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Centoventi contro Novecento


Regia:Scillitani Alessandro, Di Nuzzo Alessandro

Cast e credits:
Soggetto: Alessandro Di Nuzzo; musiche: Alessandro Scillitani; montaggio e riprese: Alessandro Scillitani; con: Ugo De Rossi, Alberto Garlini, Decio Trani, Beppe Fontana, Enzo Lavagnini, Giovanni Ferraguti, Marcello Ciriello; origine: Italia, 2019; durata: 52’.

Trama:Il 16 marzo 1975 a Parma si disputò una sfida dai tanti significati extracalcio e dalle molte leggende tramandate, tra la troupe del film di Pasolini contro quella di Bernardo Bertolucci.

Critica (1):"Marzo 1975. In una domenica di primavera, sul campo del parco della Cittadella di Parma, si affrontano due singolari squadre di calcio: la rappresentativa della troupe di Salò o le centoventi giornate di Sodoma di Pier Paolo Pasolini contro quella di Novecento di Bernardo Bertolucci. Due film che segneranno la storia del cinema italiano e che si stanno girando negli stessi giorni, a pochi chilometri di distanza. Sarà una partita epica, leggendaria nei racconti della gente di cinema che vi partecipò, ma praticamente sconosciuta al pubblico": il regista Alessandro Scillitani introduce "Centoventi contro Novecento", docufilm che verrà presentato in anteprima nazionale domenica 29 settembre 2019 alle ore 18:00 presso la Triennale di Milano nell’ambito di Milano Calciocity, il primo evento nazionale dedicato al racconto e al gioco del calcio.
Ricostruendo minuziosamente la storia di quella domenica e la memoria ancora viva dei protagonisti" - aggiunge lo sceneggiatore Alessandro Di Nuzzo - "il film tocca diversi argomenti: l’atmosfera dei set di quei due grandi film del cinema italiano, il rapporto contrastato fra Pasolini e il suo ex-allievo Bertolucci, il legame fra quest'ultimo e le radici parmigiane e contadine. Su tutto aleggia, come un filo rosso, il rapporto fra Pier Paolo Pasolini e il calcio: passione inesauribile, pratica continua e quasi ossessiva, espressione di pura vitalità, addirittura di una felicità possibile".
alessandroscillitani.com

Critica (2):Il calcio è un film, forse il più bello che ci sia, perché si gira sempre in tempo reale e in 90 minuti. E a dispetto della vita, contempla anche i secondi tempi, più recupero, e all’occorrenza anche i rigori. Ma per noi, la partita più spettacolare vista sul grande schermo, non è quella con Pelè e Sylvester Stallone – stella e portiere della squadra degli alleati prigionieri opposta alla formazione delle SS – in Fuga per la vittoria, bensì i 90 febbrilissimi minuti di una partita quasi surreale: quella tra il cast e la manovalanza del film di Pier Paolo Pasolini Salò e le 120 giornate di Sodoma contro quelli di Novecento, cast e “prestiti” furbeschi compresi, di Bernardo Bertolucci. La formazione di Centoventi venne chiamata alla trasferta quel 16 marzo 1975. Pasolini e la sua troupe lasciavano momentaneamente il set mantovano (la villa di Pontemerlano di Roncoferraro) dove si stavano ultimando le riprese, per raggiungere il campo Cittadella, nella Parma dei Bertolucci. Bernardo per il suo 34° compleanno, da tiepido calciofilo (tifava il Parma con la giusta poetica distanza di papà Attilio) aveva deciso di regalarsi quella sfida “epocale”, rimasta impressa sulla pellicola del Super8 della vedova Bertolucci, Clare Peploe. Spezzoni poi rimontati da Laura Betti (amica di Pasolini e attrice per entrambi i registi) in Laura Betti Pier Paolo Pasolini e la ragione di un sogno, uscito nel 2001, e ora materiale del prezioso docufilm Centoventi contro Novecento (…) Opera, realizzata dal tandem Di Nuzzo-Scillitani, che per la prima volta ci mostra quella partita a colori. Perché Pasolini vs Bertolucci, il “derby del cinepallone” fu innanzitutto una sfida estetica. Le maglie dei bertolucciani vennero affidate alla fantasia della costumista del film, Gitte Magrini, la quale creò una tenuta “psichedelica”: completo viola con la scritta diagonale gialla “Novecento” su calzettoni policromi «per confondere gli avversari ad altezza pallone», sottolinea Valerio Curcio, autore di Il calcio secondo Pasolini (...) dal quale ha preso il via il progetto filmico del regista Alessandro Scillitani e dello sceneggiatore Alessandro Di Nuzzo.
Un omaggio al Pasolini sacerdote laico del «calcio di poesia». Calciatore tesserato, per una sola estate (quella del 1941) con i bianconeri della Gil Casarsa e che da fedelissimo al suo primo grande amore non poteva che fare indossare agli undici di Centoventi la casacca a strisce verticali rossoblù del Bologna. Match estetico dunque, ma intriso di molti significati, anche extracalcistici. Specie per Pasolini. Entrambi i film erano prodotti dalla Pea, più munifica con Novecento (nel ricco cast anche due giovani fuoriclasse, De Niro e Depardieu) rispetto al più povero Centoventi e questo generò nel Poeta di Casarsa la “rabbia” che sottaceva una sorta di “lotta di classe” da rivendicare in campo. «Una differenza macroscopica di budget elargito dalla produzione, certo, ma in gioco c’era anche il rapporto contrastato con il suo ex-allievo Bertolucci, il legame fra quest’ultimo e le radici parmigiane e contadine», spiega Di Nuzzo. Ma sul terreno di gioco non ci fu un effettivo scontro diretto. Pasolini scese in campo convinto delle sue potenzialità di “Stukas” dell’attacco, mentre Bertolucci se ne stava comodamente a bordo campo, nel ruolo inedito di patron-motivatore e dando pieni poteri tecnici e tattici al suo capitano, il microfonista Decio Trani. Capitano della Centoventi quel giorno non fu Pasolini che generoso consegnò la fascia a Ugo De Rossi, montatore e storico braccio destro del direttore della fotografia di Tonino Delli Colli. (…) La squadra di Bertolucci sotto di 2-0, oltre ai rinforzi passati sotto banco, beneficiò dell’uscita anticipata di Pasolini, messo letteralmente in fuori gioco dal macchinista. Tal Barone, all’anagrafe, ma assai poco nobile per le randellate da fabbro sferrate sulle caviglie di un PPP che «infuriato» (ricordava ancora divertito anni dopo Bertolucci) fu costretto ad abbandonare il campo. (…) Novecento pareggiò e poi stravinse il derby del cinepallone. Risultato finale 5-2, con Bertolucci che orgoglioso alzava al cielo la Coppa messa in palio. Seguì una cena all’osteria dallo spirito non proprio da “terzo tempo” rugbistico. I calciatori della Centoventi pare fossero visibilmente contrariati dall’andamento della partita e dall’atteggiamento da “bagolone” (in parmigiano lo spavaldo) di Bertolucci che prese quella Coppa e chiese al cameriere di riempirla di Dom Pérignon per offrirla ai “vinti”. (…)
Massimiliano Castellani, avvenire.it, 4/10/2019

Critica (3):

Critica (4):
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