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Lola corre - Lola rennt


Regia:Tykwer Tom

Cast e credits:
Soggetto e sceneggiatura
: Tom Tykwer; fotografia: Frank Griebe; musiche: Reinhold Heil, Johnny Klimek, Franka Potente (canzone "I Wish"), Tom Tykwer; montaggio: Mathilde Bonnefoy; interpreti: Franka Potente (Lola), Moritz Bleibtreu (Moni), Herbert Knaup (padre di Lola), Nina Petri (Signora Hansen), Armin Rohde (Signor Schuster), Joachim Król (Norbert von Au / barbone), Ludger Pistor (Signor Meier), Suzanne von Borsody (Signora Jäger), Sebastian Schipper (Mike), Julia Lindig (Doris); produzione: X-Film Creative Pool; distribuzione: Lucky Red; origine: Germania, 1998; durata: 81’.

Trama:Lola ha venti minuti per trovare centomila marchi e salvare la vita al fidanzato Manni che ha dimenticato sulla metropolitana di Berlino una borsa piena di soldi che doveva consegnare ad un boss della malavita. La sua corsa è ripetuta tre volte, con varie peripezie e coincidenze che portano a esiti diversi...

Critica (1):[...] Da anni la stampa tedesca non osannava quasi all’unanimità un film prodotto in Germania. Tom Tykwer, trentatreenne autodidatta cinephile ex-gestore di cinema, ne è regista, autore della sceneggiatura, autore di parte della colonna sonora. Alle spalle ha due lungometraggi Die tödliche Maria e Winterschläfer che, se non hanno avuto un grande successo di pubblico, l’hanno comunque imposto all’attenzione della critica. Lola rennt, tre versioni di una stessa vicenda diversificate dal destino – un principio già sperimentato da Kieslowski in Il caso del 1981 – sarà presentato a Venezia in concorso. «Sono felice – ci tiene a dire subito Tom Tykwer – di aver girato un film che si può raccontare in due parole e che non sia strutturato in maniera troppo frammentaria. Qual è la sinossi che racconta la storia del film? molto semplice: Lola ha venti minuti per trovare centomila marchi. Corre attraverso la città per salvare la vita dell’uomo che ama. Questo è il film.
Nulla di più... tre episodi simili che dovrebbero essere recepiti come un viaggio continuo... Bonnie and Clyde? Sì, si può parlare di Bonnie and Clyde. In fondo nel film c’è una coppia che utilizza metodi criminali. Certo è un film d’azione, ma in Lola rennt è l’elemento romantico ad essere preponderante. Perché tutto quello che succede nel film, tutta la dinamica del racconto è provocato da una grande passione. Una passione che porta a superare ostacoli che altrimenti sembrerebbero insormontabili. È la passione come elemento anarchico dirompente il tema principale... quella passione che può rompere una catena di casualità apparentemente senza via di uscita».

Possiamo affermare che il tempo in Lola rennt ha un ruolo fondamentale, che ne è uno dei protagonisti ? Di solito in un film il tempo della narrazione viene compresso. Qui invece si utilizzano novanta minuti per raccontarne venti...
Certo. Il tempo è un elemento della narrazione cinematografica che mi interessa molto. È affascinante osservare il fenomeno del tempo nel cinema: con quale disinvoltura lo utilizziamo, perché il linguaggio cinematografico e la nuova percezione che ne è scaturita ci danno questa libertà. Credo che uno dei motivi fondamentali che ci porta nelle sale cinematografiche sia l’impressione che nei film il tempo si possa sconfiggere. Almeno per qualche attimo si ha l’illusione di uscire dal costante ritmo temporale della nostra vita quotidiana. Normalmente in un film si cerca di comprimere un ampio spazio di tempo in uno molto più breve. Io invece ho cercato di allargare il tempo della mia storia, facendo il percorso inverso. Volevo semplicemente vedere dove andava a finire. Lola rennt voleva essere un film anomalo: anche se originariamente dilatato nel tempo, il film più veloce che si possa immaginare. Credo di essere riuscito nel mio intento. In ogni caso, si tratta del mio film più veloce. La dilatazione del tempo permette di mettere a fuoco i diversi momenti della narrazione. Momenti, attimi che possono assumere un significato molto più importante di chissà quale decisione, quale episodio di capitale importanza. L’utilizzazione di questi momenti come centro, fulcro di un film credo sia una possibilità cinematografica che viene utilizzata troppo raramente. In fondo tutti noi viviamo momenti che ci sembrano privi di significato, e che poi però ne assumono uno di ben altro peso, anche se all’inizio non ne siamo coscienti. Al contrario spesso succede che i momenti che ci sembrano incredibilmente importanti magari dopo tre giorni sono già dimenticati e ci sembrano marginali. Questi sono i fenomeni che mi interessava analizzare, è questo spostamento di significato che mi sembra particolarmente affascinante.

Un film costruito sulla dilatazione del tempo riesce se si mostra che il tempo ha molte facce.
Certo, se si mostra che il tempo è soggettivo. Mi interessa, nel mio linguaggio cinematografico, mettere a fuoco questa soggettività perché credo possa dare una personalità ad un film. Mostrare che il tempo non è un concetto statico. Qualche volta un secondo ci sembra un’eternità, in altre situazioni invece passa un anno intero e non ce ne accorgiamo nemmeno. Passato. Sparito. Si tratta di una percezione personale che il linguaggio cinematografico può riuscire a tradurre molto bene. (...)

Lola rennt è stato girato a Berlino. Una città ancora una volta particolare, una città che si sta rifondando...
Esattamente. Una città adatta per Lola che corre attraverso tempo e spazio, cercando una terra di nessuno, un luogo tra i confini da attraversare. Volevo assolutamente riprendere quella parte di Berlino che rappresenta proprio questo fenomeno. Berlino oggi si trova tra due epoche. Una città precedente sulla quale viene inserita la successiva. E tra le due città esiste una sintesi bizzarra. Che ha mantenuto ad esempio la subcultura, passata da Kreuzberg a Prenzlauerberg. Buona parte del film è stata girata nel quartiere Mitte, insieme passato e modernità, luogo principe del boom architettonico. Dove però mancano ancora le persone! Girare nella nuova Friedrichstrasse è come girare in studio, veramente. Per problemi di budget non avevamo molte comparse. Ma non è stato un problema, si è trattato di una situazione adeguata, corrisponde alla realtà. Una situazione ottimale: una realtà che trasuda un’atmosfera artificiale, perfetta per un film come Lola rennt, allo stesso tempo molto reale e molto artificiale.
Certo il film è ambientato a Berlino: ma al centro di Lola c’è una storia universale, un’idea universale trasportabile a Pechino come a Napoli. Una storia basata sul conflitto tra ostacoli insormontabili e passione. Una storia che conoscono tutti. Come tutti conoscono l’energia che scaturisce da un innamoramento, un’energia quasi soprannaturale: un concetto comprensibile in tutto il mondo.
Vincenzo Bugno, il manifesto, 25/9/1998


Critica (2):

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Tom Tykwer
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