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Regno I (Il) - Riget


Regia:Von Trier Lars, Arnfred Morten

Cast e credits:
Soggetto: Lars von Trier, Niels Vørsel; sceneggiatura: Lars von Trier, Tómas Gislason; fotografia: Eric Kress; montaggio: Jacob Thuesen, Molly Malene Stensgaard; scenografia: Jette Lehmann; costumi: Annelise Bailey; musica: Joachim Holbek; suono: Per Streit; interpreti: Ernst-Hugo Järegård (Stig G. Helmer), Kirsten Rolffes (Sigrid Drusse), Holger Juul Hansen (Einar Moesgaard), Søen Pilmark (Jørgen Krogshøj, Ghita Nerbj (Rigmor Mortensen), Jens Okking (Bulder), Birgitte Raaberg (Iudith Petersen), Baard Owe (Bondo), Solbjørg Højfeldt (Camilla), Peter Mygind (Mogge), Udo Kier (Aage Kruger), Morten Rotne Leffers (lavapiatti down), Vita Jensen (lavapiatti down), Henning Jensen (direttore dell'ospedale), Annevig Schelde Ebbe (Mary), Otto Brandenburg (il portiere Hansen), Laura Christensen (Mona), Mette Munk Plum (la madre di Mona); produzione: Ole Reim per Zentropa Entertainments ApS-Danmarks Radio, in coll. SVT Svezia-WDR-ARTE-Nordisk Film & TV-fond; distribuzione: Lucky Red; origine: Danimarca, 1994; durata: 272'.

Trama:Nell'ospedale chiamato il Regno a Copenaghen, una paziente, la signora Drusse, dice di sentir provenire dalla colonna dell'ascensore il pianto di una bambina, e comincia ad organizzare sedute spiritiche con alcune anziane pazienti. Il dottor Helmer, neurochirurgo svedese, disprezza lei e tutti i pazienti, e nutre un odio particolare per i danesi. Preoccupato, il professor Moesgaard sta procedendo con l'operazione "Aria del mattino", per mettere a tacere le chiacchiere sui conflitti tra i dottori e i pazienti. Intanto la signora Drusse va avanti e, tramite altre esperienze mediatiche, scopre che a piangere è il fantasma di Mary, una bambina uccisa nel 1919 dal padre, stimato medico dell'ospedale. A sua volta il patologo Bondo chiede aiuto alla loggia dei Figli del Regno, che riunisce i medici più influenti dell'ospedale, per trapiantare su se stesso il fegato di un malato terminale di cancro. Il dott. Helmer, ormai convertito allo spiritismo, decide di andare ad Haiti: vuole trovare il fluido che trasforma le persone in zombi per poi fare riti woodoo sui danesi. Arriva in visita il ministro della Sanità, che può solo assistere al conflitto conclusivo e distruttivo di tutti gli avvenimenti successi all'interno dell'ospedale.

Critica (1):«"The Kingdom", il Regno, è il nome dell'ospedale, un vero, immenso ospedale di Copenhagen. Che è stato costruito in una zona paludosa, sopra uno stagno dove si andavano a lavare i panni tra le nebbie (e questo lo veniamo a sapere prima ancora dei titoli di testa). Topologia, dal sotto in su. Sotto a tutto, c'è dunque la palude, un Es sofferente che preme per tornar fuori. Appena più sopra, nei sotterranei dell'ospedale, si aggira il fantasma di Mary, una bambina morta nel 1919, ammazzata dal padre medico che su di lei sperimentava le proprietà di certi gas. (...) Dunque, il sotto e il sopra, il qui e il là, con una terra di mezzo, il mondo a parte dove abitano i mongoloidi che partecipano di tutti i mondi, "sentono" i fantasmi e gli umani e sono ben contenti di starsene per conto loro. Questo lo spazio fluttuante del Regno, dove si incontrano e incrociano, oltre al sotto e al sopra, anche il passato e il presente, il dentro e il fuori. E anche ragione e irrazionalità: scienza e fantasmi. Detta così, la cosa potrebbe sembrare molto più seria di quella che è. In effetti, la cosa è seria, molto seria, ma Lars von Trier e il cosceneggiatore Niels Vorsel si sono anzitutto preoccupati di renderla del tutto comica. Bastano pochi minuti per capire che, sullo sfondo dello scontro tra scienza e irrazionalismo, tra medici e fantasmi, ci divertiremo parecchio nei corridoi e nelle stanze del Regno.
Bruno Fornara, Cineforum, n. 358, ottobre 1996

Critica (2):Volevo all'inizio, fare una storia di fantasmi. Mi sono ricordato di Belfagor. L'aspetto medico è venuto più tardi. Avevo bisogno di un luogo paragonabile al Louvre di Belfagor in Danimarca, ma non trovavo niente. Epoi siccome avevo fatto parecchie cose attorno al mondo dei medici nei miei film precedenti (al tempo stesso ho molta paura dei dottori) ho avuto improvvisamente l'idea di questo ospedale, il Rigs Hospitalet (in inglese Kingdom Hospital) di Copenaghen. Abbiamo immediatamente constatato che era un ottima idea perché permetteva ogni tipo di confronto fra il mondo occulto e il mondo scientifico. Non dico che questo permetta di inventare delle belle storie, ma rende queste storie molto facili da scrivere. Con Vørsel che ha lavorato in tutti i miei film, all'inizio abbiamo redatto una sorta di trattamento, poi ci siamo divisi la scrittura delle scene. Siccome avevamo poco tempo a disposizione non siamo tornati su ciò che avevamo già scritto, il che era una buona cosa. Era come scrittura automatica e questo alleggeriva l'insieme. Io chiamo questo un lavoro con la mano sinistra. Ho conservato tutto nella realizzazione della scrittura originale, anche le cose che trovavo mediocri. Normalmente sono molto esigente sui dettagli, ma in questo caso non ho eliminato niente, e ciò mi è piaciuto molto. È la prima volta che mi sono veramente divertito girando. Normalmente preparo i miei film molto minuziosamente, preparo delle story-boards molto precise. In seguito girando si perde qualcosa, perché si sa che il film non sarà mai così buono come si immaginava. Nel caso de Il regno, siccome ho iniziato a girare senza idee preconcette, non potevo avere che delle buone sorprese. Ho passato veramente ottimi momenti girando questo film.
Sono molto interessato ai serials. Ci sono film televisivi che mi piacciono molto, come Berlin Alexanderplatz di Farsbinder. È forse ciò che ha fatto di meglio. Quando si raggiunge un elevato numero di ore (quattro ore e mezzo, in questo caso) si ha tanto tempo per raccontare una storia, si è più vicini ai personaggi, essi diventano come una famiglia per lo spettatore.
Lars von Trier in Lars von Trier – il cinema reinventato, a cura di P. Giroldini, Effetto Notte media Edizioni, 1999

Critica (3):

Critica (4):8/3/2010
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