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Paese mio


Regia:Marchesini Riccardo

Cast e credits:
Soggetto, sceneggiatura e montaggio: Riccardo Marchesini; fotografia: Salvatore Barbaro; musiche: Palco Numero Cinque; suono: Daniele Bombarda, Diego Schiavo; interpreti: Luciano Ligabue, Beppe Carletti, Palco Numero Cinque, Orietta Berti; produzione: Giostra Film; distribuzione: Giostra Film; origine: Italia, 2014; durata: 74’.

Trama:Se appoggi un dito in un punto qualsiasi di una cartina dell’Emilia-Romagna probabilmente proprio in quel punto, è nato un cantante… Non uno qualsiasi. Uno importante, perché in questa terra la fama di un musicista è inversamente proporzionale alla grandezza del posto in cui è nato…
Una giovane band emergente della bassa bolognese decide così di mettersi in viaggio verso quei paesi della propria terra che hanno dato i natali ad alcuni dei più famosi cantanti, per scoprire le loro radici, i loro esordi e per capire dove e perché tutto è veramente cominciato.
Un viaggio attraverso canzoni, ricordi, testimonianze di amici, parenti e protagonisti raccolte in un territorio dove nel giro di pochi chilometri si incontrano band longeve come i Nomadi, rockstar come Ligabue e Vasco, cantanti melodiche come Orietta Berti, bluesman come Zucchero e re del liscio come Casadei. Un mix di generi senza precedenti, un viaggio lungo le strade della provincia e quelle della musica che la giovane band protagonista del film cercherà di percorrere guardando oltre alle incertezze del presente e del futuro.

Critica (1):"Io non posso dire come sarebbe andata se avessi vissuto in un'altra città, via da Correggio: sappiamo soltanto quello che è successo...", sorride Luciano Ligabue; "Roncocesi – afferma orgoglioso un amico di Zucchero – è diventato famoso nel mondo perché lui è nato qui"; "Per molti era un difetto essere dei paesani, dire che abitavamo a Novellara", ricorda Beppe Carletti dopo cinquant'anni nei "Nomadi".
Sono solo alcune delle testimonianze raccolte in Paese mio, il nuovo film di Riccardo Marchesini, (…). Un "documentario con trama", come lo definisce il regista, che racconta i luoghi dove sono nati alcuni grandi della musica italiana: un viaggio nella provincia profonda, compiuto da una giovane band (i bolognesi "Palco Numero Cinque") che attraversa l'Emilia-Romagna sulle tracce dei propri idoli, per cercare di incontrarli, per conoscere i posti e i personaggi che li hanno visti crescere e diventare quel che sono. (…)
Un film on the road, a tutto rock (ma non solo rock) con i successi dei divi reinterpretati dal gruppo, interviste di oggi e inediti d'epoca: dalla Bassa emiliana alla Riviera romagnola, toccando Zocca e Cavriago, fra il busto di Lenin e l'incontro con Orietta Berti.
Spiega il regista: “Paese mio è il racconto di grandi artisti attraverso la loro terra e la loro gente, ma anche il pretesto per scoprire un territorio sfaccettato e stimolante, con il suo paesaggio in divenire e il suo popolo tenace e laborioso; è inoltre uno spaccato sulla creatività musicale italiana e l’occasione per riflettere sulla condizione giovanile".
Cinemaitaliano.it

Critica (2):Novellara, Roncocesi, Correggio, Cavriago, Zocca: on the road. Questi paesi dell'Emilia potrebbero non dirvi molto. Sostituiteli con I Nomadi, Zucchero, Ligabue, Orietta Berti e Vasco Rossi.
«Se appoggi il dito in un punto qualsiasi della provincia emiliano-romagnola stai indicando il paese natale di un cantante. I piccoli centri della mia regione, sono la grande sala parto della musica leggera italiana. Come mai?». Parte da questo assunto/domanda di Riccardo Marchesini il suo film/documentario Paese mio (…). In questo viaggio i Palco Numero Cinque, una giovane band della bassa bolognese (Budrio) si imbatteranno nei piccoli paesi e nelle persone che hanno visto nascere una manciata di stelle. Gente che è partita dalla provincia emiliana e ce l'ha fatta.
Ma fatta a fare cosa? Musica per esempio. «Io sono partito dal niente» si suole dire, a corona mento di una carriera di successo. Ma non è mica poco il niente. «Nella
provincia denuclearizzata non c'è tanto da fare» spiega Massimo Piazzese, voce del gruppo.«In città avremmo più distrazioni, mentre qua c'è il niente. Ma la musica la fai col niente».
Il doc di Marchesini parte con un dato; il gruppo più longevo al mondo sono i Roiling Stones, il secondo è di Novellara. «ll paese è bello» spiega con Beppe Carletti, anima storica dei Nomadi «perché arrivano le giostre con la loromusica. Io il rock non l'ho conosciuto dalla radio ma sugli autoscontri». Si passa a Roncocesi, in osteria, per incontrare alcuni amici di Zucchero: «Fu la maestra delle elementari, la signora Cosmi Nada, a inventare quel soprannome» ricordano. «Forse tutto è a portata di mano e basta saperlo osservare» riflette la voce narrante prima di arrivare a Correggio, il paese della saponificatrice Anna Cianciulli, di Vittorio Tondelli e di Luciano Ligabue.
Si ragiona sull'importanza dei pazzi e delle prime radio libere (ricordate Radiofreccia?) «Nei pazzi abbiamo trovato le cose che ci mancavano nella nostra normalità» spiega Bruno Trico Pederzoli, primo chitarrista di Ligabue. «E la radio è un palco nascosto, ecco perché l'amavamo».
« Nelle mie prime cose» dice Ligabue «usavo la parola ricercata o un senso poetico che in realtà era soltanto fuffa. Poi ho scritto Sogni di rock and roll per raccontare quello che vivevo realmente il sabato sera».
A Cavriago due cose restano inscalfibili, il busto di Lenin e Orietta Berti. «Io avrei voluto fare l'hostess» confessa la Berti «ma mio padre voleva che diventassi una cantante lirica. In quegli anni c'era Paul Anka che piaceva alla mia amica Sofia. Lei aveva i suoi dischi e io andavo da lei». Dopo il primo successo (Tu sei quello) Orietta ricorda quello che le disse Osvaldo, il suo fidanzato: «Non mi licenzio perché fra un anno magari la gente non sa neanche più chi sei…»
E infine, si sale infine verso Zocca, cioè Vasco... I Palco Numero Cinque sono di fronte a un piccolo rebus; capire la differenza fra partire dal niente e essere padroni del Niente. La risposta la sa il paese tuo.
Cristiano Governa, Il Venerdì di Repubblica, 14/11/2014

Critica (3):

Critica (4):
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