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Pianeta proibito (Il) - Forbidden Planet


Regia:Wilcox Fred M. L.

Cast e credits:
Sceneggiatura: Cyril Hume, da un soggetto di Irvin Block e Allen Adler; fotografia: George Folsey; tonalità elettroniche: Louis e Bebe Barron; montaggio: Ferris Webster; scenografia: Cedric Gibbons, Arthur Lonergan, Edwin B. Willis, Hugh Hunt; costumi: Helen Rose, Walter Plunkett; effetti speciali: A. Arnold Gillespie, Warren Newcombe, Irving G. Ries, Joshua Meador; interpreti: Walter Pidgeon (il dottor Morbius), Anne Francis (Altaira Morbius), Leslie Nielsen (il comandante Adams), Warren Stevens (il tenente Ostrow), Earl Holliman (il cuoco), Robby il Robot; produzione: Nicholas Nayfack per la MGM; distribuzione: Cineteca Griffith; origine: Usa, 1956; durata: 96’.

Trama:L'incrociatore spaziale C-57-D è inviato in missione sul pianeta Altair IV alla ricerca di eventuali sopravvissuti della precedente spedizione Bellerofonte, dispersa venti anni prima. All'atterraggio vengono accolti dal robot Robby, che li conduce all'abitazione del dottor Edward Morbius, unico superstite che spiega loro come entro un anno dall'arrivo sul pianeta, tutti i membri della antica spedizione furono fatti scomparire durante la notte da una immensa creatura sconosciuta. Solo lui, la moglie (morta poi per cause naturali) e la figlia furono graziati. Morbius dice di avere studiato e lavorato per tutti i venti anni alla ricostruzione della storia e di alcune tecnologie dei Krell, la civiltà originaria del pianeta, misteriosamente scomparsa una notte di duemila secoli prima.
Mobius mostra agli ospiti la nursery Krell, comprendente una macchina per l'educazione e il potenziamento cerebrale, letale per i cervelli umani molto meno sviluppati di quelli Krell; li conduce anche all'interno del pianeta, dove è presente una immensa macchina sotterranea che continua ad essere alimentata da un numero indefinibile di reattori nucleari autooperanti ed autoriparanti...

Critica (1):Il pianeta proibito (Forbidden Planet), un film realizzato nel 1956 da Fred McLeod Wilcox e scritto da Cyril Hume, è una trasposizione quasi letterale del capolavoro di Shakespeare. Il pianeta proibito si può considerare ancora oggi uno dei capolavori della science fiction cinematografica, ma in quegli anni, per come il genere si stava sviluppando, costituì una sorta di aporia. Innanzitutto non c’era traccia di invasioni aliene ma si trattava semplicemente di un viaggio. Il viaggio è quello di un’astronave terrestre diretta verso un pianeta al di fuori del sistema solare e i mostri che lottano contro gli uomini non sono creature aliene ma generati dal lato oscuro della psiche di uno scienziato terrestre naufrago sul pianeta Altair 4. Il tutto condito da una realizzazione scenica ed effetti speciali ancora oggi ammirati. Nonostante fosse diretta da un regista mediocre che al suo attivo vantava solo alcune regie della serie Lassie, il film denota una scrittura decisamente più raffinata di similari prodotti del genere, ibridando la science fiction con temi presi a prestito dalla psicoanalisi. Infatti i mostri dell’Id, creati dall’inconscio del dottor Morbius, sono una geniale rappresentazione cinematografica delle dinamiche psicoanalitiche giocate tra Es, Io e Super-Io, che conferma il tentativo di realizzare un prodotto di classe superiore, affrontando un tema sino ad allora completamente estraneo al genere. La struttura del racconto e dei personaggi ricalca abbastanza fedelmente quella dell’originale di Shakespeare. L’isola di Prospero diventa il pianeta Altair 4 e il naufragio non è quello di un’imbarcazione ma quello di un’astronave in avaria. La figura di Prospero è affidata al geniale dottor Morbius, sopravvissuto con la figlia Altaira ad una spedizione terrestre imbarcata sull’astronave Bellorofonte, che dovette atterrare sul pianeta in una situazione di emergenza. In Altaira non è difficile scorgere la figura dell’innocente e virginale Miranda, mentre nel capitano Adams responsabile della spedizione di soccorso, quella di Ferdinando. Nella trasposizione di Wilcox, Ariel e Calibano vengono accomunati nel personaggio del robot Robby, il quale è al tempo stesso Ariel, ovvero il mezzo attraverso cui si compiono le magie tecnologiche di Morbius, e Calibano, quando viene convinto da Cookie, un doppio di Stefano di turno, a riprodurre whisky in quantità industriali, che provoca una solenne sbornia a Cookie, e forse anche a lui stesso. Ma la figura di Calibano è presente anche nei mostri dell’Id prodotti dalla psiche di Morbius grazie alla tecnologia della popolazione autoctona estinta dei Krell. Come Prospero che al termine del dramma riconosce come sua anche la figura infera di Calibano (non senza ambiguità come riconosce Giorgio Melchiori in Shakespeare, Laterza), così Morbius nell’epilogo del film diventa finalmente consapevole dei suoi mostri e si sacrifica per la salvezza della figlia e dell’equipaggio della C-57-D. Più o meno nello stesso periodo in cui la MGM realizzava questa versione futuribile de La tempesta, Michael Powell iniziava a progettare una sua personale rilettura dell’opera di Shakespeare, destinata a non vedere mai la luce. In quel periodo Powell pensava di coinvolgere Moira Shearer nel ruolo di Ariel, ma il progetto non andò in porto.
(Dal catalogo del Bergamo Film Meeting, 1997)

Critica (2):Una delle pellicole più memorabili degli anni Cinquanta, e del cinema di SF in generale, eccezionale in tutti i suoi elementi costitutivi: le scenografie a colori, la colonna sonora con le sue tonalità elettroniche, i superlativi effetti speciali, ancora oggi in grado di stupire, i set futuribili e soprattutto la storia, di un'originalità innovativa sorprendente, tesa a coniugare fascinazioni psicologiche allora di notevole portata con la classicità di un testo shakesperiano (la trama è una versione fantascientifica di La tempesta). Film dal successo strepitoso e dal grande budget, dimostra una profondità di concetti e una modernità nel proporli quantomeno ammirabili, senza perdere di vista il sense of wonder e una certa ingenuità dei personaggi che ci ricorda comunque il tempo in cui fu girato (divertentissimi i duetti tra Adams e Altaira, degni di una commedia brillante, e ovviamente la figura di Robbie il Robot, destinato a diventare una figura celeberrima del cinema). Il pianeta proibito può considerarsi il prototipo di "Star Trek" (che deve molto a questo cult), svolgendosi completamente nel profondo spazio, lontano dalla Terra, ma non è difficile ravvisare in altri capolavori di SF almeno un rimando al capolavoro di Wilcox (citiamo, uno per tutti, Solaris, che fa un uso delle pulsioni nascoste nell'animo dell'uomo e pronte a manifestarsi molto simile a quello narrato in questa pellicola). (...) L'apporto di Joshua Meador, cortoonist della Walt Disney che realizza il Mostro dell'ID sotto il fuoco delle batterie laser, contribuisce a creare una sequenza difficilmente dimenticabile. La voce fuoricampo dell'inizio fu utilizzata (sciaguratamente) anche come prologo parlato di 2002: la seconda odissea di Douglas Trumbull, 1972, ovviamente solo nella versione italiana.Tappa fondamentale nel suo genere, irrinunciabile, mitico.
Roberto Chiavini-Gian Filippo Pizzo-Michele Tetro, Il grande cinema di fantascienza, Gremese Editore, 2003

Critica (3):

Critica (4):
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