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Pozzo (Il) - Well (The)


Regia:Lang Samantha

Cast e credits:
Soggetto
: Laura Jones dal romanzo di Elizabeth Jolley; sceneggiatura: Laura Jones; fotografia: Mandy Walker; musica: Stephen Rae; montaggio: Danny Cooper; scenografia: Michael Philips; interpreti: Pamela Rabe (Hester), Miranda Otto (Katherine), Paul Chubb (Harry Bird), Kati Edwards (Molly), Steve Jacobs (Rob Borden), Genevieve Lemon (Jen Borden), Simon Lyndon (Jock), Stephen Rae (Murray); produzione: Sandra Levy; distribuzione: Lucky Red; origine: Australia, 1997; durata: 102'.

Trama:In una casa isolata Katherine, che vive sola con il padre, un uomo dal carattere difficil, estringe amicizia con Hester, assunta come cameriera. Quando il padre muore, la donna vende la casa, si trasferisce in una fattoria e progetta con la giovane un lungo viaggio...

Critica (1):Gli appartenenti a una società post industriale come la nostra, spesso immemore di un passato neanche troppo lontano in cui la vita era regolata dalla presenza dell’acqua, potranno sicuramente apprezzare questo originale film diretto dall’esordiente Samantha Lang, in cui le protagoniste sono messe di fronte a una specie di incantesimo onirico dai risvolti molto umani. In una campagna australiana smisurata, infatti, due donne molto diverse tra loro si incontrano. Una ha passato la vita dietro un vecchio padre, rozzo e dispotico affarista. L’altra è appena uscita da un’istituzione pubblica e - teoricamente - dovrebbe lavorare per la famiglia che la ospita. In realtà con i suoi sogni e la sua effervescenza contagia la prima, rimasta ormai - alla morte improvvisa del padre - proprietaria di tutto. Lasciata indietro dalla sua vita, la donna ormai sulla soglia della cinquantina ricorda come unico momento bello un viaggio in Europa compiuto quasi quaranta anni prima. Per potersi permettere di rivivere insieme alla sua amica del passato, vende tutto e si trasferisce in un piccolo cottage, ai confini di quella che una volta era la terra di suo padre. Una vita nuova insieme alla giovane Katherine, una esistenza leggera piena di sogni e di speranze, biascicando più volte quel poco di tedesco che aveva imparato in Austria molto tempo prima alla stregua di una lingua sacra per la salvezza, è legata a due scatole di biscotti piene di soldi che consentiranno alle due donne una fuga verso l’Europa e l’America, alla ricerca – per Hester – di una gioventù irrimediabilmente perduta. Dopo una notte di baldoria, però, c’è un incidente che coinvolge un uomo. Un ladro che oltre ai soldi vorrebbe rubare alle donne la loro possibilità di fuga. Il cadavere finisce nel pozzo di fronte casa – forse – insieme al denaro che aveva rubato. Ecco che allora il relitto di una civiltà rurale, sinuoso e potente come la voce stridula di una sirena, inizia il suo canto di seduzione verso la ragazza. Il pozzo o il suo malcapitato occupante, infatti, chiama la giovane Kathy dichiarandole tutto il suo amore. Morto o redivivo che sia, a qualsiasi prezzo, Hester non può permettere che il ladro seduttore si porti va la sua amica, unico vero affetto che abbia mai avuto. Se si soldi sono con lui nel profondo, che ci restino pure e che a lei rimanga, almeno, la giovane Kathy. Vivrà lì con lei e la sua nuova Europa, dimenticando quella vera i cui cataloghi sono sparpagliati per la casa. La fascinazione esercitata dal pozzo è così forte che l’unica possibilità che rimane è chiuderlo per sempre. Anche se la fine del suo canto coinciderà – comunque – con la partenza della ragazza e un finale – molto realistico – a sorpresa. A metà tra il surreale e l’onirico, la grande forza di questo film è il suo essere una pellicola intensa e semplice che centrando tutta se stessa su una storia molto normale e dai profondi risvolti psicologici, coinvolge lo spettatore in una sottile trama dove i protagonisti sono messi di fronte a un archetipo favolistico capace di scatenare in loro reazioni insospettabili e realistiche. Il vecchio pozzo asciutto è il centro di un universo lontano. Un pozzo dei sogni e dei desideri infranti che anziché moltiplicare il denaro o arricchire di fama e fortuna, prepotentemente reclama dinanzi alle due donne il suo diritto di decidere dei loro destini. In un gioco intrigante dove la realtà dei fatti è coperta da una coltre di suggestione. Un film scarno, intelligente e ottimamente interpretato da due attrici all’altezza di una messinscena sofisticata e molto interessante.
Marco Spagnoli, Vivi il cinema n. 72, maggio-giugno 1999

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
Samantha Lang
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet; Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema; Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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