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Velma


Regia:Tomaselli Piero

Cast e credits:
Soggetto: Piero Tomaselli; sceneggiatura: Piero Tomaselli, Giorgio Monte, Manuel Buttus; musiche: Andrea Fontana, Gianluca Ballarin; montaggio: Gianmaria Scibilia; costumi: Katia Bonaventura; scenografia: Katia Bonaventura; fotografia: Alberto Marchiori; suono: Giacomo Avanza, Fabio Ancillai; interpreti: Camilla Zanoner (Velma), Gianmarco Tognazzi (Giona), Giorgio Monte (Capitano), Manuel Buttus (Manuel); produzione: ACT Multimedia, Prospettiva T ; origine: Italia, 2009; durata: 92’.

Trama:Il “Capitano”, un pescatore dal controverso passato e dal carattere molto schivo, vive da solo in uno sperduto casotto della laguna di Marano, dove si è volontariamente isolato da molti anni. Suoi unici contatti con la comunità sono un ragazzo, Manuel, da tutti considerato un po’ tocco che gli fa visita di frequente a bordo della sua battella e un carabiniere dai modi un po’ eccentrici, Giona, che per qualche motivo si è affezionato al marinaio.
Il misterioso ritrovamento da parte del Capitano di una bambina (Velma) impigliata in una rete sul bagnasciuga di una spiaggia e il difficile rapporto che da quel momento si viene ad instaurare tra i due è destinato a cambiare completamente la vita del pescatore, fino ad un emblematico e catartico epilogo.
Velma nasce da un soggetto dello stesso Tomaselli ed è scritto e recitato interamente in dialetto maranese, grazie alla consulenza culturale e linguistica di Bruno “Doria” Rossetto, con la collaborazione di Giorgio Monte e Manuel Buttus, che del film sono anche gli interpreti protagonisti.
Per la prima volta sullo schermo, una giovane e talentuosa esordiente di dodici anni, Camilla Zanoner, nella parte di Velma. L’altra grande protagonista del film è la laguna di Marano (un’oasi naturale tra Venezia e Trieste), un ecosistema avifaunistico unico in Italia, che crea uno scenario sospeso e magico alla vicenda che viene raccontata.(...)

Critica (1):Il film è ambientato in una delle aree naturalistiche più affascinanti del Friuli Venezia Giulia, la laguna di Marano, situata in provincia di Udine fra la foce del Tagliamento e la bocca di Porto Buso, che la divide dalla laguna di Grado.
Straordinario bacino d'acqua salmastra tra terraferma e il mare, la laguna di Marano ospita fin dai tempi antichi una vivace comunità di pescatori caratterizzata da tradizioni locali tutt'ora legate alla cultura marinara di Venezia e meno alla cultura friulana, di radici agricole.
Lo stessa lingua, il maranese, è un dialetto che trova le sue origini nella lingua vetero veneta (che ha dato origine alle tante forme dialettali venete) e che ha assunto degli accenti e dei toni particolari, legati alla dura vita della pesca, l’attività primaria dei suoi abitanti.
Velma stringe un legame strettissimo con i paesaggi, gli ambienti naturali tipici della laguna maranese e con le complesse usanze che ne regolamentano la vita. L’incontaminata e rara bellezza di questi luoghi ha offerto innumerevoli scorci e spunti per la realizzazione del film.(...)
(dal pressbook del film)

Critica (2):Anche l’italiano (in dialetto veneto, maranese) Velma scopre una giovanissima interprete che è gia una stella, Camilla Zanoner. Il film ha ottenuto il premio del pubblico nella sezione delle produzioni locali, dove però era un pesce fuor d’acqua, unico film a soggetto tra documentari, quando invece Velma poteva entrare benissimo nel concorso principale, cui non si offrono tutti i giorni dei film italo-nordestini ben convergenti col territorio Alpe Adria. A Tomaselli riesce bene il sottrarsi a rischi di metafora per immergersi piuttosto nei misteri della visione.
Sergio Grmek Germani, Il Manifesto, 30/1/2010

Critica (3):È un film coraggioso quanto interessante, Velma, di Piero Tomaselli in concorso al Festival del cinema italiano di Annecy, inaugurato ufficialmente ieri sera. Coraggioso perché pur essendo il suo primo lungometraggio, il regista non ha esitato a fare un film con pochissimo dialogo, essenziale, incentrando la narrazione sugli attori e sullo straordinario paesaggio naturale, di Marano lagunare, che offre quadri di grande bellezza dell’oasi veneta, grazie anche al direttore della fotografia Alberto Marchiori, già collaboratore di Pupi Avati e Matteo Garrone.
Il film, girato in dialetto maranese, è ambientato nella vivace comunità di pescatori della laguna, incentrato sul Capitano, interpretato dall’ottimo Giorgio Monte finora cimentatosi solo in teatro come del resto Manuel Buttus nel ruolo di un giovane da lui cresciuto che ne combina di tutti i colori.
Monte e Buttus si sono per la prima volta lanciati oltre che sul grande schermo anche nella produzione cinematografica.
Il film è infatti frutto di una coproduzione tra ACT Multimedia di Cinecittà e dell’associazione Prospettiva T con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia, girato con un budget bassissimo, meno di 200 mila euro.
Molto schivo di carattere il Capitano, pescatore dal controverso e misterioso passato, vive da solo in uno sperduto casotto della laguna, solo Manuel e un carabiniere interpretato da Gianmarco Tognazzi (anche lui molto convincente) gli fanno visita. Finché trova una bambina, Velma (Camilla Zanoner) impigliata in una rete sulla spiaggia e la porta in casa. La sua vita cambia poco a poco, accanto a questa ragazzina che non dice una parola ma sa capirlo più di chiunque altro, con una ambiguità poetica voluta “in un periodo in cui si spiega troppo”, dice il regista. Un soggetto “strano in un contesto di cinema italiano contemporaneo che pare si debba occupare solo di terrorismo e droga e nostalgia del ’68, che mi ha convinto subito”, sottolinea il produttore Vittorio Giacci.
(Comunicato ANSA, dal Festival di Annecy)

Critica (4):Una piacevole sorpresa il film Velma diretto da Piero Tomaselli. Ambientato nella laguna di Marano, con i suoi casoni, le spiagge e le poche tracce di passaggio umano. Uno scenario magico e primitivo. La fotografia nitida e avvolgente svolge una funzione d’attrazione per tutta la durata del film. Sarà merito del regista o del direttore della fotografia Alberto Marchiori, ma quest’opera diviene quasi un album da sfogliare. Viene voglia di fare continuamente il fermo immagine, tanto le inquadrature sono perfette, piene, esteticamente gratificanti. Una professionalità che si dimostra continuamente con la profondità e saturazione del colore, caldo e quasi tattile.
Il dialogo, seppur presente, ha una funzione di suono più che di contenuto. È recitato interamente in dialetto maranese, facile da capire e la sua verosimiglianza è dovuta allo studio linguistico di Bruno “Doria” Rossetto.
Giorgio Monte interpreta un pescatore che vive in un casone della laguna. Lo si vedrebbe in ruoli più legati alla commedia, ma nella difficile scena della morte riesce a dare una toccante interpretazione, Manuel Buttus, giovane scapestrato con senso di colpa sembra più vero del vero, Camilla Zanoner, veste i panni della maliziosa sirenetta che si aggira sospesa nell’aria a un palmo da terra. Infine l’ottimo Gianmarco Tognazzi sembra lo sceriffo di qualche sperduto villaggio in Louisiana.
Enzo Kermol, IL GAZZETTINO online
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