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Millionaire (The) - Slumdog Millionaire


Regia:Boyle Danny

Cast e credits:
Sceneggiatura: Simon Beaufoy; fotografia: AnthonyDod Mantle; musiche: A.R. Rahman; montaggio: Chris Dickens; scenografia: Mark Digby; arredamento:
Michelle Day; costumi: Suttirat Anne Larlarb; interpreti: Dev Patel (Jamal Malik), Freida Pinto (Latina), Mia Inderbitzin (Adele), Anil Kapoor (Prem Kumar), Irfan Khan (Ispettore); produzione: Celador Films-Film4; distribuzione: Lucky Red; origine: Gran Bretagna-Usa, 2008; durata: 120’.

Trama:È il momento della verità negli studi dello show televisivo in India ‘‘Chi vuol esser milionario?”. Davanti ad un pubblico sbalordito, e sotto le abbaglianti luci dello studio, il giovane Jamal Malik, che viene dagli slum di Mumbai (Bombay), affronta l’ultima domanda, quella che potrebbe fargli vincere la somma di 20 milioni di rupie. Il conduttore dello show, Prem Kumar, non ha molta simpatia per questo concorrente venuto dal nulla. Avendo faticosamente risalito la scala sociale, provenendo lui stesso dalla strada, Prem non ama l’idea di dover dividere la ribalta del Milionario con qualcuno come lui, e rifiuta di credere che un ragazzo dei quartieri poveri possa sapere tutte le risposte. Arrestato perché sospettato di imbrogliare, Jamal viene interrogato dalla polizia. Mentre ripassa le domande una per una, inizia ad emergere la storia straordinaria della sua vita vissuta per le strade, e della ragazza che ama e che ha perduto.

Critica (1):Il caso cinematografico della stagione americana è esploso a sorpresa, e sta crescendo con una forza che pare irresistibile. Slumdog Millionaire, che uscirà il 5 dicembre in Italia per la Lucky Red con il titolo semplificato in The Millionaire è il nuovo film di Danny Boyle, il regista di Manchester innamorato della Scozia, il quale conferma ancora una volta di essere un autore eclettico: dopo aver raggiunto il successo con Trainspotting, ha alternato regie al servizio di superstar (è sua la firma su The Beach con Leonardo DiCaprio) a operazioni coronate da risultati alterni come il film di fantascienza Sunshine e l' horror apocalittico 28 giorni dopo. In questo caso ha accettato di dirigere un copione che Simon Beaufoy, autore di The Full Monty, ha adattato da “Q&A", un best seller internazionale a firma di Vikas Swarup, uno scrittore il cui mestiere principale è quello di diplomatico (…). L' improbabile collaborazione tra due talenti tanto differenti, e un' ambientazione indiana che mescola il degrado con il sogno, e la violenza più efferata con la caparbia volontà di riscatto, ha generato un film che sta conquistando le platee americane: dopo una presentazione trionfale al Festival di Telluride, The Millionaire ha vinto il premio del pubblico al Festival di Toronto, e tra i distributori e gli esercenti si è diffusa la sensazione di avere tra le mani un prodotto destinato ad andar lontano. Tuttavia, l' assenza totale di nomi di richiamo (il protagonista è Dev Patel, attore indiano di passaporto britannico) ha suggerito di procedere con prudenza: nella prima settimana di programmazione il film è stato distribuito in sole dieci sale nelle principali città statunitensi. Il risultato non poteva essere migliore: raggiunge regolarmente una cifra di 35 mila dollari a proiezione, e in occasione del Thanksgiving, verrà lanciata una distribuzione capillare su tutto il territorio americano. Slumdog Millionaire (slumdog è l' espressione gergale con cui vengono chiamati i ragazzi delle bidonville) ha tutti gli elementi per conquistare il pubblico: è la favola di un povero che vuole diventare un principe. È la storia di un amore contrastato, ma anche di amicizia, fratellanza e tradimento. Ed è soprattutto la scommessa, riuscita, di ambientare nelle bidonville di Bombay una vicenda dai toni dickensiani, e di realizzarla con uno stile velocissimo, che combina il realismo con l' estetica da videoclip, e riesce a sedurre il pubblico giovane con una storia melodrammatica e per molti aspetti retro. Il film sembra un misto tra un prodotto di Bollywood e City of God, con alcuni elementi che ricordano Nuovo cinema Paradiso: una vicenda che vede per buona parte il protagonista bambino e lo segue in una struggente storia d' amore. Sono tutti elementi vincenti per i votanti degli Oscar, e se gli autori riusciranno a farlo candidare come produzione indiana (molti dei dialoghi sono in Hindi) The Millionaire diventerà un serio concorrente nella categoria miglior film straniero. Boyle, che ha voluto accanto a sé come co-regista una specialista del cinema indiano come Loveleen Tandan, racconta la storia con una serie di flashback che preludono a un finale in crescendo. Simon Beaufoy è riuscito a cucire le dodici storie raccontate nel romanzo, costruendo una sceneggiatura che inizia con il protagonista Jamal, diciottenne, a un passo dal vincere venti milioni di rupie nel programma Kaun Banega Crorepati, versione indiana di Chi vuol essere milionario?. Il fatto che Jamal, che sino a quel momento lavorava come cameriere in un call center, riesca a rispondere anche a quesiti difficilissimi genera molti sospetti, e la sera prima della puntata che lo potrebbe trasformare in un milionario, il ragazzino viene arrestato e sottoposto a torture da parte della polizia locale. Nel corso dell' interrogatorio scopriamo che ogni domanda fa scattare in Jamal una serie di collegamenti con episodi del proprio passato, e le risposte sono generate da esperienze tragiche e a volte grottesche, come quando preferì immergersi in una fogna pur di non perdere l'occasione di chiedere l' autografo ad un divo di Bollywood. Mentre pensa alle risposte per l' ambiguo conduttore del quiz e i violenti poliziotti, vediamo Jamal che assiste bambino all' omicidio della madre, vittima di persecuzioni religiose, poi nelle mani di una banda di malviventi che sfrutta gli orfani arrivando persino a accecarli per farne cantanti da strada. Ma la storia portante è quella con Latika, la ragazza amata sin da bambina, che vediamo costretta a prostituirsi, e poi diventare amante di un gangster per il quale lavora anche il fratello di Jamal. Boyle ci guida lungo un percorso che sconfina spesso nell' inverosimile e prevede momenti di violenza indicibile, ma ha l' abilità di utilizzare ripetutamente toni da commedia e di camuffare un melodramma d' altri tempi con un linguaggio fatto di tagli veloci e inquadrature suggestive, che documentano la rapida espansione di una grande metropoli che rivive in chiave contemporanea gi spasmi di crescita della Londra dickensiana. Di fronte questa storia a tinte forti e a una miseria che è insieme nera e colorata, si vive ripetutamente l' impressione di essere manipolati da un regista troppo abile per essere sincero, che tuttavia ci consegna un prodotto a cui è difficile resistere.
Antonio Monda,
La Repubblica, 19.11.2008

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