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Giorni


Regia:Muscardin Laura

Cast e credits:
Sceneggiatura
: Laura Muscardin, Monica Rametta, David Osorio Lovera liberamente tratta dalla commedia "Il volto dell'assassino" di David Osorio Lovera; fotografia: Sabrina Varani; montaggio: Walter Fasano; scenografia: Giuliano Pannuti; costumi: Alberto Moretti; musica: Ivan Iusco; interpreti: Thomas Trabacchi, Monica Rametta, Davide Bechini, Riccardo Salerno, Paola Gassman, Riccardo De Filippis; produttore: Francesco Paolo Montini; produzione: Movie Factory, con il sostegno del Dipartimento dello Spettacolo; distribuzione: Movie Factory; origine: Italia, 2001; durata:90'.

Trama:Claudio, dirigente di banca, ha trentacinque anni e convive con Dario. Sieropositivo ormai da dieci anni, la sua vita è scandita dagli orari di assunzione dei medicinali e dalle visite di controllo, così come dagli allenamenti in palestra, dal lavoro e dal rapporto con Dario. Per motivi di lavoro Dario si sta trasferendo a Milano e Claudio ha deciso di seguirlo. Una sera Claudio incontra Andrea, un ragazzo con cui aveva avuto un incontro occasionale qualche tempo prima. Andrea è giovane, allegro, ha profondi occhi azzurri e l'attrazione che Claudio sente per lui è assolutamente particolare. Claudio riassapora la leggerezza della vita insieme ad Andrea...

Critica (1):ìQualsiasi film italiano, o quasi, non avrebbe resistito alla tentazione di illustrare un personaggio del genere infittendone il racconto di sottolineature drammatiche ed emotività d'autore. Non così Laura Muscardin, che invece si concentra sul suo manipolo di personaggi con lo scrupolo di una ricercatrice e la passione nascosta di chi non vuole turbarli con l'intromissione di un punta di vista di cui non siano essi stessi portatori. Condotta impeccabile. Claudio è un uomo molto sicuro di sè. Pensa di aver chiuso i conti con la famiglia e disprezza, senza nasconderlo con successo, la sorella, che invece non è convinta quasi di niente, è in rotta da un menage fallimentare e non sa neanche dove andare a dormire. Claudio non ama chi non fa progetti sicuri e soprattutto chi non ha la costanza e l'equilibrio per portarli a buon fine. Forse è per questa ragione che è il primo a guardare con stupore cosa gli accade quando, innamoratosi di un giovane cameriere, manda in frantumi i propri progetti di vita. Abbandona il suo compagno, manda all'aria la sua solida posizione professionale, inizia a saltare gli appuntamenti con le proprie pillole che sono la condizione della stabilità del suo benessere fisico. Trasmette al suo nuovo amante il contagio che questi quasi gli chiede come atto perverso e toccante di completa comunione sentimentale. Scabro, essenziale, legnoso, come il comportamento del suo personaggio, il film della Muscardin (che aveva già realizzato alcuni cortometraggi tra i quali l'inventivo Le coeur) è il controcanto dell'utopia della diversità delle Fate ignoranti. A coloro ai quali la comunità solidale e partecipe del film di Ozpetek sia suonata un po' fasulla, consigliamo questa esplorazione minuziosa e inedita del mondo omosessuale. Se lo schema dell'autodistruzione sentimentale, alla fine, è un po' ovvio e letterario, il quadro complessivo offre personaggi di spessore e riflessi tutt'altro che comuni nel cinema italiano di oggi. Monica Rametta, anche alla sceneggiatura (insieme alla regista e a David Osorio) costruisce con finezza e pazienza, un personaggio di sorella fragile e protettiva allo stesso tempo, Paola Gassman è una perfetta madre insensibile, Thomas Trabbacchi, il protagonista, è sufficientemente respingente, nella sua razionale fiscalità, nella superficie del suo quotidiano, compatto come un giubbotto di pelle, perchè lo spettatore possa entrare più facilmente in sintonia con il suo dramma quando dissolve se stesso e la sua corazza di fronte ad una passione insanabile, di fronte alla quale nessuno, indipendentemente dalle proprie tendenze sessuali, può ritenersi immune. Insomma, Giorni, tratto una sceneggiatura che ha vinto il premio Solinas, sembra proprio essere (almeno sul nostro taccuino) il migliore esordio italiano dell'anno.
Mario Sesti, Kwcinema

Critica (2):Identità gay e sieropositività. Sono temi ancora difficili per il cinema italiano, dall’impronta fortemente maschile ed eterosessuale. Giorni li affronta con lo sguardo di una donna, l’esordiente 35enne Laura Muscardin,che sfugge alle trappole dello stereotipo. Mette in scena la vita quotidiana di Claudio, il protagonista che convive con il virus dell’HIV. Un uomo fin troppo serio ed equilibrato, un punto di riferimento per Dario, il suo compagno, per la madre e per la sorella Laura con cui ha un rapporto stretto, ma non privo di conflitti. È un personaggio che può risultare antipatico, chiuso com’è in un guscio protettivo che gli impedisce di lasciarsi andare all’intensità della vita. Nel film, gli omosessuali non sono rappresentati come "checche isteriche" e non ci sono neppure accenti morbosi su scelte sessuali che ancora in troppi si ostinano a giudicare "anormali". L’Aids non è la "peste gay" di cui molti, in preda al panico morale, vaneggiavano all’inizio degli anni '80. Non è affare di poche categorie a rischio, ma può colpire anche persone eterosessuali. La sceneggiatura di Giorni, scritta da Monica Rametta e David Osorio, ha vinto il Premio Solinas nel '97. Dopo tre anni è diventata un film prodotto dalla Movie Factory di Francesco Paolo Montini, con il contributo del Dipartimento dello Spettacolo. La regia è stata affidata a Laura Muscardin perché, spiegano Montini e Rametta, è "una filmmaker stakanovista e testarda. L’unica in grado di dare vitalità ad una storia molto drammatica". Nella pellicola, in cui Muscardin dimostra una buona capacità di dirigere gli attori, non mancano gli ovvii difetti dell’opera prima. C’è una certa insistenza nei primi piani e qualche ingenuità nel montaggio che, per seguire i tempi lenti della malattia, di tanto in tanto perde d'incisività. Apprezzabile è la ricerca sulle luci e sui colori, influenzata, dice la regista, da quella dell’inglese di culto Derek Jarman. Insomma, un esordio coraggioso più per i temi che per il linguaggio. E temeraria è anche la scelta dell'autodistribuzione da parte della Movie Factory.
Miriam Tola, Cinema zip, 23/11/2001

Critica (3):

Critica (4):
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