RETE CIVICA DEL COMUNE DI REGGIO EMILIA
; Archivio film Rosebud; ; Archivio film Rosebud
Torna alla Home
Mappa del sito Cerca in Navig@RE 

 > Aree tematiche > Cultura e spettacolo > Archivio film Rosebud > Elenco per titolo > 

Macellaio (Il) - Out cold


Regia:Mowbray Malcolm

Cast e credits:
Sceneggiatura: Howard Glasser, George Malko da un racconto di Glasser; fotografia: Tony Pierce Roberts; montaggio: Dennis M. Hill; musica: Michel Colombier; interpreti: John Lithgow (Dave), Teri Garr (Sunny Cannald), Randy Quaid (Lester Atlas), Bruce McGill (Ernie Cannald); produzione: Braunstein/Hamady; distribuzione: Penta Classic; origine: USA, 1989, colore; durata: 91'.

Trama:Divertente black comedy dove è difficile separare il macabro dal grottesco, il realismo dalla bizzarria. Fa perno sull'ingombrante cadavere di un macellaio rinchiuso dalla moglie in una cella frigorifera.

Critica (1):Il rapporto tra sesso, cibo e morte sembra intrigare l'ultimo cinema inglese. Se Greenaway costruisce su questo tema una tragica sinfonia visiva, Malcolm Mowbray, già autore di un'altra variazione sarcastica sul cibo, Pranzo reale (A Private Function), traspone la nobile tradizione dell' "humor noir" inglese in un intrigo da "black comedy".
Memore dei congegni spietati di comicità trasgressiva e corporale di un Wilder o di un Edwards, Mowbray muove i suoi personaggi intorno a un luogo deputato che diventa metafora del "gioco al massacro" e del cannibalismo interpersonale che mina i rapporti di coppia o di amicizia. La protagonista, Sunny, una caricatura della classica "dark lady" tutta risolta con un'autoironica volgarità da Teri Garr, incarica un detective per dimostrare l'infedeltà del marito dal quale vuole divorziare. Il marito gestisce con un socio, Dave, un impassibile e tragicomico John Lithgow, il luogo-metafora del film: una macelleria con annesso retrobottega frigorifero. È proprio in questa cella ghiacciata che la trappola macabra mette in moto la catena di situazioni paradossali e nonsense del film. Il marito di Sunny rimane tramortito, dopo una scazzottata col socio macellaio, nella camera frigorifera e quando la moglie litigherà con lui in questo stesso ambiente e se ne andrà sbattendo la porta, il povero marito morirà assiderato. Suny cercherà in tutti i modi di incastrare l'apparentemente candido Dave, mentre il detective continuerà a cercare il marito per sorprenderlo in flagrante adulterio, finendo per rimetterci a sua volta la pelle. Le leggi del noir classico vengono rivisitate da Mowbray sterilizzandole del loro tono "caldo" e rovesciando il melodramma in una farsa "congelata" in gag algide e crudeli. Il cadavere del marito appeso tra i quarti di bue con un ghiacciolo in mano, oppure l'insistenza del dettaglio del tritacarne che macina implacabile carni sanguinolente proprio mentre si crea una suspence sul destino del corpo del marito, sono notazioni da entomologo dei meccanismi del riso "amaro".
È proprio il destino dei corpi e il rapporto tra le fisicità dei personaggi sempre in bilico tra esibizionismo e goffaggine, che produce una materializzazione delle pulsioni e dei sentimenti e insieme denuncia cinicamente le leggi della miseria umana. Il tutto viene giocato da Mowbray con una messa in scena dell'eccesso però concentrata sul mostruoso ingrandimento delle situazioni e su un'economia degli spazi che diventano soffocanti, claustrofobici e "gelati" nel loro squallore. La provincia americana somiglia nella tristezza della sua prevedibilità ai sobborghi un po' laidi di Londra. Come già in Pranzo reale Mowbray sottopone corpi, ambienti e comportamenti a una lente di ingrandimento, a uno sguardo straniato che brechtianamente mette in evidenza gli ingranaggi psicologici dei rapporti di potere tra le persone. Ma, degno connazionale di Swift, il suo sguardo oggettivo è talmente acuto che tutto ci appare mostruosamente deformato, e il dato realistico, il contesto naturalistico si contaminano di spiazzamenti surreali, e il paradosso come il nonsenso insito nel "cerimoniale" dei rapporti sociali viene in primo piano con una forza che è quella del sarcasmo crudele, del macabro gioco che muove il riso, ma è un riso desolante e desolato.
Fabio Bo, Vivi il cinema n. 19 - 21

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet; Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema; Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
Valid HTML 4.01! Valid CSS! Level A conformance icon, W3C-WAI Web Content Accessibility Guidelines 1.0 data ultima modifica: 10/29/2014
Il simbolo Sito esterno al web comunale indica che il link è esterno al web comunale