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50 primavere - Aurore


Regia:Lenoir Blandine

Cast e credits:
Soggetto: Blandine Lenoir; sceneggiatura: Blandine Lenoir, Jean-Luc Gaget, Océane Rose Marie, Benjamin Dupas; fotografia: Pierre Milon; musiche: Bertrand Belin; montaggio: Stéphanie Araud; scenografia: Éric Bourges; costumi: Marie Le Garrec; interpreti: Agnès Jaoui (Aurore), Thibault de Montalembert (Totoche), Pascale Arbillot (Mano), Sarah Suco (Marina), Lou Roy-Lecollinet (Lucie); produzione: Karé Productions, in coproduzione con France 3 Cinéma; distribuzione: Bim; origine: Francia, 2017; durata: 89'.

Trama:Aurora è separata, ha appena perso il lavoro e viene a sapere che presto diventerà nonna. Insomma, la società la sta gentilmente mettendo ai margini. Così, quando Aurora ritrova per caso un amore di gioventù decide di resistere, rifiutare ciò che il destino le sta offrendo e provare a iniziare una nuova vita…

Critica (1):“Ho paura di essere vecchia, povera e sola: per la povertà e la solitudine c’è rimedio, ma la vecchiaia è un’altra cosa, bisogna abituarcisi”. Arrivata ai cinquant’anni, l’eroina di Aurore, secondo lungometraggio di Blandine Lenoir dopo il notevole Zouzou nel 2014, fatica ad adattarsi a questa nuova tappa della sua vita. È a partire da questa situazione destabilizzante, che la costringe a confrontarsi con le limitazioni fisiche, le discriminazioni sul luogo di lavoro verso i non più giovani, nonché le angosce psicologiche e affettive che accompagnano l’invecchiamento, che la regista traccia con pennellate d’ironia il ritratto commovente di una donna e madre che, pur con difficoltà, ritrova se stessa. Il film è anche l’occasione per Agnès Jaoui di dimostrare la grandezza del proprio talento di attrice, nel ruolo di una cinquantenne in crisi, in bilico tra rifiuto, accettazione del futuro e tentativi di rianimare un cuore che si ostina a battere come quello di una ragazzina. (…) La cineasta, autrice anche della sceneggiatura con Jean-Luc Gaget, mette in scena con sguardo benevolo la ricerca di una nuova autostima e il valzer di esitazioni che conducono a una sorta di rinascita forzata, alternando con sensibilità e senza presunzione gli istanti più toccanti e le scene puramente comiche. Una miscela che le permette di affrontare con dolcezza, fascino e ragionevole ottimismo il tema esistenziale e universale del passaggio a una nuova età della vita”.
Fabien Lemercier, Cineuropa - dal sito della Cineteca di Bologna

Critica (2):“Il tono è gustoso, tra ritratto commovente e estro luminoso. Nella sceneggiatura, come nel montaggio, la regista ha trovato il giusto ritmo. Una struttura che crede nei suoi personaggi, che li immerge in situazioni realistiche, quotidiane, e ne abbraccia tanto lo spessore umano, quanto la potenziale follia”.
Olivier Pelisson, Bande à part - dal sito della Cineteca di Bologna

Critica (3):

Critica (4):
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