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Fidèle (Le)


Regia:Roskam Michaël R.

Cast e credits:
Sceneggiatura: Thomas Bidegain, Noé Debré, Michaël R. Roskam; fotografia: Nicolas Karakatsanis; musiche: Raf Keunen; montaggio: Alain Dessauvage; scenografia: Geert Paredis; costumi: Kristin Van Passel; effetti: Alain Carsoux, Guillaume Le Gouez, Compagnie Generale des Effets Visuels; interpreti: Matthias Schoenaerts (Gino "Gigi" Venoirbeek), Adèle Exarchopoulos (Bénédicte "Bibi" Delhany), Eric De Staercke (Freddy Delhany), Jean-Benoît Ugeux (Serge Flamand), Nabil Missoumi (Younes Bouhkris), Thomas Coumans (Bernard 'Nardo' Delhany), Nathalie Van Tongelen (Sandra), Kerem Can (Bezne), Sam Louwyck (direttore carcere), Fabien Magry (Eric Lejeune), Gianni La Rocca (Mike), Anaëlle Potdevin (Stéphanie), Dimitry Loubry (Maton), Gaël Maleux (Jean), Igor van Dessel, Corentin Lobet; produzione: Stone Angels, Savage Film, in coproduzione con Eyeworks Film, Tv Drama, Pathé, Wild Bunch, Frakas Productions, Kaap Holland Film, Subla, in associazione con Rtbf (Télévision Belge), Voo And Betv; distribuzione: Movies Inspired; origine: Belgio-Francia, 2017; durata: 130’.

Trama:Quando Gino incontra Bénédicte, la passione irrompe. Totale. Incandescente. Lei lavora nell'azienda di famiglia ed è pilota di auto da corsa. Gigi apparentemente è un ragazzo normale, simpatico, bello; ma nasconde un segreto. Un segreto di quelli che mettono in pericolo la vita di chi li detiene e di chi gli sta intorno. Gino e Bénédicte dovranno quindi combattere contro tutte le avversità, contro la ragione e contro i loro stessi errori al fine di rimanere fedeli al loro amore.

Critica (1):Gino "Gigi" Venoirbeek (Matthias Schoenaerts) è un malvivente che ha passato gran parte della sua vita in detenzione. Dopo vari soggiorni nei centri per minori e in prigione, si associa a una banda di criminali brussellesi della fine degli anni ‘90, diventati quasi delle star, che inanellano colpi a mano armata. Affascinato dalle corse d’auto, un giorno va al circuito di Zolder e vi incontra Bénédicte "Bibi" De Coninck (Adèle Exarchopoulos), la figlia di un ricco imprenditore di Bruxelles. È subito colpo di fulmine, l’inizio di una relazione turbolenta e passionale.
Le Fidèle comincia con un flashback sull’infanzia di Gigi. Vi vediamo un bambino turbolento e refrattario, in conflitto sia con un padre molesto che con le autorità. Gigi incontrerà sul suo cammino dei compagni di rapina. È innanzitutto a loro che sarà fedele, e in particolare a Serge, fratello di galera. Un altro motivo viene svelato in apertura: come in Bullhead, gli animali hanno un ruolo fondamentale nel film. Qui sono i cani. Gigi li teme più di ogni altra cosa, e non sappiamo mai veramente se ha paura della loro ferocia, o piuttosto della loro propensione a riportarlo alla propria animalità.
Passato il prologo e la caratterizzazione di Gigi – il film è diviso in due capitoli, la prima parte incentrata su Gigi, la seconda su Bibi –, può avvenire l’incontro; un incontro elettrico, quasi ovvio. I due amanti condividono sicuramente un gusto per l’adrenalina, che lui si procura rapinando banche, e lei sui circuiti di corsa. Entrambi sono pronti a farsi prendere dall’amore, senza pertanto rinunciare alla propria libertà. Il regista associa questo desiderio contraddittorio di asservimento e di libertà alla condizione del cane che accetta di restare nella sua gabbia anche quando la porta è aperta. Ovviamente, questa sete di libertà di entrambi è esasperata dai rischi che Gigi corre, che come tutti i rapinatori è un sostenitore dell’ "ultimo" colpo.
Ma la prigione non sempre è il peggior ostacolo alla libertà d’amare e di essere amati. Dopo una prima parte a tutta birra che stabilisce i personaggi nella loro condizione – quella di rapinatore e quella di pilota – il racconto prende il largo, e trascina gli amanti verso altre sfide che non potevano prevedere. Questa storia d’amore tragica, attraversata da diversi movimenti narrativi, è vissuta sullo sfondo del gangsterismo e dei motori. Roskam scava il solco del noir belga, un mix tra poliziesco francese e film noir americano, come lui lo descrive, filmando Bruxelles come la French Riviera, scenario glamour di vite fuori dal comune e trepidanti.
Aurore Engelen, cineuropa.it, 8/9/2017

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
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