle pianure (1985). Poi c’è ancora una sceneggiatura, con l’amico Alberto Sironi, dedicata a Coppi. Quindi un silenzio fino al 1991. L’idea di far passare dietro la macchina da presa Celati è di Angelo Guglielmi. Nel frattempo è uscito il reportage di Verso la foce nel 1988. Il direttore di Rai3 gli chiede di girare un film su quei luoghi: un po’ viaggio e un po’ reportage. Per risposta Celati carica tutti i suoi parenti di Ferrara e gli amici su un autobus e li porta in giro per la Bassa, fino alle foci del Po. Dietro il pullman c’è l’auto della troupe e anche Luigi Ghirri che fa foto, cosiddette di scena. Ne scaturisce Strada provinciale delle anime (1991), un documentario, ma anche un racconto sul racconto, diario di viaggio, storia in trasferta, superficie di appunti visivi, che tanto deve alla fotografia di Ghirri stesso, e anche alle passate esperienze di viaggio dello scrittore emiliano. Un film inclassificabile che è un concentrato di memoria dei suoi libri scritti lungo la Pianura Padana, ma anche dei film dei suoi registi preferiti, da Rossellini ad Antonioni, un’opera impura che col passare del tempo è cresciuta sino a diventare un incunabolo di un nuovo modo di narrare con la macchina da presa. Celati ne è il regista e il Virgilio che accompagna, un poco discosto, i suoi sodali attraverso i luoghi che ama, e intanto imbastisce piccole storie con le immagini e con le parole. (…)
Marco Belpoliti, Doppiozero, 6/4/2011

Critica (2):

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