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Mulino del Po (Il) - Mulino del Po (Il9


Regia:Lattuada Alberto

Cast e credits:
Soggetto: dal secondo volume del romanzo omonimo di Riccardo Bacchelli (19381940); adattamento: Riccardo Bacchelli, Mario Bonfantini, Luigi Comencini, Carlo Musso, Sergio Romano, Alberto Lattuada; sceneggiatura: Tullio Pinelli, Federico Fellini; fotografia: Aldo Tonti; scenografia: Buzzi, Luigi Gervasi; costumi: Maria De Matteis; musica: Ildebrando Pizzetti; montaggio: Mario Bonotti; interpreti: Carla Del Poggio (Berta Scacerni), Jacques Sernas (Orbino Verginesi), Isabella Riva (Cecilia Scacerni), Giacomo Giuradei (Princivalle Scacerni), Domenico Viglione Borghese (Luca Verginesi), Mario Besesti (il Clapassòn), Giulio Calì (Smarazzacucco), Nino Pavese (Raibolini), Dina Sassoli (Susanna Verginesi), Anna Carena (L'Aria), Leda Gloria (la Sniza), Pina Gallico, Pasquale Misiano, Edith Bibier, Gildo S Alfredo Ragusa, Rina Persa, Mario avicchioni, Enrico Mazzoli, Bruno Salvalai, Annamaria Pinti, Luigi Lazzarini, Tazio Pozzi; produzione: Carlo Ponti per Lux Film (Roma); distribuzione: C. Nazionale; durata: 107'; anno: 1949.

Trama:L'azione ha luogo sul Po, nel ferrarese, verso la fine dell'800. Sul mulino galleggiante degli Scacerni si festeggia il fidanzamento di Berta con il giovane contadino Orbino Verginesi. Le condizioni difficili dei mugnai oppressi dalle esose tasse, e l'insofferenza dei contadini verso i loro padroni, acuiti dalla propaganda del nascente socialismo, determinano presto vaste agitazioni ed un'aperta opposizione alle autorità. Il giovane erculeo Princivalle, fratello di Berta, per scongiurare la confisca del mulino ad opera della finanza che ha scoperto irregolarità, incendia la macina. In seguito a ciò e all'arresto di Princivalle gli Scacerni sono ridotti in miseria; Berta é costretta ad andare a servizio dai Verginesi. Il suo matrimonio con Orbino vien rimandato a tempi migliori. Il proprietario, deciso a piegare i suoi contadini con la forza, cerca di conquistare Orbino offrendogli una vantaggiosa mezzadria che gli consenta di sposare Berta; ma contemporaneamente intima lo sfratto agli altri Verginesi, avendo saputo della loro affiliazione alla lega socialista. E' proclamato allora lo sciopero generale che raggiunge fasi drammatiche. L'intervento dei soldati, richiesto dai proprietari provoca disordini, durante i quali vengono arrestate due donne dei Verginesi. Mentre la folla tumulta perché siano rilasciate le due donne, sopraggiunge Orbino con Berta, in quanto appartenente a famiglia di mugnai non solidale con gli scioperanti, viene percossa e insultata, mentre Orbino é trattenuto a viva forza dai suoi, Berta si rifugia sul mulino, ove Princivalle decide di vendicarla.
7e nel paese princivalle incontra Smarazzacucco e costui, vile e malvagio, per salvarsi dalla furia minacciosa di Princivalle accusa Orbino di avere per primo dileggiato Berta. Princivalle, fuori di sé, raggiunge la fattoria dei Verginesi, ove Orbino sta preparando il bagaglio per unirsi a Berta per sempre. Princivalle, senza dargli tempo di parlare lo aggredisce e, dopo una lotta furiosa, lo uccide. Orbino, mentre sta per spirare, gli affida un estremo saluto per Berta: allora Princivalle, disperato, si allontana senza meta fra i campi. Smarazzacucco, conscio delle sue responsabilità, getta il cadavere nel Po. Secondo una credenza dei fiumaroli, l'anima dell'annegato può aver pace soltanto se la persona che gli ha voluto bene lo accoglierà allorché il fiume lo restituisce. la sera, in mesto corteo, la vecchia Cecilia e Berta in gramaglie, con Princivalle ed un vecchio pratico del fiume si avviano verso un gomito del Po dove per solito riaffiorano gli annegati. E il Berta raccoglie con angoscia il corpo del giovane amato.
Documentazione stampa d'epoca

Critica (1):Dalla lettura del romanzo di Baccelli si ricava, alla fine, un'immagine viva e completa della vita italiana ed é questa la ragione per la quale ho accettato con entusiasmo proposta della Lux di ridurre per lo schermo il terzo volume dell'opera. Nella letteratura italiana moderna, anche quella dei migliori scrittori, la nostra società appare sempre rappresentata in caratteri individualistici o al più in caratteri di una sola classe, ed é così che nella mente dell'italiano, le nostre provincie sono perennemente popolate di farmacisti, medici condotti, contadini ipocriti, marescialli dei carabinieri. Può darsi che le secolari tradizioni auliche dei nostri scrittori abbiano ostacolato un vero accostamento sociale alla vita del popolo e qui, penso, sarebbero da cercarsi le cause che ritardano indefinitamente la fioritura del nostro romanzo. L'incontro con Bacchelli mi ha dato la possibilità appunto dì restituire al popolo italiano un'immagine propria di dimensioni inconsuete, di grande dignità e altezza morale, di vedere con chiarezza espressi i tormenti e le passioni di una società in continuo fermento, spinta e risospinta, dalla povertà, alla ricerca di impossibili assestamenti ed equilibri, di rappresentare il dramma obiettivo che é di tutti i tempi e, ancor oggi, del nostro.
Ecco perché il protagonista del film, che é il popolo degli agricoltori italiani, esce dal racconto senza un accento di chiusura, esce gridando che vuole giustizia e si perde nel futuro, sempre incerto, della sua storia. Ed anche l'amore non può trovare luogo degno di accoglienza in tanto ribollire di odi e il frutto amaro di questa lotta senza fine, purtroppo sempre concreta nelle sue ragioni e cause, é in questa negazione tragica di requie. Che se in Manzoni prevalse un pessimismo temperato da fiducia nella superiore provvidenza, in Bacchelli, classico scrittore del nostro tempo, questa consolazione non c'é: egli riscatta la tragedia nel lirismo e si illumina della sola speranza, la quale non può spegnersi se non con la distruzione dell'uomo. Ed ecco perché il film pur essendo in costume, mi pare attualissimo.
Alberto Lattuada, Documentazione stampa d'epoca

Critica (2):L'ìdea dì fare Il Mulino del Po è di Gatti, della Lux, che amava l'opera di Bacchelli. Io avevo letto solo il terzo libro; ho letto ancóra gli altri due, ma discutendone con Gatti ci siamo soffermati sul terzo come il più adatto ad un film, e abbiamo cominciato a carezzare questo progetto insieme. Per questo film la preparazione é stata lunga e molto accurata, e la lavorazione lunga, faticosa. Quando uscì fui attaccato da destra e da sinistra; da sinistra perché, dicevano, non avevo risolto con una indicazione precisa la strada da seguire, da destra perché avevo girato uno sciopero talmente provocatorio, perl'epoca, eravamo nel'48, per cui nei cinema l'aria vibrava di una tensione simile a quella di quelle scene piuttosto rovente.. In quel momento, insomma, so e sono orgoglioso di aver scontentato un pó tutti, perché avevo presentato in pratica la condizione dell' Italia. La Lux fece ricostruire un intero mulino per questo film, la cui lavorazione fu avventurosa quasi quanto quella di Senza pietà ci fu la piena del Po, che si trascinò via tutto il mulino con sé, ma questo era previsto, e girammo una scena molto impressionante. un giorno si scatenò un temporale, anche questo previsto e quindi ben accetto, in una scena di mietitura, e la povera Carla ci dette sotto animatamente in mezzo all'infuriare degli elementi, ma non avevamo previsto un fulmine che si scarico proprio sulla sua falce, scaraventandola a terra in un boato assordante. Dovette essere ricoverata per lo choc e ci mise una settimana a riprendersi del tutto...

Aldo Tonti L'avventurosa storia del cinema italiano a cura di F.Faldini, G.Fofi. Milano 1979

Critica (3):

Critica (4):
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