RETE CIVICA DEL COMUNE DI REGGIO EMILIA
; Archivio film Rosebud; ; Archivio film Rosebud
Torna alla Home
Mappa del sito Cerca in Navig@RE 

 > Aree tematiche > Cultura e spettacolo > Archivio film Rosebud > Elenco per titolo > 

Musica per vecchi animali


Regia:Benni Stefano, Angelucci Umberto

Cast e credits:
Soggetto: Stefano Benni dal suo libro Comici spaventati guerrieri; sceneggiatura: Stefano Benni, Umberto Angelucci; fotografia: Pasqualino De Santis; musica: Arturo Annecchino; montaggio: Ugo De Rossi; scenografia: Lorenzo Baraldi; costumi: Maurizio Millenotti; interpreti: Dario Fo (Lucio), Paolo Rossi (Zen Lee), Viola Simoncioni (Lupetta), Eros Pagni (Rambo Sandri), Francesco Guccini, Maddalena De Panfilis, Felice Andreasi, Isaac George; produzione: Gianfranco Piccioli e Giorgio Leopardi, per Unione Cinematografica; distribuzione: WARNER BROS; durata: 110'.

Trama:
Sono tre gli occasionali compagni di viaggio (e di inseguimento) attraverso una metropoli deserta durante una giornata estiva di imprecisata e misteriosa emergenza: un mite e dialettico prof. in pensione (Fo), afflitto da un'antica forma di Aids (Artrite Implacabile di Sessantenni); un meccanico esperto di kung-fu (Rossi) e una biondina (Simoncioni) scappata di casa. Li insegue in turbomoto l'armato e truce Rambo Sandri (Pagni), spossessato di un'auto lussuosa. Ispirato al romanzo Comici spaventati guerrieri (1986) di S. Benni.

Critica (1):La felice vena surreale d'un certo Pasolini, che compensava il suo manierismo, torna ad emergere, per fortuna del cinema italiano, nell'opera d'esordio di Stefano Benni e Umberto Angelucci, bislacca, lunatica e strampalata quanto occorre per metterci addosso l'argento vivo. Si tratta d'un viaggio simbolico attraverso l'irrealtà del nostro tempo, dell'escursione in un universo immaginario che sublima nell'assurdo la nostra epoca insostenibile.
In un futuro imprecisato, alla periferia d'una grande città, tre persone s'incontrano. Sono il prof. Lucio Lucertola, insegnante in pensione, la bambina dodicenne Lupetta, il meccanico-garagista Lee. S'incontrano e si mettono in cammino: l'uno per rivedere la scuola della sua gioventù, l'altra per trovare un posto dove giocare liberamente, Lee per portare un regalo a una donna ricoverata in ospedale. Inseguiti dall'inferocito padrone dell'automobile che Lee ha rubato, i tre hanno stranissimi incontri con personaggi fantastici, rubacchiano nei negozi, e fortunosamente si sottraggono ai controlli della polizia, la quale ha stabilito ovunque posti di blocco (per cui tutta la cittadinanza vive asserragliata nelle case o é andata a rifugiarsi nel sottosuolo). Dopo essersi imbattuto, in una vecchia stazione del metrò, in un gruppo di punk, ed avere assistito a risse, cortei, balli, mascherate, all'alba del nuovo giorno l'ameno terzetto risale in superficie, dove visita il Museo del Popolo Scomparso nel quale é esposta una collezione di caffettiere. Lucio si spegne dopo avere ritrovato i ruderi della sua scuola, Lee consegna il dono a Libellula, e di Lupetta non si hanno più notizie. Lo si legga come si vuole (ispirandosi al proprio romanzo Comici spaventati guerrieri, Stefano Benni ne parla come d'un apologo politico che esalta la libertà dell'avventura e la dolcezza della memoria contro il sistema repressivo di cui saremmo tutti prigionieri, il film ha centrato il bersaglio: ci ha offerto uno spettacolo del quale non conviene sopravvalutare la carica provocatoria ma che, per ricchezza di capricci e varietà di estri, nettamente si stacca dalla produzione commerciale d'ordinaria amministrazione. La seconda parte é la meno azzeccata, con pleonasmi e zone nebbiose nella sceneggiatura, e tuttavia il giudizio globale è positivo. La regia, per la quale l'umorista Benni ha voluto al suo fianco l'Angelucci già aiuto, fra gli altri, appunto di Pasolini, conduce la maggior parte della favola satirica con un'arguzia agile e lieve che non esclude risvolti teneri e affondi comici. Ne esce un concerto, per voci umane e bestie antidiluviane, dettato da una rabbiosa malinconia in cui ogni attore ha un timbro suo proprio e l'impianto figurativo è molto espressivo. Siano date lodi agli interpreti, primieramente a Dario Fo che torna al cinema dopo tanti anni (Lo svitato è del '55, Rascel fifì del '56) ma anche sullo schermo conserva intatta la sua vis comica, la sua maschera candida e velenosa; poi a Paolo Rossi, il quale fa di Lee un personaggino simpaticamente picaresco, alla giovanissima Viola Simoncioni (la sboccata Lupetta), a Eros Pagni (il fascista furibondo), a Felice Andreasi (l'operaio sempre incollerito che va a pesca con l'intellettuale), a Francesco Guccini (il guardiano del museo), ai molti altri che si fingono capiscarichi e a Betty Prado, la Regina della Notte. Punti di forza del film sono la fotografia di Pasqualino De Santis, le scenografie di Lorenzo Baraldi, i costumi con cui Maurizio Millenotti si è scatenato nella pittura delle tribù sotterranee, custodi della barbarie tra graffiti fiabeschi.
Giovanni Grazzini, Cinema '89 Laterza 1990

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet; Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema; Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
Valid HTML 4.01! Valid CSS! Level A conformance icon, W3C-WAI Web Content Accessibility Guidelines 1.0 data ultima modifica: 10/23/2014
Il simbolo Sito esterno al web comunale indica che il link è esterno al web comunale