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Due amici - Deux amis (Les)


Regia:Garrel Louis

Cast e credits:
Soggetto: dall’opera teatrale "Caprices de Marianne" di Alfred de Musset; sceneggiatura: Louis Garrel, Christophe Honoré; fotografia: Claire Mathon; montaggio: Marie-Julie Maille; scenografia: Jean Rabasse; costumi: Justine Pearce; suono: Laurent Benïm, Léo Banderet, Benjamin Jaussaud, Mélissa Petitjean; interpreti: Vincent Macaigne (Clément), Golshifteh Farahani (Mona), Louis Garrel (Abel), Mahaut Adam (Colette), Pierre Maillet (receptionist hotel), Christelle Deloze (direttore carcere), Laurent Laffargue (scenografo), Rachid Hami (attore Gare de Lyon), Pierre Deverines (benzinaio), Aymeline Valade (benzinaia), Luc Poignant (agente stazione di polizia), Eric Bartonio (assistente set Maggio 68), Michele Goddet (addetta bagni pubblici); produzione: Les Films Des Tournelles, in coproduzione con Les Films Des Tournelles, Arte France Cinéma; distribuzione: Movies Inspired; origine: Francia, 2015; durata: 100'.

Trama:Clément lavora come comparsa in film cinici e malinconici ed è follemente innamorato di Mona, commessa in una paninoteca vicino alla Gare du Nord. Mona nasconde un segreto e questo la rende ancora più affascinante. Ogni notte, infatti, deve tornare a dormire in carcere. Clément è disperato e chiede aiuto ad Abel, suo migliore amico. I due ragazzi si ritrovano totalmente coinvolti in un'avventura sentimentale che ben presto diventa un circolo vizioso di amori non corrisposti.

Critica (1):(…) Di sicuro Louis Garrel si è formato in una buona scuola,ma restacomunqueun giovane regista che si concede con integrità, serietà, pudore, passione – uno sguardo sincero e luminoso che ritroviamo in quello che Abel, suo personaggio nel film, volge al suo grande amico Clément (Vincent Macaigne) e a Mona (Golshifteh Farahani), la ragazza in libertà vigilata di cui quest’ultimo si è perdutamente innamorato quando l’ha vista ridere dietro la cassa di un fornaio, e con cui i nostri due stupidoni (Abel sembra il più "responsabile" dei due solo perché Clément, figurante di cinema che dà consigli al regista e si taglia periodicamente le vene come ricatto affettivo, è un vero disastro, tanto affascinante quanto irrecuperabile!) vivranno una specie di Vacanze romane tristi, tra perdenti – e tra la Gare du Nord, camere sinistre (di servizio e d’ospedale) e rade poco brillanti – senza che l’avventura sia per questo meno meravigliosa.
Les Deux Amis, filmato in modo molto gradevole e ricco, senza alcuna pesantezza, con graziosi riferimenti al cinema con cui Louis Garrel è cresciuto, come persona e come attore – la scena delle riprese che ricostruiscono gli scontri del maggio 68 è un’allusione alla sua filmografia, dice –, è pieno di spontaneità comunicativa e gioiosa, con una franchezza rinfrescante, da una sceneggiatura meticolosa scritta da Garrel con Christophe Honoré. Questa naturalezza si ritrova nella simbiosi tra i due amici Abel e Clément, che ne fanno di tutti i colori come dei bambini, penosi ma così sfrenati da ritrovarsi in cella. Anche lì, la loro amicizia è talmente sincera che non si lasciano scoraggiare, utilizzano la telefonata che hanno di diritto per chiamare le ragazze e si rannicchiano l’uno accanto all’altro in attesa che vengano liberati.
E poi c’è la bella e sensuale Mona, che vive un po’ fuori dai circuiti, come loro, forse di più, benché non stia lì a lamentarsi tutto il tempo come quel bambinone egoista di Clément. In effetti, il rapimento di cui è vittima si trasforma in una nuova evasione in cui emergono la sua insolenza divertita, la sua tenerezza e la sua sensualità, che scopriamo nel raccoglimento di una chiesa… Il suo fascino irresistibile, creando un triangolo tra i personaggi del film, porterà anche a una vera rottura dell’amicizia, quasi da un momento all’altro, così come da un momento all’altro si può far pace scoppiando a ridere per una semplice battuta. Nella facilità con cui Louis Garrel esprime questa cosa al contempo piccola ed enorme, si riconosce certo l’eleganza paterna, ma la fa sua con un’umiltà e una generosità talmente sorprendenti da essere del tutto consapevoli, guardando il film, di aver davanti un giovane cineasta pieno di promesse. Perché ci sono poche cose tanto emozionanti quanto un film che riesce a rendere tutta la sua profondità e la sua umanità con leggerezza. (…)
cineuropa.it

Critica (2):«Bisogna ricordare che si basa su I capricci di Marianna, una commedia di Alfred de Musset in cui un uomo chiede a un altro di aiutarlo a ottenere i favori di una ragazza che lo rifiuta. Lo sceneggiatore, Christophe Honoré, mi ha proposto di prenderla come spunto per raccontare l’amicizia tra due uomini. Un’amicizia come di rado se ne vedono al cinema, perché ricalca il modello della vita coniugale... Eccetto che ha come protagonisti due uomini e non si tratta di un rapporto d’amore. È un film che racconta di gelosia, di tradimento, della capacità di aprirsi completamente all’altro e mettere a nudo i propri sentimenti. (…) Ma il film ha una forte vena caricaturale, i protagonisti potrebbero far pensare a una coppia di comici, a Stanlio e Ollio. Mi piacerebbe che uscendo il pubblico pensasse: “Sarebbe bello vivere un’amicizia così».
(da un’intervista al regista, d.repubblica.it, dicembre 2015)

Critica (3):

Critica (4):
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet; Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema; Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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