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Ladri di cadaveri - Burke & Hare - Burke & Hare


Regia:Landis John

Cast e credits:
Sceneggiatura: Piers Ashworth, Nick Moorcroft; fotografia: John Mathieson; musiche: Joby Talbot,
montaggio: Mark Everson; scenografia: Simon Elliott; arredamento: Annie Gilhooly; costumi: Deborah Nadoolman; interpreti: Simon Pegg (William Burke), Andy Serkis (William Hare), Isla Fisher (Ginny), Jessica Hynes (Lucky), Tom Wilkinson (Dottor Knox), Ronnie Corbett (Capitano Tam McLintock), Tim Curry (Dottor Monroe), Michael Smiley (Patterson), Christopher Lee (Vecchio Joseph), Hugh Bonneville (Lord Harrington), Georgia King (Emma), Bill Bailey (Angus), David Schofield (Fergus), Pollyanna McIntosh (Mary), Allan Corduner (Nicephore), David Hayman (Danny McTavish), Reece Shearsmith (McKenzie); produzione: Fragile Films, Ealing Studios; distribuzione: Archibald Enterprise Film; origine: Gran Bretagna, 2010; durata: 91’.

Trama:Edimburgo, XIX secolo. Burke e Hare sono due eccentrici assassini che, decisi a racimolare un bel gruzzolo per cambiar vita e aiutare una bella e vivace attrice in cerca finanziamenti per la sua nuova commedia , mettono su un commercio di cadaveri atto a rifornire la facoltà di medicina dell'università locale, in particolare due medici rivali: il dottor Knox e il dottor Monroe, i quali ambiscono entrambi al prestigioso Sigillo Reale e all'allettante premio in denaro che il Re consegnerà a chiunque compierà il maggior progresso nel campo della medicina. Tuttavia, la richiesta di cadaveri si dimostra superiore alle aspettative, il signore del crimine locale, Danny McTavish, inizia a esigere una parte dei loro profitti e la polizia – nella figura dello zelante Capitano della Milizia, McLintoch – inizia a stringere il cerchio intorno ai due bizzarri fornitori...

Critica (1):Il serial killer che fa ridere è un classico del cinema, e restano per sempre nella sua storia anche film vecchissimi, con i loro gentili sterminatori, come le due dolci vecchiette di Arsenico e vecchi merletti, 1942, o il caro mascalzone che vuole ereditare il titolo di Lord di Sangue blu, 1949. Ma la vera storia di una coppia di crudelissimi ed efficienti assassini irlandesi trapiantati a Edimburgo nei primi anni dell'800, finora aveva ispirato solo una ricca serie di film horror dimenticabili, con star della paura tipo Peter Cuching, Bela Lugosi, Boris Karloff, Donald Pleseance. Ci voleva John Landis, regista americano sessantenne, santificato dai cinefili più dotti che, piccini, furono per sempre folgorati dal suo demenziale The Blues Brothers e dal buffonesco Un lupo mannaro americano a Londra, per ripescare gli efferati William Burke e William Hare, e trasformarli in un simpatico, pasticcione e ingenuo duo che, seminando 16 cadaveri, ha l'arduo compito di divertire il pubblico di oggi, quello che, soprattutto se molto raffinato, è più portato allo sghignazzo pecoreccio che alla nera anglosassone ironia.
Landis vuole divertirci con: un metodo omicida che consiste nel mettersi a cavalcioni sul petto della vittima e turargli naso e bocca fino a soffocarlo; la moglie complice dell'assassino che si addormenta con la testa nella minestra; il capitano delle guardie, che è grasso, più piccolo del suo copricapo militare; il celebre medico progressista che dà lezioni di anatomia su cadaveri spesso troppo decomposti, con moltitudine di vermi su e giù per le orbite vuote; il rivale medico tradizionalista che preferisce dare le stesse lezioni ma sezionando corpi vivi e vegeti; un vivace francese che produce eliografie, di casse toraciche sventrate e di facce private dei muscoli. Eccetera. Si ride?Diciamo che si sorride, anche perché i protagonisti di Ladri di cadaveri, lo sceneggiatore scrittore attore Simond Pegg, già visto in L'alba dei morti dementi e l'attore Andy Serkis, il Gollum del Signore degli anelli, anche come criminali di successo, come eroi del divertimento macabro, non sono simpatici, e forse dovrebbero esserlo, negli intenti del regista.
Nella realtà, la carriera assassina dei due irlandesi nella tetra Edimburgo dei tempi di re Giorgio IV, fortunatamente non durò a lungo, dall'ottobre del 1827 al novembre del 1828, e finì con l'impiccagione del solo Burke i1 28 gennaio 1829. In quegli anni la scuola di medicina della città stava diventando famosa in tutta Europa e sempre più giovani la frequentavano: il noto anatomista Hobert Knox teneva folgoranti lezioni ai suoi studenti in marsina e cilindro, ed era alla disperata ricerca di cadaveri da sezionare. Una legge consentiva di usare solo quelli dei criminali giustiziati, mentre un'altra aveva reso molto meno frequenti le condanne a morte: a disposizione della scienza non c'erano che pochi corpi l'anno, ed era così nata una nuova professione per poveracci, detti "body snatchers" o "resurrezionisti", che nei cimiteri disseppellivano i morti, spesso troppo malandati per servire alle lezioni. Burke e Hare avevano trovato una strada più lucrosa: ammazzando soprattutto prostitute e vagabondi, potevano consegnare cadaveri ancora caldi a Knox, che non ne chiedeva la provenienza. Qualche studente finì col riconoscere una prostituta particolarmente avvenente, e il grandemedico perprudenza ne dissezionò subito il volto e ne tagliò mani e piedi.
Alla fine Burke e Hare e le loro complici, la ragazza del primo e la moglie del secondo, furono arrestati. Le prove però non erano certe, così gli inquirenti offrirono ad Hare l'immunità se avesse accusato l'amico. Cosa che fece senza problemi. Nel film la storia si traveste di romanticismo, e sarà Burke stesso, pentito, ad accusarsi per salvare l'amico e la fidanzata, qui un'attricetta che con i soldi di lui mette in scena un Macbeth di sole donne e che visitandolo in galera finalmente gli concede il primo bacio. Sul patibolo, alla folla furibonda che riempie la piazza, Burke griderà, sempre secondo Landis, «l'ho fatto per amore!».
Scene molto belle, dai colori azzurrati e cupi, folle di straccioni col cilindro che ricordano certi disegni londinesi di Dorè, celebri attori inglesi in piccole parti, da Christopher Lee, primo business del duo infernale, a Tom Wilkinson, un cinico e dandy dottor Knox. Il film termina scorrendo veloce nel Museo di Anatomia di Edimburgo dove si conserva lo scheletro di Burke, un’elegante marsina del dottor Knox (che naturalmente, data la sua eminenza, non fu sfiorato dall’inchiesta), un taccuino fatto con la pelle dell’impiccato. Nel 1832 una legge concesse un rifornimento più vasto di cadaveri e, ironicamente, il merito fu dato a Burke e Hare più che al parlamento, vero responsabile di quei sedici assassinii «per non avere capito la pericolosità del traffico di cadaveri tra gli anatomisti e i “resurrezionisti”».
Natalia Aspesi, la Repubblica, 22/2/2011

Critica (2):

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