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Clerks II - Clerks II


Regia:Smith Kevin

Cast e credits:
Soggetto: Kevin Smith; sceneggiatura: Kevin Smith; fotografia: David Klein; musiche: James L.Venable; montaggio: Kevin Smith, Scott Mosier; scenografia ecostumi: Robert Holtzman, Roseanne Fiedler; effetti: Joseph Grossberg; interpreti: Brian O'Halloran (Dante Hicks), Jeff Anderson (Randal Graves), Rosario Dawson (Becky Scott), Trevor Fehrman (Elias Grover), Jennifer Schwalbach Smith (Emma Bunting), Jason Mewes (Jay), Kevin Smith (Silent Bob), Jason Lee (Lance Dowds), Gail Stanley (madre di Elias), Bruce Macintosh (padre di Elias); produzione: View Askew Productions, The Weinstein Company; distribuzione: Mikado; origine: USA, 2006; durata: 98'.
Vietato Minori 14

Trama:Il sequel di una delle più famose pellicole indipendenti si concentra nuovamente sulla vita di Dante (Brian O'Halloran) e Randal (Jeff Anderson), i due commessi del Quick Stop che passano le loro giornate a disquisire di sesso, cinema e cultura pop. Sono passati 12 anni e, dato che Randal ha inavvertitamente incenerito il Quick Stop, i due sono costretti a lavorare al Moobys, un fast food gestito dalla bellissima Emma (Rosario Dawson). Nel frattempo Dante si è fidanzato e sta pianificando di sposarsi e di trasferirsi in Florida; ovviamente Randal non è contento di questa decisione e, insieme ad Emma, riuscirà a fargli cambiare idea.

Critica (1):Kevin Smith, già regista e sceneggiatore di Clerks - Commessi, in Clerks 2 si ripropone sulla scena cinematografica come regista, sceneggiatore ed attore. Regista di cinema indipendente, Smith anche in questo suo ultimo lavoro dimostra la sua esilarante capacità di regista. Attento osservatore di tutte quelle forme di mediazione che fanno della cultura giovanile la costruzione di un linguaggio identitario, Smith, con arguzia e stile, fa protagonista questo tipo di linguaggio, che si afferma con prepotenza nella comunicazione metropolitana e mediatica occidentale. La storia è banale. Ma sorprendente è la maniera con cui il regista è riuscito a rendere l'idea d'identità di una cultura "altra", quella dei giovani. Autonoma, legata ai mass-media e alle metropoli, la cultura dei giovani ha dei connotati suoi precisi, che emergono in modo particolare da forme di linguaggio scurrili. E proprio utilizzando questa forma di comunicazione lasciva a dir poco, Smith mette in risalto, nella costruzione della forma filmica, quei modi propri di vivere sessualità, emozioni, il seguire precise simbologie e... i sogni. Con una sintassi grammaticale ben studiata, il giovane regista è veramente riuscito nel suo intento. Con sarcasmo, ironia, e tanto buonumore, Clerks 2 fa del cinema uno strumento d'eccellenza, che consente di raccontare e quindi mediare quell'intreccio tra nuovi modi di sentire e vecchie ideologie che identificano varie forme di cultura giovanile. Il film riesce a dare l'idea di un quadro schietto e originale di quella cultura espressa e veicolata dai mass-media, che ha trovato nei giovani i suoi più fedeli consumatori. Lo spazio dell'azione questa volta è un fast-food. Ed è in questo luogo di lavoro che si ritrovano Dante e Randal, ormai adulti, e Becky, responsabile del fast-food. Con loro vi è anche Elias, giovanissimo ventenne, intrappolato nel suo amore per gli hobbit, e nel forte richiamo ecclesiastico. La cornice dell'ambientazione del fast-food viene "rifinita" dalla presenza di Yay e Lingua Secca Bob, due buffissimi giovani spacciatori di erba, che tra uno spaccio e l'altro... regalano originalissime performance. Infine, da non dimenticare Emma, fidanzata e promessa sposa di Dante, nodo focale di un passaggio generazionale che prima o poi è d'obbligo. A questi sette personaggi Smith affida l'azione emotiva del film. La storia ruota intorno a loro e con loro. Li fa confrontare, pensare, agire, parlare attraverso quel linguaggio che costituisce un sistema di comunicazione che li separa di netto dal mondo adulto. E Smith a proposito non manca di sottolineare concretamente, più di una volta in alcune scene del film, la separazione prodottasi ormai da decenni tra culture giovanili e egemoni. Utilizza il banco delle vendite come elemento simbolico, una zona liminale che divide e mette a confronto due spazi culturalmente distinti. Il film è costruito con una buona metodologia visuale, che mette in risalto le tecniche finalizzate alla riuscita di un linguaggio fluido ed efficace. Alla fine, anche un giovane regista come Smith, non può non sottolineare che con il giungere dell'età adulta, ed è il caso dei nostri simpaticissimi protagonisti, i vecchi modelli, appartenenti a quella cultura egemone, antica, si presentano anche ai giovani. Il problema però è come gestirli. Chissà, forse la risposta Kevin Smith ce l'ha in serbo...prossimamente su questi schermi!!
Rosalinda Gaudiano, Cinema4stelle.it

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
Kevin Smith
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