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Orphanage (The) - Orphanage (The)


Regia:Bayona Juan Antonio

Cast e credits:
Sceneggiatura: Sergio G. Sánchez; fotografia: Óscar Faura; musiche: Fernando Vélazquez; montaggio: Elena Ruiz; scenografia: Josep Rosell; arredamento: Iñigo Navarro; costumi: Maria Reyes; effetti: Lluís Castells, Jordi San Agustín; interpreti: Belen Rueda (Laura), Fernando Cayo (Carlos), Roger Príncep (Simón), Mabel Rivera (Pilar), Montserrat Carulla (Benigna), Andrés Gertrúdix (Enrique), Edgar Vivar (Prof. Leo Bálaban), Óscar Casas (Tomás), Mireia Renau (Laura bambina), Georgina Avellaneda (Rita), Carla Gordillo (Martín), Alejandro Camps (Víctor), Carmen López (Alicia), Óscar Lara (Guillermo), Geraldine Chaplin (Aurora); produzione: Guillermo Del Toro, Álvaro Augustín, Joaquín Padró, Mar Targarona per Esta Vivo! Laboratorio De Nuevos Talentos-Grupo Rodar- Rodar Y Rodar Cine Y Televisión S.L.-Telecinco Cinema- Telecinco-Televisió De Catalunya (Tv3)-Warner Bros. Pictures de España-ild Bunch; distribuzione: Keyfilm; origine:Messico-Spagna, 2007; durata: 100’.

Trama:Laura ha trascorso gli anni più felici della sua infanzia in un orfanotrofio vicino al mare, accudita dal personale e dagli altri bambini orfani che lei ha amato come fossero fratelli e sorelle. Trent’anni dopo, torna in quel luogo con suo marito Carlos e il figlio Simon di sette anni, con il sogno di ristrutturare e riaprire l’orfanotrofio, a lungo chiuso e abbandonato, per farne una dimora per bambini disabili. La nuova casa e i suoi dintorni misteriosi stimolano l’immaginazione di Simon, e il ragazzo comincia ad intrecciare una tela di storie fantastiche e di giochi con amici immaginari... Una pericolosa tela che comincia a infastidire Laura, trascinata nello strano mondo del bambino che riecheggia di ricordi a lungo dimenticati e profondamente inquietanti della sua stessa infanzia. Mano a mano che il giorno dell’apertura si avvicina, la tensione cresce all’interno della famiglia. Carlos resta scettico, convinto che Simon stia inventando tutto nel disperato tentativo di attirare l’attenzione. Ma Laura lentamente si convince che qualcosa di terribile, rimasto a lungo nascosto, si aggiri nella vecchia casa, qualcosa che aspetta di venir fuori per fare del male alla sua famiglia.

Critica (1):"Vedere non è credere, è vero esattamente l'opposto". E' quanto imparerà una donna alla ricerca disperata del figlio scomparso, ed in lotta con i fantasmi del proprio passato.
Laura è cresciuta in un orfanotrofio vicino al mare, accanto ad altri bambini orfani che lei ha amato come fossero fratelli. Trent’anni dopo, torna in quel luogo con suo marito Carlos e il figlio Simon di sette anni, con il sogno di ristrutturare e riaprire l’orfanotrofio, a lungo chiuso e abbandonato, per farne una dimora per bambini disabili. La nuova casa e i suoi dintorni misteriosi stimolano l’immaginazione di Simon, e il ragazzo comincia ad intrecciare una tela di storie fantastiche e di giochi con amici immaginari... Una pericolosa tela che comincia a infastidire Laura, trascinata nello strano mondo del bambino che riecheggia di ricordi a lungo dimenticati e profondamente inquietanti della sua stessa infanzia. Mano a mano che il giorno dell’apertura si avvicina, Laura si convince che qualcosa di terribile, rimasto a lungo nascosto, si aggiri nella vecchia casa, qualcosa che aspetta di venir fuori per fare del male alla sua famiglia.
Vincitore di 7 Premi Goya (tra cui Miglior Regista Esordiente, Migliore Sceneggiatura, Migliori Effetti Speciali), The Orphanage è un horror atipico, sulla falsariga di Shining, dove l’orrore non proviene dall’esterno, o dalla mente di uno psicopatico. È un orrore che nasce in un ambiente idilliaco, nel cuore della famiglia perfetta. E cresce in modo inatteso, minacciando di distruggerla completamente. “The Orphanage tratta fondamentalmente della paura della separazione. E questa paura si manifesta come qualcosa di vivo e presente nell’ambiente che li circonda, che trasforma il loro sogno della perfetta famiglia felice nell’incubo più spaventoso”. Interamente girato a Llanes, nelle Asturie, scelta per la grande varietà di spettacolari paesaggi naturali: grotte misteriose, scogliere maestose, lunghi tratti di costa incontaminata, foreste, montagne e soprattutto per Partarríu Mansion, la casa utilizzata per il vecchio orfanotrofio.“ Non cercavo un edificio enorme, pieno di corridoi interminabili, come in Shining ” racconta Bayona. “Volevo qualcosa di più piccolo e più semplice, ma allo stesso tempo abbastanza grande da rendere la storia credibile”.
“La sceneggiatura di Sergio G. Sánchez era la migliore che mi capitasse di leggere da anni. Dopo appena poche pagine, mi sono accorto che non si trattava dell’ennesimo sofisticato rimaneggiamento degli elementi classici del genere: case stregate, fantasmi, universi paralleli... Questa sceneggiatura aveva una profondità davvero rara. The Orphanage è più di un film horror: il suo ritmo è impeccabile, la sua composizione visiva straordinaria, non fa affidamento sugli effetti speciali per far paura allo spettatore, e offre un’interpretazione molto personale dei luoghi e delle convenzioni del cinema di genere. Oltre ad essere un racconto molto inquietante di fenomeni sovrannaturali, è una delle storie meglio costruite e più belle che io abbia mai visto sul dolore profondo causato da una perdita.”
Guillermo Del Toro, primissima.it

Critica (2):Dei bambini stanno giocando. Sono gli ospiti di un orfanotrofio e una di loro, Laura, sta per andarsene perché adottata. Divenuta adulta Laura torna in quel luogo con il marito Carlos. Vuole farlo divenire un istituto accogliente per bambini bisognosi di cure come Simon, il piccolo che ha adottato. Il bambino è affetto dall'HIV e non gli resta molto da vivere. Simon ha degli amici immaginari che però lasciano anche impronte sul terreno. Laura cerca di assecondarlo ma non riesce a togliersi di dosso la paura. Finché un giorno giunge un'anziana assistente sociale che consegna un dossier sul piccolo. La stessa donna sarà sorpresa una notte ad aggirarsi nei pressi del magazzino degli attrezzi. Qualche tempo dopo Simon, che ha scoperto la malattia di cui è affetto, scompare nel corso di una festa. Laura precipita nell'abisso dell'angoscia.
Guillermo del Toro mette il suo sigillo produttivo sull'opera prima di Juan Antonio Bayona offrendogli una patente di qualità che ne ha consentito l'inserimento tra i 6 film che hanno ottenuto la nomination per gli European Awards 2008. The Orphanage è un'opera che può dividere il pubblico in estimatori e detrattori. Partiamo da quest'ultimi. Chi è appassionato del genere ha già visto in più occasioni vicende in cui il passato fa ritorno e bambini che si vogliono vendicare di chi ha tolto loro la vita si ripresentano per attrarre i vivi nel loro mondo. Anche questa tipologia di spettatori però, insieme a chi non frequenta l'horror, non potrà negare che lo stile che Bayona imprime al film è estremamente raffinato. Grazie soprattutto a un'interpretazione magistrale di Belén Rueda che ricordiamo in ruoli molto diversi da questo in Mare dentro e, più di recente, in Savage Grace. L'attrice riesce a trasformare quello che potrebbe essere un banale soggetto su ‘morti che ritornano' in un'indagine psicologica che entra nell'animo di una bambina derubata degli affetti e che, adulta, cerca di suturare ferite ancora sanguinanti. Il suo rapporto di madre con il piccolo Simon finisce con il tradursi nel bisogno di proteggere anche i suoi piccoli compagni di un passato che riemerge con il sottile brivido di porte che si chiudono all'improvviso.
Grazie alla sua prestazione il film si può permettere anche la sequenza in cui una Geraldine Chaplin (sempre più inquietante nella sua espressiva magrezza) si aggira come medium nelle stanze dell'ex orfanotrofio. Potrebbe sembrare ridondante e davvero deja vu ma lo sguardo di una madre che cerca il proprio figlio scomparso la sposta dal piano dell'horror di genere a un livello decisamente più elevato.
Giancarlo Zappoli, mymovies

Critica (3):

Critica (4):
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