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Intacto, gioca o muori - Intacto


Regia:Fresnadillo Juan-Carlos

Cast e credits:
Sceneggiatura
: Juan-Carlos Fresnadillo, Andres M. Koppel; montaggio:Nacho Ruiz Capillas; fotografia: Xavier Jiménez; musica: Lucio Godoy; interpreti: Max Von Sidow (Sam), Leonardo Sbaraglia (Tomas), Eusebio Poncela (Federico), Monica Lopez (Sara), Antonio Dechent (Alejandro), Paz Gomez (Ana), Luis Mesonero (Gerard), Guillermo Toledo (Horacio); produzione: Ghislain Barrois, Fernando Bovaira, Enrique López Lavigne, Ignacio Salazar; distribuzione: Lady Film; origine: Spagna, 2002; durata: 108'.

Trama:Federico che si è salvato da un terremoto, ha scoperto in questa circostanza di avere il potere di rubare la fortuna degli altri con un semplice tocco; è il protetto di Sam, il sopravvissuto dei sopravvissuti essendo scampato all'Olocausto, proprietario di un casinò. Quando Sam caccia Federico dal "paradiso" e lo priva del suo dono, questi decide di sfidarlo ricorrendo all'aiuto del giovane Tomás, di professione furfante che vive di espedienti, sopravvissuto ad un terribile disastro aereo. Su Tomás sta indagando Sara, una poliziotta a sua volta sfuggita a un incidente automobilistico...

Critica (1):Un giro di scommesse clandestine: in palio, di tutto, dalla casa agli affetti, anche l’anima. Un casino nel deserto, dove vive Sam ebreo sopravvissuto ai campi di sterminio, deux ex machina delle puntate e degli affari, ultimo tassello con cui ci si deve confrontare (con la roulette russa), se si vuole vincere definitivamente. Ma Sam non ha mai perso. Un thriller metafisico di enorme successo in patria. (...)
Pier Maria Bocchi, Film TV (1/4/2003)

Critica (2):Con totale sprezzo della verosimiglianza che da sempre ci insegna che l’orrore, la magia, la paura e il mistero non sono di casa nelle riarse terre del sole e del mare, la Spagna continua a mandare al diavolo il sonno della ragione e a generare mostri. Un processo che affonda le radici dalla fine della dittatura di Franco e arriva fino ai giorni nostri. Cambiano le mode e cambia il modo di spaventare. I deliri splatter di Jesus Franco e gli scheletrici cavalieri templari di Armando De Ossorio hanno lasciato il posto agli orrori della mente e alle psicopatologie del quotidiano che a volta si tingono di soprannaturale.
Le nuove leve si chiamano Del Toro (Cronos, Mimic), Amenabar (Tesis, Apri gli occhi, The Others), Balaguerò (Nameless, Darkness).

Critica (3):Sono loro che hanno contribuito alla rinascita del paella horror svincolandolo dalle trucide leggi del sanguinario, del raccapricciante, del becero e programmatico colpo allo stomaco.
A questo manipolo di giovani autori, gli aficionados del genere saranno ora ben contenti di annoverare un nuovo nome: Juan Carlos Fresnadillo che al primo colpo ha fatto centro. Il suo Intacto, dopo esser passato dalle vetrine di Cannes e del Sundance Festival, si è aggiudicato, crediamo con qualche merito, il “premio Goya” come miglior opera prima vincendo inoltre l’ultima edizione del Fantasporto.
Un lusinghiero biglietto da visita che, scommettiamo, dovrebbe aprirgli le dorate porte degli studios hollywoodiani.
Film di paura? Non solo. Film sul soprannaturale? Anche. Visione distorta e angosciante di quello che non riusciamo a comprendere? Sicuramente.
Intacto è un gioco di specchi in cui si riflettono misteri e fenomeni che molti attribuiscono al caso, altri ad un’aura invisibile, altri ancora a divinità superiori. C’è in ballo il concetto di fortuna. Quella con la F maiuscola. Una serie di personaggi che, sospinti dal vento del destino o sballottati dalla imprevedibilità degli eventi, hanno visto la morte in faccia e ne sono scampati. C’è chi è rimasto illeso in un terribile incidente automobilistico, chi addirittura ha trovato scampo in un disastro aereo, chi ha sfidato le arene e le corna taurine non riportando mai un graffio, chi è scampato alla deportazione nazista.
Baciati dalla fortuna continuano a sfidarla in un gioco sempre più pericoloso, in una partita enigmatica e sinuosa, in cui ne rimarrà soltanto uno: il più fortunato ovviamente.
Oggetto non facilmente identificabile o ascrivibile in un genere codificato, Intacto è una di quelle pellicole che può affascinare o irritare in pari modo.
Gli scettici, coloro che non sanno vedere aldilà dell’immanente, reputeranno la storia un immenso calderone di sciocchezze e banalità, mentre tutti gli altri, portati dalla natura a invaghirsi di fenomeni disturbanti e immaginifici, avranno pane dove poter affondare i loro denti.
Intacto non è un’opera riuscita pienamente. Risente dei difetti congeniti di chi si avvicina per la prima volta dietro la mdp, ma rivela una personalità registica di cui sentiremo presto parlare.
Fresnadillo dimostra di conoscere le regole della suspense, ha appreso bene le lezioni dei padri e le suggestioni di universi filmici assai distanti dalla terra natia, e spesso coglie il bersaglio. Strizzando l’occhio al Peter Weir di Fearless e alle camere inferiche immaginate da Lynch in Twin Peaks, immerge storia e personaggi in una tenebra ininterrotta (ben evidenziata dalle bende che i concorrenti sono costretti ad apporre davanti agli occhi per iniziare e concludere i giochi mortali), li fa aggirare in interni claustrofobici (i sotterranei del casinò), in esterni molto pericolosi (autostrade e boschi dove si può perdere la vita) e si diverte un mondo, da buon burattinaio, a reggere le fila di queste marionette solo all’apparenza invincibili e accarezzate dalla buona sorte.
Lasciamoci quindi spaventare da un regista che non atteggiandosi a profeta del caos prossimo venturo ma solo di quello mentale, riesce a costruire, mattone dopo mattone, un luna park governato dal gioco (delle immagini).
Gli interpreti (Max Von Sidow in testa) lo assecondano a dovere, pronti a rilanciare la posta e a scommettere, da rounders professionisti, tutte le fiches a disposizione.
Cesare Paris, Kwcinema

Critica (4):
Juan-Carlos Fresnadillo
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