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Once - Once


Regia:Carney John

Cast e credits:
Sceneggiatura: John Carney; fotografia: Tim Fleming; musiche: Glen Hansard, Markéta Irglová - la canzone "Falling Slowly" è di Glen Hansard e Markéta Irglová; montaggio: Paul Mullen; scenografia: Tamara Conboy; costumi: Tiziana Corvisieri; effetti: Daniel Tomlinson; interpreti: Glen Hansard (lui), Markéta Irglová (lei), Bill Hodnett (padre di lui), Danuse Ktrestova (madre di lei), Marcella Plunkett; produzione: Samson Films, Bord Scannán Na Héireann, The Irish Film Board & Rté; distribuzione: Sacher Distribuzione; origine: Irlanda, 2006; durata: 91'.

Trama:Dublino. Un giovane cantautore irlandese in cerca di successo, che si mantiene riparando aspirapolveri e suonando per le strade, incontra una ragazza emigrata dalla Repubblica Ceca, che mantiene se stessa, sua madre e sua figlia facendo vari mestieri, ma che è una pianista di talento e che decide di aiutarlo nella realizzazione di un disco da presentare ad una casa discografica di Londra. Insieme, i due ragazzi incideranno una serie di canzoni in cui racconteranno le loro vite e i loro amori passati.

Critica (1):Se "canta che ti passa" è ormai il motto dell'Europa impoverita, Once di John Carney (distribuisce Sacher), Oscar 2008 per la canzone "Falling Slowly" è il film emblematico della rinascita del film musicale. Anche in Italia il genere ebbe i suoi fasti nei periodi di maggiore povertà diffusa, il dopoguerra di Claudio Villa, i musicarelli non ancora sfiorati dal boom, fino a X Factor dei giorni nostri, immaginata come unica chance di un possibile futuro. Il sound irlandese dei "The Frames" è il film stesso, Carney fa parte della band come il protagonista Glen Hansard e la protagonista morava Markéta Irglová. Il semplice intreccio di "boy meet girl", ragazzo incontra ragazza, è complicato dalla cupa realtà di una Dublino in cui si suona sui marciapiedi per sbarcare il lunario (come secondo lavoro) e il costo di un pianoforte è proibitivo. Due talenti musicali si incontrano casualmente per strada e sviluppano insieme una serie di canzoni come beffarda risposta alle difficili situazioni della vita. Lei è una immigrata proveniente dai paesi dell'est e si rivela una brava pianista, lui ha il cuore spezzato da una ragazza che se ne è andata a Londra e scrive canzoni che non lasciano indifferenti. Il loro incontro avvicina moltissimo le loro abilità artistiche ma li tiene a debita distanza, senza forzare sentimenti che non provano. Scommettono ogni emozione sulla creatività, sul comune amore per la musica. Il disprezzo per la creatività artistica nei paesi toccati da neoliberismo emerge in Once con una evidenza che si fa largo in ogni scena, anche se le canzoni sono l'elemento portante dell'intreccio. Canzoni abbozzate, solo accennate, poi elaborate in duetto, infine incise al meglio in una sala professionale. Forte di alcuni cd, il futuro è nelle case di incisioni di Londra. Così si sono spalancate anche per Carney e i suoi le porte di Hollywood, dopo il successo del film. Un amico, dice, gli ha riferito di aver sentito Spielberg dire: "questo piccolo film mi ha dato ispirazione per il resto dell'anno", frase che ormai accompagna come un portafortuna il film nel suo tour (e anche gli incassi sono stati notevoli). Carney si ispira un po' alla nouvelle vague, un po' al neorealismo, dice. E ha preso parecchi spunti dalla sua esperienza personale, le band irlandesi infatti vivono un po' alla giornata (non tutti sono gli U2), ha chiesto soldi in prestito in banca portando un suo video come garanzia (sfidiamo qualcuno a farlo in Italia), ha dato brevi indicazioni a Glen Hansard per le sue canzoni e costruito il film un po' alla volta, si è tenuto lontano dai personaggi come fossero passanti sconosciuti (non è educato avvicinarsi troppo alla loro privacy), ha fatto innervosire il direttore della fotografia perché spesso ha girato per strada e senza lasciargli il tempo di montare il parco lampade negli interni, soprattutto ha ridotto tutto al minimo. John Carney sta ora preparando il suo prossimo dark film a Hollywood, ha raggiunto il suo personale lieto fine, anche se confessa: "Devo solo stare attento a non fare l'ennesimo film con l'happy end. Neanche a Spielberg certe volte i finali riescono tanto bene".
Silvana Silvestri, il manifesto, 30/5/2008

Critica (2):Difficilmente una storia d'amore contemporanea potrebbe essere raccontata in modo più autentico, delicato e semplice di come la racconta Once, produzione a bassissimo costo realizzata in un paio di settimane ma già pluripremiata (anche con l'Oscar per la migliore canzone, "Falling Slowly") e capace di strappare parole entusiastiche a una vecchia volpe dello spettacolo come Spielberg.
Si racconta il breve incontro, a Dublino, tra un musicista di strada in lutto per amore e una immigrata ceca, venditrice di rose e pianista di talento. L'incontro libera la creatività musicale di entrambi: realizzano un demo, che forse avrà un avvenire. L'ha già avuto, da parte sua, il protagonista Glen Hansard, tra i fondatori del gruppo folk-rock irlandese "The Frames".
La cosa più originale è che la love-story pudicamente abbozzata è raccontata soprattutto attraverso le canzoni, i cui versi sostituiscono le parole d'amore: una forma di "musical", in un certo senso, mai vista prima. E le parole dicono (come nel meglio della musica popolare secondo Truffaut) tutte le cose che contano: "ti amo", "perché mi hai lasciato?", "non so vivere senza di te".
Roberto Nipoti, la Repubblica, 30/5/2008

Critica (3):

Critica (4):
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