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Campo (Il) - The Field


Regia:Sheridan Jim

Cast e credits:
Sceneggiatura: Jim Sheridan; soggetto: dal romanzo di Hohn B. Keane; fotografia: Jack Conroy; musiche: Elmer Bernstein; montaggio: J. Patrick Duffner, scenografia: Frank Conway; interpreti: Richard Harris, John Hurt, Tom Berenger, Sean Bean, Brenda Fricker; produzione: Noel Pearson, per Granada Film; distribuzione WARNER BROS; origine: Gran Bretagna: 1990.

Trama:La passione di un contadino irlandese per un pezzo di terra, trasformata dalla sua famiglia in un terreno da pascolo, porta alla tragedia e alla morte.

Critica (1):Una tragedia irlandese, una natura cupa e disperata, un personaggio sull'orlo della pazzia e del baratro. E' la seconda opera del regista Jim Sheridan, il cui debutto cinematografico aveva colto il mondo di sorpresa con cinque candidature agli Oscar 1990, è due statuette assegnate agli attori Daniel Day Lewis e Brenda Fricker. Anche Il campo è arrivato a Hollywood per gli Oscar 1991, questa volta con la candidatura di Richard Harris, al suo primo ruolo cinematografico dopo otto anni di esilio dal cinema. E come Il mio piede sinistro, anche Il campo è interpretato da attori irlandesi, fra cui Harris e ancora Brenda Fricker, questa volta in un ruolo quasi muto. Tra gli "stranieri", John Hurt considera l'Irlanda patria adottiva, vive a Wick low con la sua giovane famiglia e dichiara con orgoglio di avere sangue celtico nelle vene; Tom Berenger rappresenta un'autentica nota d'oltreoceano interpretando il figlio di emigrati che ritorna nella terra d'origine con tasche piene di soldi e progetti di "sviluppo economico", vale a dire una fabbrica di cemento sul campo del titolo e una rete di strade su tutta l' isola.
A sua volta con un passato da emigrato, dapprima in Canada e poi negli Stati Uniti dove ha ricoperto la carica di direttore artistico all'Irish Arts Center di New York, Sheridan proviene da un background teatrale e letterario. Ora il ritorno agli Stati Uniti sembra inevitabile. Recentemente, insieme al produttore di entrambi i film, Noel Pearson, ha firmato un contratto con la Universal per la realizzazione di tre film con uno stanziamento di 65 milioni di dollari.
Il campo è stato invece girato con cinque milioni di sterline a Leenane, nel Connemara, vicino alla costa occidentale dell'isola. Remota e selvaggia, Leenane presenta pressoché inalterate le caratteristiche di una località fittizia dal nome quasi impronunciabile, Carraightomond, alla vigilia della seconda guerra mondiale.
La sceneggiatura, scritta da Sheridan, è un adattamento di un'opera del drammaturgo irlandese John B. Keane, con parziali radici in un fatto di cronaca. E' il 1939. Al centro della tragedia, un verde fazzoletto di terra, irrigato da incessante pioggia irlandese e da lacrime e sudore della famiglia di Bull McCabe (Richard Harris), che per decenni l'ha strappato alla desolazione della selvaggia natura che lo circonda. Ma il campo appartiene a una vedova inglese, tormentata da atti di persecuzione perpetrati dal debole figlio di McCabe, e viene messo all'asta.
Conflitti con autorità religiosa e potere economico (inglese e americano) portano alla distruzione del nucleo familiare, già sconvolto dal suicidio del primogenito e della penosa convivenza dei coniugi McCabe, in totale astensione da comunicazione reciproca per quasi venti anni.
Contribuisce all'evolversi della tragedia l'intervento del folle del paese, Bird (John Hurt), infida ombra del patriarca Bull.
Il film è stato avvicinato alle tragedie di Shakespeare, e in particolare a Re Lear. In realtà, sottolinea ancora Hurt, nonostante la forma classica, imperniata sulla clamorosa caduta di un essere umano, e la somiglianza fisica fra i due personaggi, Il campo non affronta i tempi shakespeariani di Re Lear. E per il regista il film "è più che altro un viaggio spirituale. Bull è pazzo all'inizio del film, poiché non riesce a credere nel mondo spirituale che lo circoscrive. In quel mondo non esiste redenzione. La mia immagine del film era ancora più nera della versione attuale".
Il campo è immerso nella realtà irlandese, dalla mitologia alla situazione politica attuale. Sheridan non crede in mitologie universali, e nelle teorie di Joseph Campbell in voga a Hollywood, in particolare nel circolo Lucas-Spielberg. La mitologia a cui fa riferimento il film risale alla cultura pagana irlandese, e a storie locali come quella di Chichulain, un re e dio guerriero che uccise il proprio figlio per errore durante un duello in riva al mare, mito ricreato negli Stati Uniti dagli emigrati irlandesi sfuggiti alla carestia del secolo XIX, e poi riesportato. "Da processi analoghi", continua Sheridan, "scaturisce gran parte dell' impeto per il nazionalismo irlandese. Inoltre l'ossessione per la terra è una metafora della situazione politica dell'Irlanda.
Il campo è un film maschile, sull'allontanamento della componente femminile, anche se quest'ultima caratteristica non è tipicamente irlandese. Un mio amico mi ha detto: "Le rivoluzioni avvengono quando le donne decidono di sacrificare gli uomini per il futuro dei bambini"; negli ultimi cinquant'anni le donne si sono astenute dal prendere questa decisione, ma nella lotta contro l'Inghilterra è a volte avvenuto. Le donne sono la forza dominante nella società irlandese anche se in apparenza questa è patriarcale".
Per Sheridan il problema principale del film consiste nel voler presentare una tragedia in un mondo in cui non esiste un concetto generale di religione o divinità. "La tragedia dipende da un senso di turbamento nell'essenza spirituale, se la spiritualità non esiste viene a mancare la premessa essenziale.
In Irlanda dieci o quindici anni fa questo film avrebbe provocato uno scandalo per le sue posizioni sulla Chiesa, ma ora... ha solo avuto un successo immenso".

Giovanna Asselle, Ciak n. 5 maggio 1991

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