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Ennio


Regia:Tornatore Giuseppe

Cast e credits:
Sceneggiatura: Giuseppe Tornatore; fotografia: Giancarlo Leggeri, Fabio Zamarion; montaggio: Massimo Quaglia; interpreti: Ennio Morricone, Quentin Tarantino, Clint Eastwood, Oliver Stone, John Williams, Hans Zimmer, Barry Levinson, Dario Argento, Bernardo Bertolucci, Giuseppe Tornatore, Quincy Jones, Bruce Springsteen, Vittorio Taviani, Nicola Piovani; produzione: Piano b Produzioni, Potemkino, Fu Works, Terras, Gaga., Blossoms Island Pictures, Fonds; distribuzione: Lucky Red; origine: Italia, Belgio, Olanda, Giappone, 2021; durata: 150'.

Trama:Ritratto a tutto tondo di Ennio Morricone, il musicista più popolare e prolifico del XX secolo, il più amato dal pubblico internazionale, due volte Premio Oscar®, autore di oltre 500 colonne sonore indimenticabili. Il documentario lo racconta attraverso una lunga intervista di Tornatore al Maestro, testimonianze di artisti e registi, come Bertolucci, Montaldo, Bellocchio, Argento, i Taviani, Verdone, Barry Levinson, Roland Joffè, Oliver Stone, Quentin Tarantino - scene di fiction, musiche e immagini d'archivio. Ennio è anche un'indagine volta a svelare ciò che di Morricone si conosce poco. Come la sua passione per gli scacchi, che forse ha misteriosi legami con la sua musica. Ma anche l'origine realistica di certe sue intuizioni musicali come accade per l'urlo del coyote che gli suggerisce il tema de Il buono il brutto, il cattivo, o il battere ritmato delle mani su alcuni bidoni di latta da parte degli scioperanti in testa ad un corteo di protesta per le vie di Roma che gli ispira il bellissimo tema di Sostiene Pereira. Un'attitudine all'invenzione che trova conferma nel suo costante amore per la musica assoluta, e la sua vocazione a una persistente sperimentazione.

Critica (1):Flash. Il neodiplomato Ennio Morricone e il maestro Goffredo Petrassi che piangono insieme. Flash. Morricone che si sente “umiliato”, ovvero umiliante la musica stessa, per aver dovuto barattare quella assoluta con la sussistenza. Flash. Morricone che fa ginnastica sul tappeto di casa, ogni mattina. Flash. Morricone che conquista Elio Petri, avvince i Taviani, perde – e c’entra Leone – l’Arancia meccanica di Kubrick. Flash. Morricone che scrive musica come noi la lista della spesa. Flash. Ennio Morricone, di cui dopo questo bellissimo documentario l’amico e collaboratore di una vita, Giuseppe Tornatore, capirà due cose: non era consapevole della propria grandezza; l’opera omnia non verrà mai perimetrata.
L’uomo dietro l’artista, è Ennio, fuori concorso alla 78. Mostra di Venezia, di cui rappresenta un vertice.
In buon ordine (cronologico) e bella copia (la cura stilistica di Tornatore non la si scopre oggi), mette in riga note, pensieri e talking heads – tra gli altri, Bertolucci, Montaldo, Bellocchio, Argento, i Taviani, Verdone, Barry Levinson, Roland Joffè, Oliver Stone, Quentin Tarantino, Bruce Springsteen, Nicola Piovani, Hans Zimmer e Pat Metheny – o, meglio, li mette nel pentagramma: è una partitura musicale il film stesso, e questa ammirevole, sorprendente e al contempo evidente qualità è il dono più grande che Peppuccio ha fatto a Ennio, consustanziando soggetto e supporto. Si vede il musicista, sopra tutto, si vede la musica.
La confidenza tra i due, condensata nella lunga intervista di Peppuccio dorsale al doc, non è esclusiva, ma inclusiva: la sperimentazione, la moglie Maria, la commozione, il padre trombista, tutto si scoglie in un lessico familiare, il maestro e le sue note, le sue composizioni, le sue e nostre emozioni.
Per definire questo lavoro, torna buono The Hateful Eight, che è valso a Morricone il suo secondo Oscar nel 2016: Tarantino girò in 70mm quello che a tutti gli effetti è un dramma da camera. Tornatore con Ennio ha fatto lo stesso: ha voluto il mondo per dire di un uomo. Enciclopedico, universale, intimo: Ennio.
Federico Pontiggia, cinematografo.it

Critica (2):Giuseppe Tornatore ha collaborato col Maestro - definizione per una volta appropriata - in un arco temporale che va da Nuovo Cinema Paradiso (1988) a La corrispondenza (2016), frequentandolo per circa trent'anni. Nel 2018 ha scritto "Ennio. Un maestro" (Harper Collins), intervista fluviale e conversazione franca, a trecentosessanta gradi: in Ennio ne riprende argomenti, andamento cronologico e tono disteso, modesto, autocritico con cui Morricone si era concesso alle sue domande. Attorno a lui, nel film, una schiera di musicisti, registi, colleghi ed esperti portano testimonianze rilevanti e inerenti una carriera straordinaria, che supera il concetto di prolifico: centinaia le opere firmate, da Il federale (1961) all'unico Oscar vinto per una colonna sonora, The Hateful Eight nel 2016, a 87 anni.
(...)
Ecco perché Ennio si apre con un'alternanza brillante di opposti movimenti di direzione d'orchestra e stretching domestico, dando l'attacco a un'immersione competente e appassionata nella carriera di un compositore dall'opera incalcolabile, che ha spaziato in ambiti molto diversi. Erroneamente identificato in tutto il mondo per lo più per le invenzioni strumentali e rumoristiche dei western di Sergio Leone e accompagnato per tutta la vita dal dispiacere per un pregiudizio accademico nei suoi confronti.
Il pregio di Ennio, non solo dentro il genere documentario, risiede nella sua semplicità e chiarezza così difficili da raggiungere, ma ancor prima nel fatto che Tornatore abbia concepito la propria linea narrativa come una partitura musicale. Il montaggio aggraziato e puntuale di Massimo Quaglia e Annalisa Squillaci rende questa cavalcata di oltre due ore e mezzo tra film e pentagrammi uno svelamento seducente anche per non addetti ai lavori, che non si vorrebbe finisse mai, perché, tra aneddotica e archivio cinematografico, la musica e le sue leggi restano a fuoco.
Le grammatiche di Bach, Frescobaldi, Stravinskij, tra i primi modelli, e le regole della composizione assimilate dal Maestro in anni di corso con Goffredo Petrassi, riconosciuta guida carismatica, sono le chiavi comprese le quali si può tradire, innovare e perfino divulgare: nella canzone pop (lo studio su "Il barattolo", hit salvezza della RCA, il confronto a più voci sull'intro di "Non son degno di te", Beethoven in Voce 'e notte), nella sinfonia, nella musica sperimentale, tra scricchiolii, macchine da scrivere ma anche voci femminili dirette come strumenti, in primo piano, che si fanno sirene, chimere.
Miniera di osservazioni stilistiche e curiosità legate alla storia del cinema (tra tutte, la collaborazione mancata con Stanley Kubrick per Arancia meccanica), non scevro di momenti di pura commozione, Ennio è racconto fluido, documento ricercato, filologico, che si mette a disposizione di curiosi, cinefili e studiosi, anche per eventuali indagini integrative.(...)
Raffaella Giancristofaro, mymovies, 10/9/2021

Critica (3):

Critica (4):
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