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Bambini di Cold Rock (I) - Tall Man (The)


Regia:Laugier Pascal

Cast e credits:
Sceneggiatura: Pascal Laugier; fotografia: Kamal Derkaoui; musiche: Todd Bryanton, Christopher Young; montaggio: Sébastien Prangère; scenografia: Jean-André Carrière; costumi: Angus Strathie;effetti: Red Hat Studios-Minds Eye Entertainment-Bluefilmproduction-Switch-VFX; interpreti: Jessica Biel (Julia Denning), Stephen McHattie (Tenente Dodd), William B. Davis (Sceriffo Chestnut), Jakob Davies (David), Jodelle Ferland (Jenny), Samantha Ferris (Tracy), Katherine Ramdeen (Carol), Colleen Wheeler (Sig.ra Johnson), Teach Grant (Steven), Eve Harlow (Christine), Janet Wright (Trish), John Mann (Douglas), Garwin Sanford (Robert ),Ferne Downey (Lady/Sig.ra Parker Leigh), Lucas Myers (Vicesceriffo Campbell), Georgia Swedish (Sig.ra Ashcroft), Prya Lily Campbell (Tiffany); produzione: Radar Films-Minds Eye Entertainment- Forecast Pictures in associazione con Snd-Highwire Pictures e Iron Ocean Films e la partecipazione di M6-Canal+; distribuzione: Moviemax; origine: Canada-Francia-Usa, 2012; durata: 98’. Vietato 14

Trama:Nel corso degli anni, nella cittadina di Cold Rock sono scomparsi senza lasciare traccia tredici bambini. Gli abitanti del luogo ritengono che il responsabile sia "l'uomo alto", un leggendario, oscuro e misterioso personaggio che rapisce i piccoli svanendo nel nulla. Una notte, l'infermiera Julia Denning trova il letto di suo figlio vuoto. Si apre così la caccia a "l'uomo alto" cercando di capire chi si cela dietro questa figura e quale sia il legame tra i bambini scomparsi...

Critica (1):Coraggioso, per non dire incosciente, esordio anglosassone per Pascal Laugier, uno dei francesi del nouveau horror anni 2000 con Aja, Gens e la coppia Bustillo-Maury. (...) Metafisico (forti echi dal King di It, Grano rosso sangue e dal Coscarelli di Phantasm) o realisticamente cospiratorio? Grande colpo di scena a metà film dopo il quale è difficile prevedere, anche per i più smaliziati, cosa diavolo succederà minuto dopo minuto. Onore a Laugier per averci regalato la prova più straniante della di solito solare e salutista Biel. Il film si può anche leggere come una versione al contrario di The Village di Shyamalan, con mondo adulto intento a migliorare la vita di bambini socialmente dannati. Satira da parte di un francese del paternalismo yankee (la cittadina è nello stato di Washington)? Negli Stati Uniti l'uscita del film è stata boicottata. In Francia sta incassando bene.
Francesco Alò, Il Messaggero, 21/9/2012

Critica (2):The Secret. ll primo titolo pensato per l bambini di Cold Rock somiglia ad un salvagente sgonfiato. Poi The Secret così anticipatore e ambiguo, diventa a ragione The Tall Man, ed è vero: del film di Pascal Laugier (distribuito in Italia da Moviemax) non si butta niente. La fiaba nera, l'uomo nero, la confettura nera, forme futuribili di nazismo. Il thriller del regista di Martyrs e Saint Ange è da subito un calamaio d'avanguardia. Si presenta proprio come un lumicino, un fuoco fatuo che scorrazza libero e rapace sull'ormai abbattuta, depressa cittadina mineraria di Cold Rock; una radio a transistor da appendere fuori come una zucca di Halloween, per tenere lontani gli spiriti (la disoccupazione, le responsabilità genitoriali, il dover diventare adulti a tutti i costi).
Le ossessioni degli abitanti seguono il ritmo dei rapimenti: un gigante venuto dall'inferno preleva i bambini dalle loro case e li nasconde nel bosco. Solo Julia (Jessica Biel) sembra non voler tradire tutto ciò che vede e che tocca e si lascia travolgere dal senso di unione per la società. Da infermiera meticolosa, mastica la vita come se fosse crema pasticcera. Ma il mostro rapisce anche suo figlio ed ecco le campagne solidali di Julia variare di forma, di rilievo. L'uomo alto del titolo originale somiglia quasi al Mago descritto da Friedrich Dürrenmatt nel libro La promessa. Là un pedofilo assassino adescava bambine, qui un sinistro giustiziere colleziona tanti pinocchietti per ristabilire l'ordine generazionale.
La rivelazione, il «segreto» appunto, rappresenta l'iniezione letale della giostra Laugier, l'atto di body art antropologico più disumano e politico. In nome del progresso, quei bambini rapiti potrebbero appartenere a una casta che con rigore seleziona e scambia le sorti, i palinsesti. Adozioni elitarie, famiglie buone, sane, benestanti in lotta continua contro meri avanzi minerari, le mele marce che non meritano prole, a cui anzi il diritto di sperare in un cambiamento di ceppo è negato dal ministero stesso dei fratelli Grimm, da ciò che si sogna o si osa sognare. Sembra di assistere ad un viaggio nelle lande dannate di Wolf Rilla e John Wyndham. Un viaggio in cui i bambini, con il proprio corpo e con la loro fantasia, allattano la covata operaia distrutta nelle origini, ma risorta nel e per il bene collettivo. Un lavoro di découpage che insegue con curiosità l'idea di un giorno migliore, sullo sfondo di una vita dove essere uguali significa sforzarsi di diventare perfetti.
Filippi Brunamonti, il manifesto, 28/9/2012

Critica (3):

Critica (4):
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