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Miserabili (I)


Regia:Freda Riccardo

Cast e credits:
Soggetto
: dal romanzo “Les Miserables” (1862) di Victor Hugo; sceneggiatura: Riccardo Freda, Mario Monicelli, Steno (Stefano Vanzina), Vittorio Nino Novarese, Baccio Agnolotti; fotografia: Rodolfo Lombardi; scenografia: Guido Fiorini, Guido Del Re; assistente scenografia: Ivo Battelli; costumi: Dario Lecchi; assistente costumi: Maria Batonj; musica: Alessandro Cicognini; montaggio: Otello Col angeli; aiuto regia: Giorgio Lastricati, Valentino Trevisaneto; operatori alla macchina: Guglielmo Lombardi, Ugo Lombardi, Giorgio Orsini, E. Lamberti, Giovanni Vtrotti, F. Terrazza; interpreti: Gino Cervi (Jean Valjean), Valentina Cortese (Fatina/Cosetta), Giovanni Hinrich (Javert), Aldo Nicodemi (Mario), Andreina Pagnani (Suor Semplicità), Ada [Duccia] Giraldi (Cosetta, bambina), Marcello (un rivoluzionario), Luigi Pavese (Thénardier), Gabriele Ferzetti (Tholomyés, l’amante di Fantina), Ugo Sasso, Joop Van Hulsen, Lucia Giraldi, Jone Romano, Alba Settacioli, Gino Cavalieri, Delia Orman, Massimo Pianfortini, Rinaldo Smordoni, Luigi A. Garrone, Nino Marchetti, Dono Maronetto, Franco Balducci, A. Beretta, Giuseppe Pierozzi; produzione: Carlo Ponti per Lux, Roma; distribuzione: Lux Film; origine: Italia, 1948; durata: 187’.

Trama:Jean Valjean, in prigione per aver rubato del pane, vi resta per vent’anni in seguito ai suoi numerosi tentativi d’evasione. Inasprito, abbrutito dalla convivenza con delinquenti autentici, riesce finalmente a evadere. Trova asilo dal vescovo di Digne, Myriel, ma lo deruba di due candelabri d’argento e fugge. Riacciuffato, viene messo a confronto con la sua vittima: ma il vescovo afferma di aver donato egli stesso quei candelabri al suo ospite. L’ergastolano, profondamente colpito da tanta generosità, decide di cambiare vita. Qualche anno più tardi, Jean Valjean, che con il suo lavoro ha conquistato l’agiatezza, si interessa a Fantina, una giovane sedotta e poi abbandonata con la figlia Cosetta: l’aiuta a mantenere la figlia, affidata fino a quel momento a una coppia, e alla morte di Fantina prende la bimba con sé. Quando la polizia arresta un certo Champmathieu, un disgraziato semideficiente, scambiato per l’ex-ergastolano, Jean Valjean, in pieno tribunale rivela la propria identità, e si costituisce all’ispettore Javert. Imprigionato, riesce a evadere e fugge a Parigi. Nella capitale vive sotto falso nome con Cosetta. Quest’ultima viene notata da Mario, uno studente repubblicano, amico di Valjean. Il giovane, che è in realtà il figlio del ministro della polizia, ha abbandonato la casa paterna e si è legato a un gruppo di rivoluzionari che cospira contro il governo della Restaurazione. Ferito durante i moti del 1832, Mario viene portato in salvo da Valjean attraverso le fogne di Parigi. Quando esce alla luce, Jean si trova di fronte a Javert, deciso ad arrestarlo. Insieme portano Mario dal padre, il quale interviene a favore di Valjean. Javert, ossessivamente ligio al proprio dovere, davanti a questa rivelazione di umanità che sovverte i suoi principi, si uccide. Mario, guarito, sposa Cosetta. Jean Valjean, ferito da un suo excompagno di galera, muore assistito da Cosetta e da Mario.
Il film ha circolato suddiviso in due episodi, “Caccia all’uomo” e “Tempesta su Parigi” , distribuiti a pochi giorni di distanza uno dall’altro.

Critica (1):“Il fascino e la potenza del vittorughiano I Miserabili ha tentato, dopo le molte riduzioni compiute all’estero – e ne ricordiamo una francese assolutamente mirabile – anche la nostra industria. Conviene dir subito che alla nobiltà del tentativo non ha corrisposto quella della realizzazione anche se, qua e là, il complesso del film è più esteriore che introspettivo e se, data la mole enorme della materia, le sintesi sono piuttosto numerose. Riccardo Freda ha diretto con accortezza e sagacia, soprattutto con tangibile comprensione del grande compito che si era assunto. [...] In sostanza, dunque, un film che pur se non riflette a pieno la tragica umanità del romanzo, è spettacolarmente a posto [...]. Questa seconda parte I Miserabili (Tempesta su Parigi - N.d.R.) presenta, come la prima, delle lacune e delle deficienze di non lieve entità. Sebbene fosse più facile a realizzare, poiché improntata principalmente sull’azione, si notano ingenuità davvero eccessive. La sequenza della rivoluzione, la fuga di Jean Valjean attraverso le fogne, tutto è stato trattato troppo leggermente. La regia [...] ha peccato certo di superbia, così come hanno peccato gli interpreti e gli sceneggiatori che hanno creduto di essere all’altezza del capolavoro di Victor Hugo”.
Vice, Il Paese, 5 e 10/03/1948

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
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