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All'amore assente


Regia:Adriatico Andrea

Cast e credits:
Soggetto e sceneggiatura: Andrea Adriatico, Stefano Casi, Marco Mancassola; fotografia: Andrea Locatelli; musiche: Roberto Passuti - la canzone del film è eseguita dai Subsonica; montaggio: Roberto Passuti; scenografia: Maurizio Bovi; costumi: Andrea Cinelli; effetti: Andrea Baracca; interpreti: Massimo Poggio (l'investigatore), Francesca D'Aloja (Iris), Maurizio Patella (Edoardo), Milena Vukotic (Magda), Tonino Valerii (il padre), Corso Salani (Carlo), Eva Robin's (tassista); produzione: Monica Nicoli per Cinemare; distribuzione: Vitagraph; origine: Italia, 2007; durata: 98’.

Trama:Andres Carrera, 'ghost writer' del politico Massimo Arati è scomparso. Un investigatore inizia a indagare e mentre effettua le sue ricerche penetra sempre più nel mondo dell'uomo che sembra svanito nel nulla: si stabilisce a casa sua, si fa assumere dall'agenzia di comunicazione dove lavorava, conosce la moglie Iris, il collega e amico Edoardo, la madre gravemente malata e il padre stralunato, convinto che il figlio sia stato rapito dagli alieni. L'investigatore si rende conto che questa non sarà un'indagine come tutte le altre...

Critica (1):Andres Carrera scrive efficaci discorsi politici per convincere indifferentemente l'elettorato dell'uno o dell'altro partito. Durante un comizio elettorale, bagnato e battuto dalla pioggia, Andres sale in macchina e sparisce nel nulla, abbandonando una madre malata, un padre confuso e una moglie incinta. Un investigatore indaga sulla misteriosa sparizione, vivendo nella casa di Andres e vivendo la sua vita. Forse Andres non è andato lontano e quello che sta cercando e quello su cui sta investigando è il suo sé autentico.
Il cinema italiano, almeno quello degli ultimi dieci anni, si divide in due categorie: il prodotto di una società che non vede se stessa fino a rimuovere il reale e quello che riproduce la realtà in maniera puntuale. Un conto però è il realismo e un altro è la duplicazione pura e semplice delle cose. L'impressione per chi guarda è che la cultura cinematografica italiana non abbia alcuna attitudine ad immaginare.
Andrea Adriatico e il suo All'amore assente sono in questo senso un'eccezione perché nel film la duplicazione del reale viene meno, a favore di uno sguardo simbolico capace di rovesciare l'apparenza sensibile e concepire uno spazio altro da sperimentare. L'Andres "assente" è di fatto un uomo sdoppiato, è colui che cerca ed è il cercato, è il committente investito e poi sollevato dall'incarico di ritrovare il proprio io e un modo più autentico di comunicare. Perché il protagonista è un ghost writer che usa e redige il linguaggio politico, quasi sempre contorto, oscuro e allusivo. Un linguaggio retorico, artificioso e vuoto, atto a persuadere l'ascoltatore invece di chiarire gli intendimenti dell'oratore politico. A questo punto personaggio e autore si interrogano sulle ragioni culturali che spingono il politico ad esprimere un pensiero senza palesarlo o a celare un’informazione al proprio destinatario. Pur denunciando e smascherando l'antidemocraticità del discorso politico, che scavalca il cittadino e gli sottrae ogni criterio di consenso o di dissenso, Adriatico ripiega sul disagio morale e umano dell'individuo e sul contributo del singolo all'educazione politica.
Il regista rifiuta il realismo o la "ri-visitazione" del già conosciuto, svuotando i modelli standard della rappresentazione, mettendo in crisi le certezze oggettive e la riconoscibile riproduzione del reale. Sperimentando l'alterità, anche sessuale, Andres Carrera approda ad una verità oggettiva che sblocca il solipsismo, riconoscendo con un atto d'amore l'esistenza e il dolore degli altri.
Marzia Gandolfi,
mymovies 2008

Critica (2):Per chi insegue il cinema indipendente italiano, quello che faticosamente cerca un suo pubblico muovendosi ai margini del circuito commerciale, ecco (...) quest'opera seconda di Andrea Adriatico, autore e regista teatrale da qualche tempo attivo anche al cinema. Lo spunto è vagamente noir, con un investigatore che arriva in una città irreale per scoprire che fine abbia fatto il ghostwriter di un uomo politico in piena campagna elettorale: incontra così la moglie dello scrittore scomparso, conosce la sua società di comunicazione, la madre morente, il padre sciroccato, ma è soprattutto costretto a riflettere sul linguaggio, tra silenzi, misteri e discorsi politici scritti da autori fantasma nascosti dietro le parole. Tutto ambientato in una città metafisica cupa e piovosa, con una scena ripetuta all'inizio e alla fine: quella di un comizio soporifero in piazza, dove un uomo politico pronuncia frasi poetiche con voce spenta e monocorde davanti ad una distesa di ombrelli aperti sotto la pioggia, senza che mai si intravveda un solo volto. Quasi un'immagine emblematica del film. Con partecipazione del regista cult Tonino Valerii (Il mio nome è nessuno) e breve cameo di Franco Vazzoler.
Renato Venturelli,
la Repubblica, 16/6/2008

Critica (3):

Critica (4):
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