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Anni difficili


Regia:Zampa Luigi

Cast e credits:
Sceneggiatura: Sergio Amidei, Vitalino Brancati, Franco Evangelisti, Enrico Fulchigioni, dal racconto Il vecchio con gli stivali di V. Brancati; fotografia: Carlo Montuosi; montaggio: Eraldo Da Roma; scenografia: Ivo Battelli; costumi: Giuliana Bagni; musiche: Franco Casavola; interpreti: Umberto Spadaro (Aldo Piscitello), Massimo Girotti (Giovanni), Ave Ninchi (Rosina), Milly Vitale (Maria), Delia Scala (Elena), Ernesto Almirante (il nonno), Enzo Biliotti (il podestà), Carletto Sposito (Riccardo), Loris Gizzi (il ministro), Aldo Silvani (il farmacista), Giovanni Grasso (avvocato Mascoli), Raniero De Cenzo (dottor Rapisarda), Bruno e Vittorio Di Stefano (gemelli); produzione: Briguglio Film; origine: Italia, 1947; durata: 92’.

Trama:Piscitello, onesto impiegato municipale di un piccolo paese della Sicilia, per non perdere il posto è costretto a domandare la tessera del partito fascista. A malincuore mette il distintivo all'occhiello, indossa l'uniforme, calza gli stivaloni e partecipa alle adunate. Intanto avvenimenti importanti si susseguono con ritmo incalzante: la campagna etiopica, la guerra di Spagna, la vigilia della guerra mondiale e il figlio maggiore di Piscitello, Giovanni, partecipa ad ogni conflitto passando dalle Alpi all'Africa, dall'Africa alla Russia. Nel frattempo, Piscitello e la sua famiglia sono esposti ai bombardamenti e subiscono i disagi causati dallo sfollamento e dall'occupazione tedesca. Dopo l'armistizio, Giovanni sta per tornare a casa ma viene fucilato dai tedeschi in ritirata. Segue l'occupazione alleata e Piscitello viene chiamato dal sindaco, lo stesso che gli ha imposto di prendere la tessera fascista e che ora, facendo il doppio gioco, è rimasto a galla, che gli comunica di doverlo epurare a causa dei suoi sentimenti fascisti.

Critica (1):Anni difficili cerca nuovi equilibri e modelli di riferimento in un’Italia ancora scossa dal totalitarismo e dalla guerra, e racconta le disavventure del tranquillo impiegato Aldo Piscitello e della sua famiglia, costretti a barcamenarsi nei difficili anni del fascismo. Piscitello, pur di convinzioni sinceramente democratiche, non sa ribellarsi all’imposizione di iscriversi al partito e fingere adesione agli ideali delle camice nere. Pagherà la sua debolezza con la perdita di un figlio e dell’impiego, mentre personaggi ben più collusi di lui col regime sapranno riciclarsi senza problemi al momento opportuno. Anni difficili, diretto nel 1948 da Luigi Zampa e scritto con Vitaliano Brancati, è una delle opere più lucide e realistiche del nostro cinema del secondo dopoguerra, un’opera di impegno civile che difficilmente si dimentica. Una lettura amara e al tempo stesso appassionata della nostra storia dal ventennio fascista al disastro della seconda guerra mondiale ne fanno un film forte, che si sviluppa sulle vicende della famiglia Piscitello, originale galleria di “caratteri” italiani: dall’istrionico al trasformista, dal disincantato al tenace, di fronte a una storia civile costellata di orrori.
(Fondazione Cineteca Italiana)

Critica (2):Anni difficili suscitò immediatamente accese polemiche, di carattere più politico che estetico. Ad essere giudicata fu soprattutto la rappresentazione dell’Italia e dell’opposizione al regime fascista. Venne accusato tutto il cinema neorealista italiano, e con esso Anni difficili, di "speculazione sulle brutture della patria". Del film si discusse persino in Parlamento e divenne un caso nazionale. All’interrogazione parlamentare rispose l’onorevole Andreotti, in qualità di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo spettacolo, che difese il film dall’accusa di offesa alla dignità nazionale.
Anni difficili, tratto da “Il vecchio con gli stivali” di Vitaliano Brancati, che collaborò alla sceneggiatura, racconta il ventennio fascista attraverso le disavventure di Aldo Piscitello, impiegato comunale, uomo mite e amante del quieto vivere. Un giorno il Podestà lo invita a iscriversi al Partito Fascista, altrimenti sarà costretto a licenziarlo. Piscitello, seppur di convinzioni democratiche, resta dubbioso e timoroso di fronte a questa disposizione. La moglie gli consiglia di aderire, mentre gli amici antifascisti gli dicono di regolarsi secondo coscienza. Decide di iscriversi al fascio, pensando che in questi anni difficili bisogna "tirare a campare". Pagherà la sua debolezza con la perdita di un figlio e dell’impiego, mentre personaggi più compromessi di lui col regime sapranno riciclarsi al momento opportuno.
Il film segnò l’inizio della collaborazione tra Zampa e Brancati che, ben consapevoli di affrontare un tema controverso, parlando di Anni difficili sottolinearono come tolleranza e autoironia siano segni distintivi di un paese democratico. "Io spero che la commedia del costume non sia presa come un’accusa agli Italiani" disse Brancati "ma piuttosto come una confessione comune, perché anch’io a quella commedia partecipai… Ridere dei propri difetti è la migliore virtù dei popoli civili".
(Cineteca di Bologna)

Critica (3):

Critica (4):
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