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Yellow Sea (The) - Hwanghae


Regia:Na Hong-jin

Cast e credits:
Sceneggiatura: Na Hong-jin; fotografia: Lee Sung-Je; musiche: Jang Young-gyu, Lee Byung-hoon; montaggio: Kim Sun-min; scenografia: Lee Hwo-Kyoung; costumi: Chae Kyung-Hwa; effetti: Hong Jang-pyo, NEXT Visual Studio; interpreti: Ha Jung-woo (Gu-nam), Kim Yun-seok (Myun), Cho Seong-ha (Kim Tae-won), Lee Chul-min (Choi Sung-nam), Kwak Byoung-kyu (Prof. Kim Seung-hyun), Lim Ye-won (moglie del professore), Tak Sung-eun (moglie di Gu-nam), Lee El (Joo-young); produzione: Popcorn Films; origine: Corea del Sud, 2010; durata: 140’.

Trama:Gu-nam è un tassista che conduce una vita miserabile a Yanji City nella prefettura di Yanbian, una regione tra la Corea del Nord, la Cina e la Russia, dove risiedono circa 800.000 coreano-cinesi noti come "Joseonjok". Un giorno incontra il killer Myun che gli propone uno scambio: uccidendo un uomo tutti i suoi debiti verranno cancellati e potrà rivedere la moglie, scomparsa da qualche mese in Corea. Ma Gu-nam è l'uomo adatto per portare a termine un compito del genere?

Critica (1):Al suo secondo lungometraggio dopo il grande successo, soprattutto in patria, del precedente The Chaser (2005), film che gli ha aperto le porte di Hollywood, il regista coreano Na Hong-jin conferma, con questo The Murderer (Yellow Sea) il suo grandissimo talento. Soprattutto nell'affrontare e rileggere il genere noir ibridandolo con l'action più estremo e avvolgendo il tutto in un thriller crepuscolare di grande presa drammaturgica. Tanto che, a nostro avviso, il film di Na fa impallidire il pur a ragione celebrato Drive di Nicolas Winding Refn (…). Come capita spesso alle etnie spurie, anche quella degli Joseon-Jok, cinocoreani che vivono (per un buon cinquanta per cento di attività illegali) soprattutto nella prefettura di Yanbian, una regione al confine tra Russia, Cina e Corea, è invisa agli uni e vessata dagli altri. Gu-nam è uno di questi. Conducente di taxi, oberato dai debiti di gioco, l'uomo è disperato da quando sua moglie, partita sei mesi prima per cercare lavoro in Corea, non ha più dato notizie di sé. Un boss locale gli propone uno scambio: lo farà entrare clandestinamente in Corea, dove Gu-nam potrà intraprendere le ricerche della moglie; in cambio, l'uomo dovrà "semplicemente" assassinare un tizio. Ovviamente le cose non andranno come previsto. Messi in campo questi elementi drammaturgici, innescata la miccia narrativa, The Murderer inizia una folle corsa sulle tracce del protagonista, che si trova man mano coinvolto in situazioni sempre più intricate, pericolose, incontrollate, alle quali deve rispondere colpo su
colpo, via via improvvisando, potendo contare solo su se stesso. Impressionante per la velocità, l'adrenalina, la capacità di non mollare mai la presa sul protagonista, The Murderer è anche notevole nel far interagire il protagonista con il paesaggio urbano che diviene un coprotagonista della vicenda. Il meccanismo, magari non originalissimo, di far compiere a una persona ordinaria azioni fuori dall'ordinario, viene però rivisitato dalla messa in scena di Na, attraverso una forza drammatica che stempera almeno un po' gli eccessi dello script.
Andrea Frambrosi, Cineforum n. 505, 6/2011

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
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