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Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio - Pepi, Luci, Bom y otras chicas del montón


Regia:Almodóvar Pedro

Cast e credits:
Soggetto e sceneggiatura: Pedro Almodóvar, fotografia: Paco Femenia; musica: canzoni varie; montaggio: José Salcedo; suono: Miguel Polo; interpreti:Carmen Maura (Pepi), Félix Rotaeta (il poliziotto), Olvido Gara "Alaska" (Bom), Eva Siva (Luci), Concha Gregori (Charito, vicino di Luci), Kiti Manver (cantante), Cecilia Roth (ragazza nello spot televisivo), Julieta Seraano (attrice vestita come Rossella O'Hara), Cristina Sànchez Pascual (donna barbuta), Agustin Almodóvar (bambino); produzione: Pepo n Corominas, per Figaro Film; distribuzione: INDIP. REO.; origine: Spagna, 1980; durata: 80'.

Trama:Nel mucchio che popola le folli notti spagnole, tra droga, sesso e rock and roll, tre donne emergono: Pepi, Luci e Bom. Pepi vive da sola, ma viene perseguitata da un vicino, un poliziotto fascista e sporcaccione. Bom è una cantante, lesbica e un po' brutale, ma in fondo buona e generosa, persino con i bigodini in testa. Luci, la moglie del poliziotto, in apparenza una tranquilla e timorata casalinga, è in realtà la vera trasgressiva, con pulsioni sadomaso. Lo strano triangolo cambia i suoi lati e muta la strategia delle passioni, tra una miriade di personaggi. Luci torna dal marito che finalmente la picchia, Pepi e Bom si avviano verso un futuro comune, aperto alla speranza di felicità.

Critica (1):Non abbiamo ancora dimenticato le corde che stringevano Marina in Atame! ed eccoci alle prese con un altro tassello dell'immaginario stravagante di Almodóvar. Dall'ultimo al primo lungometraggio. Il cerchio si chiude in uno stranito percorso à rebours, a ripescare immagini di "come eravamo" che fanno sorridere, ma che sono come raffiche per lo sguardo e colpiscono come un possente pugno allo stomaco, in un progressivo caricarsi di assurdità grottesche, di paradossi, di anarchismo e follia, di eccesso e sregolatezza. Siamo lontani dalle rarefatte e limpide strutture di Mujeres.
In questo film tutto è sopra le righe, ogni personaggio vive un'esperienza che viola, pur con candore e leggerezza, qualsiasi morale. Personaggi al contrario, devianti e deviati per noi, ma non nel contesto in cui agiscono, dove di fatto la "stranezza" è assunta come "normale" forma di comportamento. È la Spagna della crisi, della caccia alle streghe comuniste simboleggiata dal poliziotto che violenta le vicine di casa, le spia da una finestra sul cortile. Un poliziotto pornografo che usa il distintivo per ricatti sessuali e approfitta del suo doppio (un gemello) per avere sempre la meglio. Niente e nessuno si salva da questa visione ribaltata e totalizzante. Almodóvar gioca al rilancio e realizza un'opera tenuta sulle spalle delle tre protagoniste femminili, che danno avvio a perversioni e a giochi pseudo erotici, votati alla deregulation. Il film tra colori chiassosi da fumetto (come nei titoli e nelle didascalie), tra musiche che rompono i timpani e fanno vomitare dal disgusto, vive qua e là la germinazione di idee e di temi che abbiamo già visto affermarsi nei lavori successivi (il masochismo, l'omosessualità, la movída).
Pepi fa la pubblicitaria, dopo aver perso la possibilità di vendere a caro prezzo la propria verginità, e realizza allucinanti e improbabili spot sulle "Bragas Ponte". Èl'estetica del Kitsch e dei cattivo gusto messa al servizio del consumatore, ma nessuno degli amici di Pepi sembra stupirsene. La surrealtà è ormai di casa. Pepi è affascinata dal suo mondo e vuole immortalarlo in un video. Questa volta non è il mito hollywoodiano che fa rispecchiare i protagonisti, ma è la loro dimensione quotidiana mossa e vivace a prendere il sopravvento. Al cinema si può anche dire la verità, magari esagerando un poco, magari deformando la realtà, da cui comunque trarre ispirazione, nella consapevolezza che ogni rappresentazione sia artificiale. E' quello che vuole fare Pepi ed è quello che ha fatto Almodóvar e, ancora una volta, ha colto nel segno.
Maríolina Diana, Segno Cinema n. 44 luglio 1990

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
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