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Quella notte in casa Coogan - Night God Screamed (The)


Regia:Madden Lee

Cast e credits:
Soggetto e sceneggiatura
: Gil Lasky; fotografia: Stevan Larner; montaggio: Mark Tennis; interpreti: Michael Sugich, Daniel Spelling, Alex Nicol, Gary Morgan, Barbara Hancock, Jeanne Crain, Dawn Cleary; produzione: Ed Carlin-Gil Lasky; distribuzione: Cineteca Lucana; origine: Usa, 1971; durata: 90'. vm 18 anni

Trama:La signora Fanny Pierce, moglie di un predicatore laico, assiste impotente, non vista, all'orrenda fine del marito, crocifisso dal capo di una seta di fanatici religiosi, Billy Joe, e da tre dei suoi accoliti. Grazie alla testimonianza della donna, tutti gli assassini, meno uno, vengono arrestati, processati e condannati a morte dal giudice Coogan. I seguaci di Billy giurano di avere giustizia uccidendo Fanny, il magistrato, e la sua famiglia. Qualche tempo dopo, Coogan, in partenza con la moglie per una vacanza, affida la custodia dei figlii adolescenti - alla signora Pierce. Sarà l'occasione per i superstiti della setta di attuare la loro vendetta...

Critica (1):Il cinema ha trattato il tema della setta in diverse occasioni, spesso - a partire dall'inquietante Rosemary's Baby di Roman Polanski - con risultati eccellenti.
Se l'argomento era stato sfiorato nel 1932 con La pericolosa partita di Ernest B. Schoedsack e nel suo remake del 1957, La preda umana, per la regia di Roy Boulting, fu proprio il capolavoro di Polanski, uscito significativamente nel 1968, a inaugurare una lunga e sulfurea serie di storie legate a messe nere e sacrifici satanici. Nel lovecraftiano Black Horror - Le messe nere (1968) di Vernon Sewell, Christopher Lee è il proprietario del castello di Greymarsh, lugubre maniero in cui un manipolo di individui mascherati induce gli occasionali ospiti a rendere l'anima al Diavolo. Nel 1970 escono La pelle di Satana di Piers Haggard, in cui si narra di sacrifici umani in una regione rurale dell'Inghilterra del Seicento e La vergine di Dunwich di Daniel Haller, che offre ancora spunti dalla letteratura di Lovecraft. Gli anni Settanta hanno visto vacillare alcune certezze tramandate dalle tradizioni religiose. La società ha risentito di questo cambiamento e il cinema, di riflesso, ne ha sfruttato ogni potenziale spettacolarizzazione. Questa è la spiegazione del grande numero di film sulle sette sataniche usciti nel decennio. Opere riuscite come Quella notte in casa Coogan (1971) di Lee Madden, La macchia della morte (1972) di Paul Wendkos, In corsa con il diavolo (1975) di Jack Starrett, Una figlia per il diavolo (1976) di Peter Sykes si alternano a film mediocri, come Il buio macchiato di rosso (1973) di Freddie Francis e Il potere di Satana (1973) di Bert I. Gordon, con un inedito Orson Welles versione satanista. L'Italia risponde con La corta notte delle bambole di vetro (1972) di Aldo Lado, Tutti i colori del buio (1972) di Sergio Martino, il polanskiano Il profumo della signora in nero (1975) di Francesco Barilli e, naturalmente, Suspiria (1977) di Dario Argento. Negli anni Ottanta e Novanta il messaggio sociale che traspariva dai film del decennio precedente si fa assente. Nel 1984 esce Grano rosso sangue di Fritz Kiersch, tratto da un racconto di Stephen King in cui si immagina che una setta di ragazzini (i Figli del Grano) immoli delle vittime adulte in onore di Colui Che Cammina Dietro I Filari. Si può citare, ancora, l'inedito Midnight (1981) di John Russo e soprattutto The Believers - I credenti del male (1987) di John Schlesinger, in cui lo psichiatra Martin Sheen si imbatte in una congrega di satanisti dediti al sacrificio di bambini innocenti. Ricordiamo infine Angel Heart - Ascensore per l'inferno (1987) di Alan Parker e gli italiani Il nido del ragno (1988) di Gianfranco Giagni e La setta (1991) di Michele Soavi. È interessante notare come Roman Polanski, vero iniziatore del filone, abbia anche detto l'ultima (per ora) parola sull'argomento con La nona porta (1999), un film, purtroppo, assai deludente.
www.atuttascuola.it

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
Lee Madden
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