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Ragazza con la pistola (La)


Regia:Monicelli Mario

Cast e credits:
Soggetto: Rodolfo Sonego; sceneggiatura: Rodolfo Sonego, Luigi Magni; fotografia: Carlo Di Palma; musiche: Peppino De Luca; montaggio: Ruggero Mastroianni; scenografia: Maurizio Chiari; arredamento: Giorgio Desideri; costumi: Maurizio Chiari; interpreti: Monica Vitti (Assunta Patanè), Stanley Baker (Tom Osborne), Carlo Giuffré (Vincenzo Macaluso), Corin Redgrave (Frank Hogan), Anthony Booth (giocatore di rugby), Stefano Satta Flores (cameriere al Capri Restaurant), Nicolina Verrelli (cugina di Assunta), Giovanni Ivan Scratuglia (Salvatore), Dominic Allan (infermiere), Anthony Booth (John), Helen Downing (Mrs. Mcintosh), Aldo Puglisi, Tiberio Murgia (emigranti); produzione: Gianni Hecht Lucari per Documento Film; distribuzione: Cineteca Nazionale; origine: Italia, 1968; durata: 102’.

Trama:Assunta, una giovane siciliana, viene rapita da Vincenzo Maccaluso per errore, ed essa, che è segretamente innamorata di lui, si lascia sedurre volentieri. Ma il giorno dopo egli parte per Londra per evitare le conseguenze del suo gesto. Assunta, costretta a difendere il suo onore da sola in mancanza di persone di sesso maschile nella sua famiglia, prende il treno per l'Inghilterra armata di una pistola. Essa trova l'indirizzo di Vincenzo ma questi riesce a sfuggire: un po' lavorando e un po' aiutata da occasionali compagni, essa segue i movimenti di Vincenzo che, a sua volta, cerca di far perdere le sue tracce. Un giorno essa riconosce il suo seduttore nelle vesti di un portabarelle di un ospedale e lo segue: ma qui, svenuta alla vista di una operazione, viene aiutata da un dottore. Questi prende a cuore il caso di Assunta e, a poco a poco, riesce a mutare la mentalità della ragazza, che si mette a studiare e a lavorare assumendo così quasi le vesti di una vera inglese. Colpito da questo cambiamento, ora è Vincenzo che vuole sposarla. Essa finge di accettare ma, dopo una notte con lui, lo abbandona per tornare dal dottore inglese.

Critica (1):Per La ragazza con la pistola, Monicelli prende spunto dalla Sicilia che aveva ispirato un grande successo di Pietro Germi, Divorzio all'italiana. Per la verità, Germi ha molto contribuito a diffondere l'immagine, viva ancora oggi, del siciliano culturalmente arretrato, geloso e maschilista: questo dopo che lo stesso regista aveva descritto una Sicilia anticonvenzionale e problematica con In nome della legge. È noto il rapporto di stima reciproca che lega Monicelli e Germi: non è difficile riconoscere nella struttura del film un omaggio (sia pure in chiave «progressista», proprio mentre l'altro sceglieva il versante opposto) a colui che tra l'altro ispirerà uno dei più grandi successi di Monicelli, Amici miei.
La Sicilia sta sullo sfondo della vicenda, nel prologo e nei flash-back che appaiono ad Assunta tutte le volte che sta per fare fuoco. L'altra tematica forte del film è il viaggio, che si configura per la siciliana dapprima come una discesa agli inferi e successivamente come l'emancipazione dai costumi retrivi e come la certezza che proviene dall'avere finalmente fiducia in se stessa (e dal convincersi che la Gran Bretagna non è la terra del demonio ma nemmeno il paradiso terrestre, come dimostra quando si ribella allo squallido fair-play che regola i rapporti tra il chirurgo, la sua ex-moglie e il di lei amante).
Significativo di quel particolare stato d'animo «presessantotto» (quando si capisce che la rivolta deve scoppiare, ma non se ne sono ancora precisati i canali; quando tutto è terreno di battaglia e, soprattutto, l'abito – in questo caso la minigonna – fa decisamente il monaco), La ragazza con la pistola è singolarmente bissato lo stesso anno da un altro film sulla violenta emancipazione femminile, Meglio vedova di Dino Risi con Virna Lisi. A fianco della Vitti ci sono alcuni dei caratteristi soliti (Tiberio Murgia, che riprende senza difficoltà il ruolo che aveva in I soliti ignoti, Stefano Satta Flores oltre a tutto il «gruppo degli inglesi»), ma su tutti emerge la figura di Carlo Giuffrè. Rivelatosi con il fratello come uno dei più promettenti attori dell'ultima generazione dell'avanspettacolo, Giuffrè aveva avuto una carriera cinematografica secondaria, con ruoli anche lontani dalla sua indole (in qualche film avventuroso, per esempio). Dopo il successo di La ragazza con la pistola, vedrà spalancarsi la strada per il ruolo di seduttore nelle farse sboccate e collezionerà negli anni '70 numerosissime presenze. (...)
Stefano Della Casa, Mario Monicelli, Il Castoro Cinema, 7-8/1986

Critica (2):Mario Monicelli ha fatto di nuovo centro. Non tanto per aver realizzato un film in cui la satira di costume, di un certo costume, è disegnata con acume ed intelligenza, quanto per aver portato sullo schermo un personaggio di donna indimenticabile. Assunta (questo è il nome della "ragazza con la pistola") fa infatti subito simpatia. (...) Il film fa la radiografia di una società che per fortu­na piano piano sta scomparendo, almeno è nei voti. Ma il pregio maggiore di Monicelli è quello di aver costruito una donna, Assunta, con squisita sensibilità, grazie soprattutto a Monica Vitti. Monica, interprete di rara efficacia, ha giocato con questo personaggio con una tale disinvoltura, usando tutte le corde possibili per renderlo vivo, vero, palpitante. Non da meno Carlo Giuffrè, nel­la parte di Vincenzo Macaluso, un sici­liano altezzoso e protervo.
Suso Cecchi D'Amico, Gente, Milano, 9/10/1968

La favola è stata raccontata da Ma­rio Monicelli con delle buone trovate, soprattutto nelle pagine siciliane, che si accendono non di rado di piacevolissimi toni caricaturali, sorretti da felici impennate di stile e da una gustosa fantasia tecnica e linguistica. (...) Il film, però, è sostenuto dal principio alla fine dall'interpretazione di Monica Vitti, a buon diritto premiata di recente al Festival di San Sebastiano proprio per questa sua fatica e per la sicurezza e il talento con cui ha sapientemente dominato il suo personaggio, quasi al di fuori del testo, reggendosi sempre in gustoso equilibrio tra la beffa e l'ironia, giostrando senza timore con il vernacolo siciliano e non lesinando mai allegria ed impegno anche drammatico: con vivacissimo calore.
Gian Luigi Rondi, Il Tempo, Roma.

(...) La ragazza con la pistola rac­conta l'evoluzione verso una civile indipendenza di una ragazza siciliana sedot­ta e abbandonata. (...) Assunta si vede infilare nella borsetta una pistola: suo compito è quello di raggiungere Londra e di vendicarsi con il classico delitto d'onore. Ma una volta varcata la Manica, la bella siciliana viene a contatto con un mondo nuovo, il modo di vivere degli inglesi. (...) nel complesso piacevole, La ragazza con la pistola si affianca bene agli altri film di Monicelli, qui animato da uno spirito derisorio sul costume siciliano; spirito che diventa aggressivo nella seconda parte ben più asciutta e icastica della prima. Molto brava Monica Vitti mentre Carlo Giuffrè dà gradevole sapore alla figura di Vincenzo, simbolo di un dongiovannismo siciliano, vanitoso e ridicolo».
Maurizio Liverani, Il Messaggero

(...) Miglior conferma di ciò il regi­sta non avrebbe potuto darci nel suo film più recente, La ragazza con la pistola, interpretato splendidamente da Monica Vitti. La forma, apparentata a quella di alcune opere di Germi (Divorzio all'italiana, Signore e signori), non deve trarre in inganno: come in Germi, anche in Monicelli la risata si fa a grado a grado amara e infine lo spettatore riflessivo si accorge di aver letto, divertendosi, un vero trattatello di sociologia descritto per immagini. Immagini sempre scintillanti di trovate, di ironia, di humour fantastico ma che nascondono il veleno, che sferzano senza pietà, che graffiano senza riguardo i tristi tabù e il malcostume di un popolo: quello italiano (...). Film magnificamente fotografato da Carlo di Palma e, ripetiamo, re­citato con eccezionale impegno da una Monica Vitti in piena forma.
Angelo Solmi, Oggi, Milano, 9/10/1968

Critica (3):

Critica (4):
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