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Nelle tue mani


Regia:Del Monte Peter

Cast e credits:
Soggetto: Peter Del Monte; sceneggiatura: Michele Pellegrini, Peter Del Monte; fotografia: Marco Carosi; musiche: Paolo Silvestri; montaggio: Erika Manoni; scenografia: Nicola Pontrandolfo; costumi: Valentina Stefani; interpreti: Kasia Smutniak (Mavi), Marco Foschi (Teo), Luisa De Santis (madre di Teo), Severino Saltarelli (padre di Teo), Luciano Bartoli (padre di Mavi), Simona Caramelli (Laura), Alberto Cracco (Ugo), Gaetano Carotenuto (Juan), Riccardo Francia (Dario), Elena Solofra (Caterina); produzione: Roberto Levi, Matteo Levi, Bruno Tribbioli, Alessandro Bonifazi per 11 Marzo Cinematografica-Blue Film-Cocacolor; distribuzione: Teodora Film; origine: Italia, 2007; durata: 100'.

Trama:Quando Mavi investe con la macchina il giovane Teo i due ancora non si conoscono, ma da quel fortuito incontro sboccia una passione dalla quale nasce Caterina. Malgrado la gravidanza però, Mavi continua a dimostrare di essere una ragazza complicata, dal passato non risolto e turbata da continui sbalzi umorali. Uno di questi la porta perfino a pugnalare il giovane e ad allontanarsi da lui. Ma più i due si allontanano, più si avvicinano...

Critica (1):Peter Del Monte, qual è stata la genesi del film?
Peter Del Monte: Oggi i film si affrontano generalmente per tematiche così da esprimere la propria indignazione verso un particolare aspetto della vita. Una volta, invece, i registi trovavano motivazioni più poetiche. Io preferisco attenermi a questo "indefinito" perché poi si traduce in qualche modo nella natura stessa del film che non è perfettamente classificabile, che è appunto indefinibile. Amo il cinema astratto, così come amo gli attori astratti, cioè quelli che mentre recitano hanno una parte di loro che è da qualche altra parte.

Qual è il percorso che l'ha portata a costruire i personaggi?
Peter Del Monte: Parto sempre dal maschile, quindi da me. Già altre volte nei miei precedenti film ho raccontato personaggi apparentemente stabili, sicuri di sé, a cui improvvisamente capita qualcosa di inaspettato che finisce per sconvolgere il loro equilibrio. Ho una predilezione per personaggi femminili inquieti, un po' disturbati, fa parte delle mie cattive inclinazioni e le sconto. Teo è un astrofisico, un uomo razionale che ha bisogno di certezze e rassicurazione. Il suo impatto con Mavi, che rappresenta l'ignoto, è il suo viaggio "into the wild", per riprendere il titolo del bel film di Sean Penn che ho visto recentemente, ma a differenza del protagonista del film di Penn, Teo non ha bisogno di andare in Alaska per questo contatto con l'ignoto che gli fa riscoprire se stesso. C'è una frase nel film di Penn che dice "se c'è la possibilità che la ragione governi la vita, allora non c'è la vita", un punto di vista che sposo in pieno. Il caos che ci spaventa tutti e che entra nella vita del protagonista fa parte della vita e del mistero del cosmo su cui lui indaga.

Come mai il personaggio femminile del film è così tormentato?
Peter Del Monte: Provo sempre un po' di fastidio nel vedere come il cinema italiano rappresenti il femminile, al quale, nella migliore delle ipotesi, ci si accosta in modo idealizzato, con un atteggiamento adolescenziale. Credo che sia finito storicamente il periodo in cui si parlava mettendo su un piedistallo il femminile, perché le donne vanno guardate per quello che sono, un misto di luce e tenebra. Galimberti, un filosofo che si esprime spesso sulla maternità, invita, anche alla luce dei fatti di cronaca, a considerare la maternità stessa non come un approdo di rassicurazione e calore, ma portatrice di una zona d'ombra latente che se non controllata può deflagrare. E' il momento di chiamare le cose col loro nome.

Nel film lei parte da una famiglia tradizionale, con madre, padre e figlia, per poi arrivare alla fine a una famiglia allargata, con figli nati da altre relazioni. Era nelle sue intenzioni procedere ad uno smantellamento della famiglia tradizionale?
Peter Del Monte: Mentirei se dicessi che il mio intento nel fare il film era di questo tipo, perché non rientra nelle mie corde raccontare la realtà italiana, fare un piccolo affresco sociale. Il film potrebbe per esempio anche sembrare anti-abortista a qualcuno, ma non era certo quella la mia intenzione.

Altro motivo di dibattito del suo film potrebbe essere questo accenno alla differenza di religione tra i due protagonisti: lui ebreo, lei cattolica. Perché ha voluto mettere in evidenza questo particolare?
Peter Del Monte: Non ho voluto mettere a confronto e in contrasto due personaggi di religione diverse per inserirmi in un tema su cui si discute spesso oggi, ma m'interessava semplicemente raccontare il background di Teo, il protagonista maschile, perché anch'io sono ebreo e quindi sono cose che conosco.

Come mai la scelta per il ruolo della protagonista è caduta su Kasia Smutniak?
Peter Del Monte: A me interessano i contrasti. Avendo scritto un personaggio così turbolento, con continue accensioni di furore, avevo bisogno al tempo stesso di un segnale più positivo. Facendo i provini Kasia ha tirato fuori tutto questo e ho visto in lei la possibilità di esprimere un appello segreto, una richiesta inascoltata.
Massimo Borriello, castlerock.it, 5/3/2008

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
Peter Del Monte
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