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Bert Stern, l’uomo che fotografò Marilyn - Bert Stern: Original Madman


Regia:Laumeister Shannah

Cast e credits:
Sceneggiatura: Shannah Laumeister; fotografia: Tony Hardmon, Shannah Laumeister; montaggio: Danny Bresnik, Piri Miller, Jeff Werner; colonna sonora: Jeff Eden Fair, Starr Parodi; con Bert Stern, Shannah Laumeister, Albert D'Annibale, Dorothy Tristan, Marilyn Monroe, David Montgomery, George Lois, Carol Halebian, Jerry Della Femina, Larry Chilnick, Louis Armstrong, George Wein, Anita O'Day, Judith Crist, Barbara Slate, Lisa Lavender; produzione: Magic Film Productions; distribuzione: I Wonder Pictures; origine: Usa, 2011; durata: 87’.

Trama:Bert Stern, l'uomo che ha fotografato Marilyn Monroe, che ha stuzzicato le fantasie maschili immortalando Lolita, il pubblicitario da milioni di dollari, il regista e il fotografo di moda. Il ritratto di un uomo che, con la sua arte, ha saputo in tanti anni re-inventarsi, sfidarsi, vincere e perdere, senza rimanere un'icona da pagina patinata di Vogue.

Critica (1):Quella di Bert Stern è una storia non convenzionale, come non lo è la sua lunga e brillante carriera di fotografo.
L’improvviso successo a soli 25 anni grazie alla campagna pubblicitaria “più secco del secco” : una sola immagine e i guadagni del marchio Smirnoff incrementano considerevolmente, rendendo l’ America da lì in poi, un paese consumatore di Vodka.
Definito il primo “fotografo concettuale” per il talento creativo nel raccontare storie semplicemente attraverso uno scatto, Stern passa dall’ altra parte dell’ obiettivo, lasciandosi filmare da una delle sue tante muse, Shannah Laumeister.
Per la prima volta, racconta del successo e della sua vita non sempre facile e lo fa attraverso le fotografie che hanno consacrato modelle, musicisti, attori rendendoli indimenticabili nell’immaginario collettivo; come indimenticabile è il servizio fotografico a Marilyn Monroe, l’ultimo poco prima della scomparsa dell’ attrice. Un ritratto inedito della diva in cui emerge tutta l’essenza dell’ arte di Stern: la fotografia come modo per riempire quello spazio tra persone, tra soggetto e artista che normalmente tiene distanti, ma nel quale può succedere qualsiasi cosa…
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Critica (2):Stern nacque a Brooklyn, New York, il 3 ottobre 1929: crebbe in una famiglia ebraica molto povera originaria dell’Est Europa, ma si appassionò presto alla fotografia – suo padre faceva il fotografo ritrattista di bambini. Dopo avere lasciato la scuola superiore, si arruolò nell’esercito e lavorò come fotografo in una base militare statunitense in Giappone. Cominciò a farsi conoscere per i suoi lavori, grazie ai quali fu assunto alla rivista Look, dove divenne uno dei “protetti” del direttore artistico, Hershel Bramson, che gli affidò i primi lavori di fotografia commerciale. A Look Stern incontrò Stanley Kubrick, che prima di diventare uno dei registi più importanti e famosi della storia del cinema ebbe una carriera anche come fotografo: nel 1962, all’uscita del film Lolita, Kubrick chiese a Stern di fare delle fotografie da utilizzare per pubblicizzare il film – ed è proprio di Stern la celebre immagine sulla locandina di Lolita, quella con la ragazza che guarda in camera con gli occhiali da sole a forma di cuore.
La foto che rese famoso Stern, diversi anni prima di quelle a Marilyn Monroe, fu il risultato del primo incarico di Stern a Look: si tratta di un primo piano di un bicchiere di Vodka Smirnoff nel deserto egiziano di sabbia rossa, con alle spalle la piramide di Cheope, a Giza. Quella fotografia, scrive il New York Times, fu considerata rivoluzionaria per la sua semplicità. Nel programma di una galleria di Manhattan del 1988, Robert Sobieszek, il curatore di quello che oggi è il Museo Internazionale di Fotografia e Film della George Eastmen House, descrisse la fotografia di Stern come «la rottura più influente con la tradizionale fotografia pubblicitaria» del suo tempo.
Nel 1959 Stern diresse il documentario Jazz on a Summer’s Day sull’edizione del 1958 del Newport Jazz Festival, un evento musicale molto conosciuto e seguito negli Stati Uniti: quel documentario fu poi giudicato 40 anni più tardi di grande “rilevanza culturale” dalla Library of Congress degli Stati Uniti e selezionato nella lista dei film preservati nel National Film Registry, un archivio di film istituito da una legge del Congresso nel 1988, come riconoscimento per la sua rilevanza storica. (…) Il lavoro più importante che fece Stern durante la sua carriera, e quello che lo rese famoso in tutto il mondo, fu la serie di fotografie a Marilyn Monroe scattate per la rivista Vogue nel giugno 1962, sei settimane prima della morte: in soli tre giorni Stern fece oltre 2500 fotografie – erano all’hotel Bel-Air a Los Angeles – considerate tra le più belle e naturali mai scattate a Marilyn Monroe. Di quella serie di fotografie si parlò molto anche perché alcune di esse ritraevano l’attrice nuda, oppure semi-coperta da foulard trasparenti. Stern ha raccontato di quella esperienza nel documentario che la moglie ha girato nel 2010, che si intitola Bert Stern: Original Madman, definendola un’esperienza unica e incredibile. Anni prima, Stern aveva detto a Newsday: «Era così bella a quel tempo. Non le dissi “posa nuda”. Avvenne tutto spontaneamente, come se ti togliessi un vestito alla volta. Lei si mise a pensare per un momento. Io dissi qualcosa e la posa finale venne da sé». Le foto furono poi raccolte nella grande raccolta pubblicata nel 1992 “Marilyn Monroe: The Complete Last Sitting“.
ilpost.it

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