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Compagni (I)


Regia:Monicelli Mario

Cast e credits:
Soggetto: Age, Suso Cecchi d'Amico, Mario Monicelli; sceneggiatura: Age, Suso Cecchi d'Amico, Mario Monicelli; fotografia: Giuseppe Rotunno; musiche: Carlo Rustichelli; montaggio: Ruggero Mastroianni; scenografia: Mario Garbuglia; interpreti: Renato Salvatori, Giampiero Albertini, Bernard Blier, Giulio Bosetti, Raffaella Carrà, Annie Girardot, Franco Ciolli, Roberto Diamanti, Edda Ferronao; produzione: Franco Cristaldi per Lux Film – Vides Cin.ca (Roma) – Mediterranée Cinema Prod. (Parigi) – Avala (Belgrado); distribuzione: Cineteca Griffith; origine: Italia, 1963;
durata: 130'.

Trama:In una industria tessile torinese, sul finire del secolo scorso un gruppo di operai, prendendo lo spunto da un incidente di lavoro, chiedono la revisione del loro trattamento. Però l'azione fallisce. Riprenderà quando un agitatore sociale, il Professor Sinigallia organizzerà gli operai incitandoli allo sciopero ad oltranza. Nella reazione di crumiraggio sollecitata dai padroni, un operaio perde la vita, mentre il professore, ricercato dalla questura, cerca rifugio da una prostituta. Lo sciopero continua e la resistenza padronale sta per vacillare. Nello scontro con la cavalleria, chiamata per difendere la fabbrica dall'occupazione, cade una seconda vittima. Gli operai ritornano al lavoro sotto il peso
della sconfitta, ma con una speranza per l'avvenire.

Critica (1):I compagni, grande film spettacolare, riapre la discussione sull'impegno della commedia all'italiana durante il centro-sinistra. Anzi, il tema è allora di stretta attualità, perché il film esce pochi mesi dopo la grande sorpresa degli scioperi del '62 a Torino, il manifestarsi delle prime forme di autonomia operaia, che allora sembrano una violenta e breve «jacquerie», ma che alcuni studiosi - in particolare il gruppo di Raniero Panzieri - già interpretano come un fatto nuovo, di proporzioni tali da causare radicali cambiamenti nella composizione di classe: il che puntualmente accade, pochi anni dopo. A modo suo, Monicelli ha condotto un'ampia inchiesta per documentarsi: le atmosfere risentono chiaramente del De Amicis socialista, così come la ricostruzione storica del quasi contemporaneo saggio di Paolo Spriano. A ciò si deve aggiungere l'intervista a vecchi quadri operai, utilizzata anche per il lancio pubblicitario del film, e una attenta ricognizione sulle collezioni dell'«Avanti!» e del «Calendario del popolo».
Forse è proprio la cura di questa ricostruzione storica a segnare il destino del film, che fu un fallimento commerciale: nonostante la volontà di evitare il film d'epoca, le tematiche proposte erano decisamente estranee all'Italia del boom. Chi predica la fine delle ideologie e la pacificazione di classe reagisce con fastidio; chi annoda i fili dello scontro di classe che tra poco esploderà intuisce che le forme di lotta degli operai-massa saranno molto diverse da quelle degli operai professionali.
Per ricostruire quell'epoca è certamente più indicato l'ottimo Scioperi a Torino di Paolo Gobetti (1962). Proprio da queste difficoltà a collocarsi nei meandri degli schieramenti politici, I compagni trae forse l'elemento di maggiore interesse. Non sarà un film, come La grande guerra, in grado di scandire un'epoca: però conferma Monicelli come il più coerente sperimentatore di un cinema spettacolare profondamente imbevuto della cultura italiana, capace di assumerne all'interno pregi e difetti, grandezze e volgarità; in questo senso, un cinema davvero nazional-popolare. Certamente, l'insuccesso di I compagni è anche dovuto alla rinuncia dell'attore originariamente scelto per la
parte del professor Sinigaglia, cioè Alberto Sordi: ma, come ricorda Age, sicuramente la parte si adattava meglio alla recitazione trasognata di Mastroianni. Bocciato da Chiarini per la selezione di Venezia, I compagni ottenne due «nominations» all'Oscar (miglior soggetto e migliore sceneggiatura) e un nastro d'argento per il migliore attore non protagonista, Folco Lulli.
Stefano Della Casa, Mario Monicelli, Il Castoro Cinema, 7-8/1986

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
Mario Monicelli
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